Dalle sezioni del PCL
PCL GENOVA: BOLLETTINO FINCANTIERI MARZO 2011
“ PROLETARI DI TUTTI I PAESI UNIAMOCI !! “ (K.Marx)
21 Marzo 2011
LATO FRONTE:EDITORIALE
LOTTA DI CLASSE
17 marzo,….. IL NOSTRO RISORGIMENTO
L’unità d’Italia del 1861 fu la subordinazione del Risorgimento italiano agli interessi di Casa Savoia e della borghesia italiana allo scopo di creare un mercato unico nazionale e di colonizzare il mezzogiorno. E’ dunque naturale che le stesse classi dominanti che oggi accentuano il loro sfruttamento sulla classe operaia e le masse del Sud, celebrino la propria vittoria di 150 anni fa, avvolgendola nel tricolore e negli inni patri. Come è naturale il coinvolgimento solenne nell’evento della Chiesa papalina, che prima sparo’ per trentanni sui patrioti del Risorgimento, poi scomunico’ il Regno d’ Italia, infine si riconcilio’con le sue classi dirigenti nel nome dei comuni interessi economici.
Per la stessa ragione, i comunisti, e persino i coerenti democratici, non hanno nulla da festeggiare il 17 marzo. Il Risorgimento che noi rivendichiamo è quello che perse: quello dell’insurrezione popolare delle 5 giornate di Milano del 1848 poi disarmata dall’esercito sabaudo; quello della Rivoluzione repubblicana a Roma del 1849, poi affogata nel sangue dalle truppe francesi chiamate da papa Pio IX; ma soprattutto quello che cerco’ di unire la battaglia risorgimentale ad una prospettiva di liberazione sociale degli sfruttati e degli oppressi contro la borghesia e lo stesso campo democratico mazziniano.
Due nomi risaltano tra i tanti militanti e dirigenti del Risorgimento popolare che si sono impegnati a tale scopo: Filippo Buonarroti e Carlo Pisacane.
I tempi storici erano allora immaturi per la vittoria di quei generosi tentativi rivoluzionari. Ma essi gettarono le basi per il futuro del movimento operaio italiano: quello di A.Gramsci e del Partito Comunista d’Italia del 1921. Per questo, solo un governo dei lavoratori che liberi l’Italia dalle attuali classi dominanti potrà recuperare il filo storico del comunismo risorgimentale e dei suoi eroici pionieri. Realizzando fino in fondo le sue migliori aspirazioni sociali, democratiche e anticlericali.
DALLA PARTE DELLA RIVOLUZIONE LIBICA
L’aggressione imperialista alla Libia non ha alcuno scopo “umanitario”. La verità è che dietro il velo ipocrita della propaganda, USA e UE cercano di riprendere il controllo politico del Maghreb e di bloccare l’espansione della rivoluzione araba, in funzione dei propri interessi economici e strategici nella regione. Non a caso le potenze occidentali hanno rifiutato ogni rifornimento di armi agli insorti libici, che non controllano e di cui non si fidano.
Da comunisti siamo stati e siamo incondizionatamente dalla parte della rivoluzione libica contro il regime di Gheddafi, così come siamo stati al fianco della rivoluzione tunisina ed egiziana contro i regimi filo occidentali di Ben Alì e Mubarak. Proprio per questo non possiamo che essere contro ad ogni intervento imperialista mirato contro la rivoluzione araba.
Sia il popolo libico a regolare i conti con Gheddafi, non i bombardieri occidentali.
E’ necessario sostenere la continuità e l’estensione della rivoluzione libica, sviluppando la sua piena autonomia politica dall’imperialismo e dai suoi scopi. E’ necessario che tutti i popoli arabi in rivolta, a partire dalla Tunisia e dall’ Egitto, combinino il proprio sostegno agli insorti libici con la mobilitazione più ampia contro l’intervento imperialista. Giù le mani dalla rivoluzione araba!
E’ necessario che il movimento operaio internazionale si mobiliti a difesa della rivoluzione araba contro le mire imperialiste delle proprie borghesie, appoggiando nella rivoluzione araba l’ emergere delle tendenze più coerentemente antimperialiste e anticapitaliste.
In questo quadro il PCL si appella a tutte le sinistre italiane per un’immediata mobilitazione contro ogni coinvolgimento italiano nell’intervento militare in Libia, e contro l’intossicante propaganda tricolore bipartisan che l’accompagna.
Non un soldo per la guerra libica ! Al fianco della rivoluzione araba, della sua propagazione e della sua autonomia da ogni ingerenza imperialista ! Per la federazione socialista araba !
LATO RETRO:ECHI
ANCORA MORTI BIANCHE PER I
RITMI DI LAVORO FORSENNATI
Gli operai continuano a morire per l'intensità o per la precarietà del lavoro. Il 21 Febbraio nel cantiere navale di Monfalcone Ismail Mio, giovane operaio originario del Bangladesh e dipendente di una ditta di appalto, è precipitato nel vuoto ed ha perso la vita pochi minuti dopo lo schianto. L'8 Marzo allo stabilimento di Monfalcone, l'operaio Giuseppe Fazio di 34 anni,dipendente di una ditta d'appalto, è stato investito da un camion in manovra all'interno dello stabilimento; è deceduto il giorno dopo in ospedale. Sono l'ennesima tragica prova che a pagare per la crisi sono solo i lavoratori, anche a costo della vita. Sciopero ad oltranza!Nazionalizzazione sotto controllo operaio delle aziende che licenziano e che provocano morti!
LA RIVOLTA SI ESTENDE. IN USA, NEL WISCONSIN....
In Wisconsin proseguono le mobilitazioni iniziate il 15 Febbraio dai lavoratori pubblici contro i tagli al settore volti a ridurre i loro diritti sindacali. Dal 16 Febbraio la protesta si è estesa anche in Ohio e il 19 c'erano 70mila persone in piazza. Una cifra inaudita negli Usa. Il 20 Febbraio i manifestanti hanno occupato il palazzo del governo, poi respinti dalla polizia. E la protesta è arrivata anche in Florida, dove i dipendenti della scuola hanno iniziato una protesta contro i tagli al loro settore. Ovunque sventolano bandiere egiziane e dall'Egitto sono arrivate lettere di solidarietà e persino cibo.
Dopo tutto, il vento venuto dalla Tunisia e dall'Egitto porta idee...anche ai lavoratori americani. Siamo solidali con tutti i lavoratori in rivolta in questo momento, e il miglior modo di farlo è d'ispirarsi al loro esempio, attaccando la dittatura. Non quella di un colonnello o di un re, ma un'altra, più dissimulata, che si nasconde dietro i tiranni, in qualsiasi parte del mondo, e
che vive del nostro lavoro: quella del capitale.
PER IL FRONTE UNICO DI TUTTI I PROLETARI IN LOTTA !
Le conseguenze della crisi economica capitalista continuano a essere riversate sulle spalle delle masse lavoratrici sotto forma di maggiore sfruttamento, soppressione di diritti, disoccupazione e miseria. Mentre l'attacco ai lavoratori si intensifica, i vertici della Cgil hanno indetto uno sciopero generale per il 6 maggio.
E' una scelta debole, con modalità (le solite 4 ore), tempistica e contenuti lontani dalle richieste espresse dai lavoratori nelle precedenti lotte. Politicamente ciò significa evitare che il proletariato faccia sentire la sua forza contro il traballante governo Berlusconi, significa continuare a inseguire un nuovo “patto sociale” con Confindustria e tentare di ricucire con i sindacati complici, illudendo i lavoratori sulla possibilità di un loro “ripensamento”.
Da parte loro, i sindacati di base non sono riusciti a convergere su una sola giornata di mobilitazione. Tutto ciò indebolisce e disorienta la classe operaia. E' di fondamentale importanza realizzare il fronte unico di lotta mediante un programma comune di rivendicazioni immediate, per la difesa intransigente delle conquiste e dei diritti dei lavoratori.
Trasformiamo lo sciopero del 6 maggio in una vera giornata di lotta unitaria, con la partecipazione di tutte le forze che vogliono battere i piani confindustriali e cacciare il governo reazionario di Berlusconi.
PER UN CONTROLLO OPERAIO SU GESTIONE E CONTI AZIENDALI
L' a.d. di Fincantieri ha annunciato nuovi periodi di cassa integrazione per gli operai di molti stabilimenti del gruppo, da attuarsi entro fine anno: per es. 400 per Sestri Ponente, 100 per Ancona e Palermo, ecc.
La scusa è sempre la stessa, la crisi della cantieristica e il calo delle commesse.
La verità è che i profitti ci sono, che non si sono mai costruite tante navi come adesso, che si potrebbero tenere occupati gli stabilimenti con le riparazioni navali,... e che le spese ingenti da tagliare rapidamente non sono i salari o i posti occupazionali, ma gli stipendi milionari di manager e consulenti. Tanto per iniziare.
Poi occorre un controllo operaio su gestione e contabilità aziendali.
Tutto il resto sono chiacchiere che servono solo a mascherare l'intenzione del Governo di privatizzare l'azienda.
Per info e collaborazioni:
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Giovanni 347-3800414
Giuliana 347-3888198