Dalle sezioni del PCL

BOLLETTINO FINCANTIERI-S.PONENTE di FEBBRAIO 2011

“ PROLETARI DI TUTTI I PAESI UNIAMOCI !! “ (K.Marx) LOTTA DI CLASSE (BOLLETTINO POLITICO-SINDACALE DEL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI)

21 Febbraio 2011

LATO FRONTE:EDITORIALE

CLASSE CONTRO CLASSE

Sotto la direzione di Marchionne, la Fiat dirige l’attacco finale ai diritti sindacali del movimento operaio italiano.
Prima a Pomigliano, dopo a Mirafiori, l’obiettivo è realizzare in Italia quello che l’industria automobilistica Usa ha imposto agli operai americani : contratti individuali, controllo totale del lavoro, abbattimento della presenza sindacale nelle fabbriche.
Anche i metodi sono gli stessi (delocalizzazioni e referendum ricatto) e medesimi sono infine gli alleati : tutti i governi e tutti i partiti della borghesia, siano essi di destra o di sinistra, col codazzo inesauribile di tutti i professori della cultura dominante, di ogni provenienza e colore.
La verità è che in ogni parte del mondo la borghesia non ha più niente da offrire agli operai, ha solo da togliere. Ma siccome ha difficoltà a confessarlo, si sforza di presentare come progresso della “modernità” il semplice ritorno all’ 800.
Negli Usa, come in Italia e nel resto del mondo, tutti i partiti dominanti coadiuvati dalle burocrazie sindacali presentano la globalizzazione capitalista come fatale legge di natura nel momento in cui essa travolge, in tutti i paesi, i diritti più elementari del lavoro.Questa operazione, apparentemente vincente, ha un solo difetto: non può ingannare gli operai. Può ricattarli e persino piegarli in un primo momento, con la minaccia della disoccupazione. Ma non può conquistare il loro cuore e la loro mente. Nessun operaio condannato potrà mai vedere il “progresso” nella riduzione delle pause, nello straordinario notturno coatto, nell’impossibilità di scioperare, e persino nell’impossibilità di scegliere la propria rappresentanza sindacale.
I padroni possono vincere, ma non convincere le proprie vittime.
La rabbia dei lavoratori è destinata a crescere.
Ma la rabbia, se vuole pesare, deve tradursi in ribellione. E non è scontato.
La Fiom ha svolto un ruolo prezioso respingendo il ricatto della Fiat e le stesse pressioni della maggioranza Cgil.
Il suo no ha incoraggiato ampi settori di lavoratori, ha mutato il volto sociale dell’opposizione a Berlusconi, ha favorito l’irruzione sul campo di una nuova generazione di studenti combattivi.
Lo sciopero generale dei metalmeccanici del 28 gennaio è un fatto importante.
Ma il problema non è semplicemente mostrare la forza della propria rappresentanza sindacale, è necessario investire questa forza per piegare il padronato.
E a questo fine è necessaria una svolta radicale di azione che punti apertamente a vincere: intraprendere cioè un’azione di massa generalizzata e prolungata.
Preparare l’occupazione di tutte le aziende che licenziano o violano i diritti sindacali, a partire dalla Fiat, e rivendicarne apertamente la nazionalizzazione, senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori.
Una simile svolta non è affatto semplice. Deve rimontare il peso delle sconfitte subite, di tante delusioni, di tanto scetticismo.
Ma le forme di lotta non si possono scegliere a piacimento ma sono sempre imposte dal carattere obiettivo dello scontro.
E viceversa, senza questa svolta, i padroni si sentiranno incoraggiati a proseguire e persino ad aggravare la propria offensiva.
La svolta richiede la piena autonomia del movimento operaio e di tutti i movimenti dai partiti borghesi e dal centrosinistra filo-Fiat.
Senza questa autonomia, l’azione del movimento operaio continuerà ad essere subordinata agli interessi avversari.

Classe contro classe. Mai come oggi questo è lo spartiacque della vita politica nazionale.

Noi del Pcl ci battiamo e ci batteremo per questa svolta, nella prospettiva di quel governo dei lavoratori che è l’unica vera alternativa.

LATO RETRO:ECHI

LA LOTTA DEI POPOLI ARABI E' ANCHE LA NOSTRA

Dopo la Tunisia, anche l' Egitto ha voltato pagina.
La pressione popolare, che si è espressa nelle ultime tre settimane con enormi manifestazioni di massa, ha determinato la caduta di Mubarak.
Centinaia di morti, migliaia di feriti e migliaia di arresti sono il prezzo pagato per liberarsi di un regime che da 30 anni opprimeva il popolo egiziano.
E' stato centrato solo il primo obiettivo, quello di cacciare il dittatore , amico ed alleato dei governi e delle multinazionali degli Usa e dell' Unione Europea.
Le masse egiziane hanno interesse ad approfittare della libertà che hanno fin da ora conquistato per organizzarsi ad ogni livello.
Per approvvigionare i quartieri poveri, per proteggere i cortei e difendersi contro le milizie, la polizia e, forse un giorno non troppo lontano, contro l'esercito.
Infatti è ben presente il timore che i generali dell'esercito egiziano sequestrino e controllino la rivoluzione innescata dai giovani, diventata rivoluzione di tutto il popolo, per svuotarla dei suoi contenuti, a tutto interesse della borghesia egiziana ed internazionale.
Anche nelle fabbriche è necessario organizzarsi in fretta ed a ogni livello, per portare avanti in maniera efficace le rivendicazioni della classe operaia del paese, numerosa e combattiva.
Così facendo, questa rivoluzione, che se ne infischia delle frontiere, avrà la forza di vincere tutti gli ostacoli sul suo cammino, dalla repressione più brutale alle trappole della falsa “transizione democratica” o dei pretesi “governi di unità nazionale”, tanto sponsorizzati dai governi occidentali.
Allora potrà estendersi ancora e mettere nella condizione di non nuocere non solo i dittatori del mondo arabo e i dirigenti dell' imperialismo, ma anche tutti i capitalisti che li sostengono, gli
stessi che ci sfruttano qui.
La lotta dei popoli arabi è anche la nostra. !

FINCANTIERI: NOTIZIE SULLO STABILIMENTO DI CASTELLAMMARE

I lavoratori di Castellammare si sono sempre
opposti con grande determinazione al piano di chiusura annunciato dall'Azienda.
Come è noto, a Novembre avevano occupato per una settimana lo stabilimento e portato la loro protesta a Napoli e a Roma, con diverse manifestazioni che avevano coinvolto anche i lavoratori di altri stabilimenti del gruppo, soprattutto del meridione.
Il prezzo delle privatizzazioni: nonostante negli anni abbiano garantito i migliori tempi di produzione, oggi i lavoratori di Castellammare si ritrovano in cig in deroga o straordinaria e senza un futuro. Ciò a riprova del fatto che la produttività è solo un falso pretesto per spremere i lavoratori e scaricarli quando altri interessi rendono meglio.
Neanche garantire una forte produttività da parte dei lavoratori ha portato a investimenti sulla sicurezza. Negli anni, a Castellammare, come è successo in altri stabilimenti , non sono mancati incidenti gravi e mortali.
Licenziamenti: l'altra faccia del profitto.
I buoni profitti garantiti all'Azienda non hanno spinto i dirigenti ad investire per un nuovo bacino di carenaggio, perdendo così perfino credibilità nei confronti dei committenti internazionali.
Oggi una parte dei lavoratori di Castellammare viene spedita a Marghera, come mero strumento di ammortizzazione sociale, e soprattutto come ennesima misura per dividere e contrapporre i lavoratori dei vari cantieri e mettere i dipendenti diretti contro quelli delle aziende dell'indotto.
Circa 2000 famiglie di lavoratori che per generazioni hanno garantito produttività e profitti all'Azienda si ritrovano senza lavoro e senza reddito in una regione già ad alto tasso di disoccupazione e tra le meno sviluppate.
Unità delle lotte! I problemi di questi lavoratori sono gli stessi degli altri operai del gruppo poiché il nemico è lo stesso, il padronato, che può essere combattuto vittoriosamente solo in maniera unitaria.
Per info o collaborazioni
contattateci agli indirizzi:
pclgenova@libero.it
tel.347-3800414
347-3888198

PCL GENOVA

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