Rassegna stampa

Marco Ferrando ad Affari: "Rifondazione e Pdci in piazza per mandare a casa il governo"

articolo tratto da AFFARI ITALIANI - quotidiano on line

25 Ottobre 2006

Marco Ferrando, il leader del costruendo Partito Comunista dei Lavoratori, intervistato da Affari, non ha dubbi: "La manifestazione nazionale convocata per il 4 novembre a Roma contro la precarietà diventerà inevitabilmente anche contro la Finanziaria e il governo Prodi. Perché questo è il polso della stragrande maggioranza dei partecipanti. Che si attendevano un governo di svolta e di rottura con il passato. Invece, dopo i primi 120 giorni c'è stata la riconferma delle missioni militari all'estero, una manovra che Montezemolo definisce beneficiaria di Confindustria, l'attacco alle pensioni e nessuna svolta sul precariato, dato che la legge 30 è ancora lì e il ministro Damiano ha dichiarato che non verrà stravolta".

Il segretario di Rifondazione Comunista, Franco Giordano, non ci sta alla politicizzazione in chiave antigovernativa della manifestazione e dice: "La piattaforma è chiara, 'stop alla precarieta', non credo che si riuscirà a stravolgerla". Ma Ferrando attacca a testa bassa: "La manifestazione è stata indetta mesi fa e acquisterà certamente una valenza politica di contestazione e opposizione al governo. Saremo presenti con questo spirito. Ricordo che il Prc e il Pdci aderiscono formalmente e fanno parte del comitato promotore. Occorre che desistano dall'illusione di poter svolgere soltanto una pressione critica su un governo amico. Il polso e il cuore dei partecipanti è di netta contrapposizione a questo governo. I gruppi dirigenti di Rifondazione prendeno atto di questa situazione".

L'ex leader della minoranza interna del Prc lancia un appello al partito di Bertinotti, al Pdci e alla sinistra Ds: "Se come dicono sono ancora dalla parte dei lavoratori non possono dare il loro sostegno a questa Finanziaria. Incalzeremo le contraddizioni del Prc e soprattutto delle minoranze interne, affinché rispondano alle domande dei movimenti che non vogliono corresponsabilità con una manovra confindustriale".

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