Dalle sezioni del PCL

QUELLA DI MARCHIONNE E' UNA "VITTORIA DI PIRRO"

MALGRADO I RICATTI DEGLI AGNELLI E DI MARCHIONNE GLI OPERAI HANNO DIMOSTRO LA LORO GRANDE DIGNITA' SFIORANDO UN SUCCESSO CLAMOROSO VISTE LE ASPETTATIVE DI VOTO, CHE SENZA IL VOTO DI IMPIEGATI E QUADRI DIRIGENTI, SAREBBE STATO SICURO.

15 Gennaio 2011

"La legge spietata ed incontrovertibile dei numeri ci dice che nel referendum a Mirafiori ha vinto il si, ma - dichiara Beny Petracca, coordinatore provinciale del Partito Comunista dei Lavoratori di Avellino - possiamo tranquillamente considerare quella di Marchionne una vittoria di Pirro p

La legge spietata ed incontrovertibile dei numeri ci dice che nel referendum a Mirafiori ha vinto il si, ma - dichiara Beny Petracca, coordinatore provinciale del Partito Comunista dei Lavoratori di Avellino - possiamo tranquillamente considerare quella di Marchionne una vittoria di Pirro per i motivi che andremo sinteticamente ad elencare ed analizzare.
1) La maggioranza degli operai (non calcolando gli impiegati) ha respinto questo accordo malgrado il fatto che tutti i sindacati padronali dei lavoratori, insieme a quasi tutti i partiti dell’arco costituzionale, lo abbiano appoggiato mentre per il si è erano schierati soltanto la Fiom, i Cobas ed i partiti della sinistra radicale, in particolare il nostro fin dalla nascita e senza tentennamenti, sempre dalla parte dei lavoratori.
2) La percentuale del fronte del no è altissima e soltanto il voto positivo e scontato dei quadri dirigenti e degli impiegati della fabbrica, ha determinato la sua sconfitta
3) Sarà difficile se non impossibile per i vertici Fiat gestire la produzione della fabbrica confrontandosi, soltanto con le rappresentanze sindacali di metà dei lavoratori della stessa.
4) Un ricorso alla magistratura, cosa per altro già anticipata dalla Fiom prima del voto dovrebbe quasi sicuramente determinare la cancellazione di molti punti dell’accordo, in quanto contrari alle leggi ordinarie sul lavoro vigenti nel nostro paese.
La metà degli operai ha quindi dimostrato grande dignità, malgrado pendesse su tutti l’infame ed odioso ricatto della perdita del lavoro ed è solo per questo motivo che l’altra metà ha votato “obtorto collo” favorevolmente all’accettazione delle condizioni capestro della Fiat, benche’ condividesse le tesi del no.
Dopo questo positivo risultato in termini numerici e politici per i lavoratori, occorrerà - prosegue Petracca - gia dai prossimi giorni, far sentire il fiato sul collo dell “Amerikano in pullover” e di tutti gli imprenditori, che hanno l’intenzione di far pagare ai lavoratori la crisi della loro globalizzazione e del capitalismo. Ricordiamo inoltre a tutti che la Fiat beneficia da decenni di generose sovvenzioni statali e che gli innovativi stabilimenti (almeno per quel periodo) di Pratola Serra e Melfi in particolare, sono stati concessi, quasi a costo zero, alla stessa azienda, proprio per creare e mantenere l’occupazione, soprattutto in aree sottosviluppate del Meridione, per cui non comprendiamo come un qualsiasi governo possa consentire agli Agnelli o a Marchionne, il trasferimento dei suddetti macchinari in Canada o altrove.
Come preannunciato, saremo vicini alla Fiom ed ai Cobas e contribuiremo e parteciperemo a tutte le loro iniziative territoriali e non, a partire dallo sciopero del 28 gennaio.
In ogni caso la lotta continua e sarà dura, perche’ noi comunisti non ci arrenderemo mai di fronte ai soprusi dei padroni ed alle legge del mercato e del profitto ad ogni costo, anzi invitiamo tutti i lavoratori a sostenere queste lotte, abbandonando i personalismi e il loro interesse “particulare”.
A tal proposito ricordiamo il celebre invito, più che mai attuale alla luce di questo voto, del nostro grande maestro Carlo Marx: ”Proletari di tutto il mondo unitevi” e aggiungiamo noi “lottate senza compromessi e concertazioni contro i capitalisti, sfruttatori della vostra forza-lavoro”.

BENIAMINO PETRACCA

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