Dalle sezioni del PCL

Voglio i miei diritti!!!

5 Gennaio 2011

Stato Borghese, termine antiquato?

Siamo tutti sulla stessa barca, siamo tutti uguali, che ognuno faccia la sua parte, la borghesia è un termine antiquato?
Quello che è avvenuto a Pomigliano, doveva considerarsi come fatto “unico, isolato e irripetibile” e che non sarebbe stato un punto cardine. Al contrario, a tutti gli effetti, tutti i partiti, compresi “ sindacati collaborazionisti” Cisl, Uil, Ugl , si sono resi servi e servili di questo “Stato borghese” che adotta sempre più leggi antioperaie e antisociali volte al fine di distruggere definitivamente l’unità dei lavoratori sottomettendoli alle leggi del capitalismo più bieco senza più nessuna tutela o protesta.
Con la benedizione di Confindustria un'altra storica battaglia viene portata a termine, dopo la Scala Mobile, fino ad arrivare ad oggi dove si vuole escludere ogni organizzazione sindacale che non sia succube o passiva delle politiche padronali. Mentre i traditori della classe operaia sono sempre lì a raccogliere le briciole cadute dal tavolo della grande borghesia, gli operai vengono licenziati e ricattati per “un tozzo di pane”. Nessuno ha alzato un dito, una voce, nessuno ha preso posizione se non in favore di Confindustria.
La faccia della democrazia in questo paese non è più garantita dalle leggi né dalla Costituzione vista l’illegittimità con cui Marchionne trasforma un referendum democratico con un plebiscito autoritario. Un ricatto inaccettabile minacciato dalla chiusura della fabbrica se il 51% dei lavoratori non vota sì. L’attacco di Confindustria al mondo del lavoro appoggiato da tutta la parte politica e tutti i Sindacati Confederali esclusa la Fiom, ci ricorda che i nostri diritti, la nostra dignità ed il nostro salario è determinato dal conflitto tra “capitalista e lavoratore”.
Imporre lo strumento del voto perché si accetti di non votare mai più, è un gigantesco attacco, imbroglio-truffa, un odioso ricatto che obbliga il lavoratore a rinunciare ai suoi diritti, compreso quello di ammalarsi, di scioperare, mangiare se non a discrezione del padrone, di non poter più eleggere i suoi rappresentanti. O così, o niente lavoro…!
Per giusta risposta i lavoratori dovrebbero mandare lungo le catene di montaggio tutti coloro che, di lavoro simile mai ne hanno fatto in vita loro, ma che inneggiano al “Magnifico Manager” a cominciare da Fassino e Dalema che una spintarella politica a Cisl-Uil dovevano pur darla, fino a Sacconi e tutti i galoppini che scaldano poltrone a più di 20.000 euro al mese in questo Stato. Uno Stato che ha preso forma di “ associazione d’imprenditori” il cui potere si trova interamente nelle mani della classe capitalista.
La Confindustria vuole e impone tutto mentre i sindacati sono l’espressione della volontà padronale. L’esclusione della Fiom e di ogni sindacato che voglia rappresentare gli interessi dei lavoratori, significa abolire i fondamentali diritti “costituzionali”. Sono previste anche pesanti sanzioni e licenziamento a chi individualmente promuove qualsiasi azione di difesa. Il primo articolo della Costituzione recita: l’Italia è una repubblica fondata, sulla paura, l’incertezza e l’indifferenza, hanno reso tutti uguali, schiacciati nella stessa pressa, nella stessa informazione. “Le bestie sono tornate all’ovile”. Ma la cosa più “bastarda” è che oggi le persone sono guidate nell’aspirazione di ritornare “schiavi”.
È vergognoso vedere la politica flettersi, rendersi servile e complice di una famiglia Agnelli e suoi galoppini che mira allo smembramento, alla rassegnazione ed allo sfruttamento, tanto più dopo i miliardi di soldi pubblici che sono stati dati a questa azienda.
L’indifferenza è un male assoluto che ci divora, e quando sono i cittadini che devono adeguarsi alle necessità democratiche e non il contrario, allora, qualcosa che non funzione c’è…
L’attacco frontale portato avanti dal capitalismo sul mondo del lavoro è stato così ben costruito e architettato sfruttando la “crisi” che per falcidiare e chiudere lo statuto dei lavoratori non sono serviti nemmeno gli organi repressivi della borghesia, la polizia e la magistratura, solo gli organi di stampa.
Se la borghesia riesce a trasformare i “lavoratori in merce” senza usare nessun tipo di repressione fisica, allora tanto vale riprendere la “lotta di classe”, riprendendoci la nostra coscienza rivoluzionaria della classe operaia ricominciando a lottare per un fine socialista dove solo onestà e coraggio, possono oltrepassare la porta. Se la borghesia reagirà violentemente alle nostre richieste di diritti e libertà, almeno, sapremo che l’abbiamo fatto per qualcosa per la quale vale la pena di combattere e non per lesionarci, senza muovere un dito.
Ormai la borghesia ha soppresso anche il più piccolo segno di comunismo, scatenando e servendosi di ogni mezzo, trovandosi ora, la strada libera nell’esercitare lo sfruttamento forsennato verso la classe operaia, e nell’azzuffarsi per spartirsi il “plusvalore” prodotto dagli operai.
Il capitalismo sta’ mostrando in tutto il mondo di quanta violenza esso sia capace e di chi siano i suoi alleati: opportunisti, spie, infiltrati, delatori, difensori estremi degli interessi borghesi.
Voglio ricordare che non c’è alcuna fatalità nella crisi e ancor meno nel fatto che siano i lavoratori a farne le spese. Come non c’è alcuna fatalità nell’accumulazione sfrontata della ricchezza per una infima minoranza da un lato e della miseria e precarietà dall’altro.
I maggiori Sindacati Confederali, mantenuti e coccolati dalla borghesia (Cisl,Uil e compagnia bella), non fanno altro che incentivare un capitalismo regolato allo sfruttamento dei più deboli e preservare lo stesso dalle lotte delle masse.
Dopo aver ricordato che il lavoratore dipendente è stato sempre l’unico che ha sempre pagato le tasse per intero fino all’ultimo “centesimo”, voglio rendere cosciente chi ci legge che senza la costruzione di un movimento operaio, i risultati saranno sempre disastrosi. A tal proposito vorrei sapere che fine hanno fatto tutti quei cartelloni nei centri di molte città all’insegna di “ tutti uniti per il lavoro?” Bah! L’unica cosa che rimane è l’assiduo lavoro comune per la disgregazione delle masse lavoratrici e non per l’unità, per l’assopimento e non per il risveglio.
Il Partito Comunista dei Lavoratori condanna la controcultura di oggi, la corruzione dilagante e rilancia “ l’indipendenza di classe dalla borghesia e i suoi governi”. Valori ad oggi dimenticati e che vanno assolutamente recuperati e portati avanti. Essere comunista vuol dire osare, pensare, volere e avere il coraggio delle proprie convinzioni, facciamo previsioni legate ad un progetto attivo di modifica della storia che non è predeterminato da qualcuno, ma dipende in gran parte dall’intervento umano nella lotta di classe. È l’uomo che fa la storia.
L’immondizia dell’Italia non è solo i “rifiuti di Napoli”, ma sono le miliardarie speculazioni edilizie che sommergono di cemento l’intero territorio italiano, i sempre più lauti investimenti militari, i tagli alle scuole pubbliche per finanziare le scuole private, i finanziamenti non di poco conto che ogni anno vengono dati agli ospedali privati, i miliardi di euro regalati ad uno degli stati più ricchi del mondo, “il Vaticano”, alle banche, agli evasori fiscali, alle mafie, ai Manager acc. Nelle politiche liberiste in Italia, tutto questo ha una risposta: “Lacrime e sangue”, non più fare concorrenza ai paesi come la Germania, la Francia ecc…ma confrontarci con i paesi emergenti nella zona euro dell’Est, cercando di recuperare un sistema capitalistico ormai in agonia e facendo pagare ai lavoratori aumentando la flessibilità e abbattendo il costo del lavoro con i suddetti diritti.
Tutto questo porterà ad un continuo calo di consumi aumentando la recessione in atto con ulteriore indebolimento e degrado della società e del mondo del lavoro. Per evitare questo, l’unica prospettiva è quella di uscire definitivamente dal “sistema capitalistico borghese”, costruendo un “socialismo” che soddisfi le esigenze vitali e primarie delle persone.
Ora più che mai dobbiamo “opporci”, prima che la situazione odierna collassi e comincino dure forme reazionarie di repressione sempre più forti. Per questo rivendichiamo qui, che il compito dei Sindacati non è quello di rilanciare e incoraggiare la competitività tra le imprese private e tra paesi diversi, ma dimostrare il fallimento ed il collasso di un sistema capitalistico invivibile e inaccettabile per tutti i lavoratori.
Cominciamo con la libertà di espressione che ogni lavoratore deve avere, senza essere repressa e boicottata, ma come “un diritto insindacabile”, altrimenti i lavoratori rimarranno sempre dei perfetti sudditi di un governo autoritario.
Estendiamo il fronte unico creatosi fino ad ora ponendolo in piena autonomia dal centrosinistra, sviluppiamo e radicalizziamo l’azione di massa allo scopo di conseguire uno sciopero generale che ci permetta di spazzare via questo Governo reazionario e corruttore.
“Studenti e lavoratori uniti per difendere i diritti e abbattere il muro del dominio della borghesia per un governo dei lavoratori”.
“Solo la cosciente e organizzata classe operaia che manda una forte rappresentanza nelle aule del parlamento può vigilare sugli interessi proletari”(Trotsky).
Ed è con l’orgoglio comunista che mi sento di far parte della IV Internazionale.


Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-Nucleo Montano

Youri Venturelli

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