Dalle sezioni del PCL
Cosa c’è di sinistra nella giunta Regionale della Calabria?
E alla fine la montagna partorì un misero topolino!
13 Ottobre 2006
Dopo che nelle settimane scorse le forze del centrosinistra convergevano sull’idea di rivedere e snellire la truppa degli assessori di Loiero, opera necessaria per il rilancio dell’azione di un Governo contraddistintosi per immobilismo, alla fine nulla o quasi è cambiato. Abbiamo in effetti assistito ad una lotta intestina al centrosinistra fatta di assalti al carrozzone da parte di DS e Margherita ( a loro dire poco rappresentati in giunta) e la strenua resistenza dei loro piccoli alleati e degli uomini di Loiero all’offensiva lanciata dai due maggiori Partiti della coalizione. Una nota particolare merita Rifondazione Comunista, forza attrattrice del voto di protesta e del disagio. Vittima di un’assurda e oramai superata politica di alleanze con chi ha prodotto negli anni il disastro , il partito dell’oramai Presidente della Camera, vive una drammatica stagione fatta di uno stucchevole sostegno al governo Loiero: a parole con i lavoratori in consiglio regionale contro. Chiaramente chi esce sconfitto dall’incredibile incapacità di governare la Regione Calabria da parte del centrosinistra, sono i calabresi.
Soffermarsi a fare un elenco dettagliato dei raccapriccianti provvedimenti partoriti da questo governo regionale equivarrebbe alla stesura della sceneggiatura di un film dell’orrore. Tra l’altro riuscirebbe difficoltosa se non impossibile una catalogazione completa delle nefandezze commesse in questi ultimi due anni da Loiero&C. Ma per amore della verità e per una migliore analisi politica del centrosinistra calabrese, è doveroso ripercorrere le tappe di una coalizione che sta portando la Calabria ad un passo dal baratro. I punti “cardine” dell’azione governativa sono senza dubbio stati, fino ad ora, clientelismo e sistematico depotenziamento dei comparti quali sanità e forestazione.
Numeri da record quelli inerenti alle consulenze esterne e alle assunzione all’ente. Mogli, figli, nipoti, amici degli amici…… una marea umana chiamata a dar man forte ai volenterosi assessori e consiglieri nello svolgimento delle loro nobili mansioni; coniugi-Manager brillanti chiamati a risollevare le sorti di aziende specializzate nella raccolta differenziata. Un quadro allarmante che ha fatto lievitare la spesa in maniera esorbitante. Di contro si è assistito al depotenziamento continuo della sanità calabrese in termine di prestazioni verso i pazienti e di mantenimento di personale medico e paramedico necessario all’erogazione di un servizio decente. E’ chiaro che il “disegno” è quello di “indirizzare” i pazienti o richiedenti di prestazioni sanitarie, verso la sanità privata. E tutti sanno che “peso” ha in Calabria la sanità privata…..
Anche i lavoratori del settore della forestazione, dopo aver respinto l’attacco del vecchio ministro leghista del governo Berlusconi, si trovano oggi di fronte ad un piano di smembramento ben architettato dal centrosinistra calabrese. Il progetto sinteticamente è quello di “distribuire” una buona parte di forestali verso le comunità montane o verso chissà quale altro ente; il tutto naturalmente produrrà minori garanzie contrattuali per i lavoratori, il graduale smembramento della Forestale (che andava semmai meglio organizzata) e l’abbandono del territorio.
Naturalmente non solo per questo si è contraddistinto il centrosinistra e il suo governo.
Vicende giudiziarie più o meno gravi coinvolgono ad oggi un numero spropositato di membri della maggioranza ( anche il centrodestra a dire il vero si difende bene…): soldi pubblici ( che manna dal cielo la 488!) spariti nel nulla; fondi della comunità europea distratti da oscuri e loschi faccendieri in combutta con imprenditoria e politica regionale. Un quadro generale allarmante, dove la corruzione sembra essere molto più che una semplice accusa formulata dalla magistratura.
Ne tanto meglio le cose sono andate per l’ambiente. A fronte di provvedimenti-tampone come si possono definire gli “sforzi” dell’assessorato in questione, in riguardo all’inquinamento dei nostri mari, si registrano le “strane” prese di posizione nei confronti del raddoppio del termovalorizzatore della piana di Gioia Tauro; dell’ elettrodotto Feroleto-Rizziconi (che ha registrato la netta opposizione degli abitanti dei territori interessati , costituitisi in comitati di lotta); sulla progettazione e la realizzazione di Europaradiso ( enorme colata di cemento necessaria per la realizzazione di una vera e propria città) alla foce del fiume Neto ( tra l’altro inserita nella mappa delle aree soggette a protezione ambientale). Nel frattempo il piano dei trasporti regionale ( già palesemente inadeguato), presto verrà “arricchito” da una “riorganizzazione” che vedrà , tra le altre cose, la chiusura di uno scalo merci ferroviario tra i più importanti del sud Italia (Cosenza) e l’espulsione di circa 70 lavoratori che a Vagliolise operano. L’elenco potrebbe tranquillamente continuare con la mancata stabilizzazione dei precari ( provvedimento promesso e sbandierato in campagna elettorale e mai concretamente preso in considerazione) o con la scandalosa soppressione del BUR Calabria, o con decine di altri provvedimenti vergognosi,ma quanto riportato basta e avanza per poter stilare un bilancio politico dei primi anni di governo del centrosinistra in Calabria.
E che dire degli LSU: si vedranno sì aumentare le ore –ma a discrezione degli enti e senza aver garantito ferie, malattie e permessi!?
La coalizione ( dall’Udeur a Rifondazione comunista, passando per DS, Margherita, RNP, PDM,ecc) ha chiaramente fallito. E non poteva essere altrimenti! Pura espressione dei potentati economici di questa Regione, era chiaro sin dall’inizio che i beneficiari della sua azione politica sarebbero stati loschi imprenditori, affaristi e sacche di potere difficilmente individuabili. Nessun vantaggio per i lavoratori e le lavoratrici calabresi che si sono visti drammaticamente espropriare il diritto ad avere una sanità pubblica decente, la speranza di potere accedere ad un lavoro dignitoso, la fiducia in un generale cambiamento. Insomma, l’altra faccia di una medaglia ( patacca, pardon) che si era già mostrata durante il governo Chiaravalloti. Un disastro che ha prodotto peggiori condizioni di vita dei calabresi, che fa registrare giorno dopo giorno licenziamenti, cassintegrazione, agitazioni, spesso malamente convogliate sui binari di una concertazione di per se fallimentare da parte di CGIL-CISL e UIL. Di fronte ad un quadro così drammatico, urge assolutamente organizzarsi su una proposta politico-programmatica alternativa riassumibile in alcuni punti fondamentali ed irrinunciabili: potenziamento della sanità pubblica e totale gratuità per le fasce deboli della società; stabilizzazione dei lavoratori precari; riorganizzazione del corpo forestale e cessazione della sua destrutturazione; aumento degli investimenti per il diritto allo studio; attribuzione di un salario minimo ai disoccupati; rielaborazione di un piano di intervento ambientale straordinario e alternativo alle politiche attuali.
Pochi punti di fondamentale importanza dai quali sviluppare un nuovo progetto di governo regionale. La Calabria non può essere più gestita da personaggi e forze politiche che per anni hanno saccheggiato, vilipeso e impoverito una regione già debole come la nostra. E’ giunta l’ora di unificare tutte le centinaia di vertenze apertesi sul territorio, proclamare uno sciopero generale che si prolunghi fino a fare schiodare dalle poltrone consiglieri e assessori regionali: ci sembra l’unica soluzione che possa dare una speranza concreta ai giovani, alle donne ai disoccupati,ai lavoratori tutti della regione Calabria.








