Dalle sezioni del PCL
VINCERE SI PUO'
Esperienza personale di un operaio della AGC di Cuneo.
8 Luglio 2010
Dopo una dura lotta davvero ai ferri corti fra azienda che aveva dichiarato la chiusura del reparto e operai in netto contrasto il risultato è stato : NESSUN LICENZIAMENTO
Nel settembre del 2009 la AGC di Cuneo, azienda multinazionale produttrice di vetro per auto e uso civile, dichiarava che dal 31 dicembre del 2009 l'intero reparto laminato auto sarebbe stato chiuso e 67 lavoratori sarebbero stati messi in mobilità. La lotta è stata dura, strategicamente studiata per evidenziare lo scontro aperto. 4 lavoratori sono saliti sul tetto della pensilina dell'azienda in modo permanente. Tutti i lavoratori davanti ai cancelli in modo permanente hanno manifestato giorno e notte innalzando la posta dello scontro e hanno obbligato azienda e sindacati a trattare su un'unica possibilità : Non licenziare ! Lo scontro durato in modo permanente giorno e notte per un mese intero ha portato al seguente risultato : L'azienda ha sottoscritto un accordo con le parti sindacali, previo consenso dei lavoratori, che non avrebbe applicato l'articolo 5 che prevede il licenziamento e che si sarebbe impegnata a ricollocare tutti i lavoratori nei reparti restanti. Lo scontro è stato duro, un lavoratore sul tetto della pensilina della AGC si è sentito male ed è stato ricoverato all'ospedale Santa Croce di Cuneo, alcuni lavoratori erano pronti allo sciopero della fame permanente fino alla chiusura dell'accordo, infine l'azienda crolla nelle sue intenzioni e scende a patti con i lavoratori prima che accada il peggio. Alla domanda della giornalista di Porta a Porta (trasmissione in onda su Rai Uno) che chiese a Elia Massimo, uno dei lavoratori saliti sul tetto : Non è troppo facile fare scene di questo tipo per ottenere più visibilità ?... la risposta è stata ed è tutt'ora : E' più facile salire sul tetto di una azienda in modo permanente o è più facile dire semplicemente "dal 31 dicembre siete tutti a casa ?" Troppo spesso le Multinazionali delocalizzano, spostano i loro interessi, dopo aver beneficiato di tutti gli incentivi necessari dalle realtà amministrative locali, e dispongono che interi reparti interi stabilimenti vengano chiusi facendo dei lavoratori che hanno dato se stessi in turni a ciclo continuo, in sabati e domeniche, in notti insonni sul lavoro, della carne da macello, dello spezzatino da riversare sulla società. Troppo spesso. E' ora di riprendersi la propria lotta di Classe. E' ora di rialzare la testa e lottare con dignità. La dignità del lavoro.