Dalle sezioni del PCL
I Lavoratori non si sottometteranno mai!
6 Luglio 2010
I Lavoratori non si sottometteranno mai!
Fino a che i lavoratori non capiranno che la loro unica forza sta nella loro unità di lavoratori e nella comprensione pratica che gli interessi dei lavoratori non possono essere conciliati con quelli dei capitalisti.
Finché i lavoratori non capiranno che lottando uniti si resiste meglio di quanto si possa fare dividendosi.
Finché i lavoratori non capiranno che chi inneggia alla loro divisione li vuole deboli di fronte al padrone e quindi opera per il padrone…i lavoratori continueranno a lavorare per salari da fame, sottomessi ai peggiori ricatti e a morire nei luoghi di lavoro.
Le insulsaggini emergenti di questi ultimi periodi in cui si denuncia l’immaturità degli operai e la loro politica sbagliata, nella loro “non sottomissione” alle leggi del capitalismo, chiede loro ancora più rinunce e sacrifici di quelli che non abbiano fatto fino ad ora, è pronunciata e scritta nero su bianco dai grandi capitalisti, dalla Confindustria, dallo stesso governo tutore di se stesso e dei poteri forti, appoggiato dai sindacati ciarlatani e padronali che cercano in tutti i modi un poco alla volta di soffocare, accettare, disintegrare, dividere e spartire la base sociale nell’interesse del capitalismo.
Fermatevi e provate a pensare un attimo a che cos’è l’immaturità delle masse?
Non è che ogni popolo ha il governo che si merita, ma evidentemente si è portati a seguire una politica bipartisan, una politica i cui principali dirigenti hanno iniziato direttamente o indirettamente a riconoscere la correttezza della legge del profitto e dello sfruttamento dei lavoratori. Quindi se abbiamo una politica sbagliata, le dirigenze rappresentanti dei lavoratori dovranno fare il mea-culpa e dimettersi, e non fomentare gli organi di coercizione i quali non risparmiano niente e nessuno pur di mantenersi al potere e conservare e incrementare i propri redditi, reprimere ed eliminare tutti gli elementi giovani, dotati e indocili, che si affacciano ad una visione del mondo comunista, perché di loro abbiamo bisogno e di loro il proletariato si servirà!
Soltanto un partito comunista e rivoluzionario può riportare un’economia europea democraticamente pianificata, nella quale i lavoratori avranno il controllo delle leve della produzione e del credito. Dove si possano riorganizzare i rapporti di forza in funzione dei bisogni dei molti e non del profitto dei pochi. Questo con l’aiuto di solidi quadri rivoluzionari che vanno formandosi pian piano nel territorio, potranno dare speranza per il futuro e perseguire materialmente una vera alternativa che vada ad instaurare un governo dei lavoratori su basi socialiste.
Le condizioni sociali e di vita della maggioranza della popolazione conoscono un arretramento non solo in Italia ma a tutte la latitudini del globo.
In Italia avanza ovunque un attacco radicale ai salari dove la stragrande maggioranza dei giovani sotto i 35 anni non arriva a mille euro al mese, dove soltanto uno su tre lavora, dove più della metà della popolazione rimane senza figli. I figli che appena nati hanno come capestro sulla loro testa un debito di 30.000 euro. I possessori dei titoli di stato del debito pubblico italiano si aggira ad un 13% alle famiglie italiane, mentre il rimanente 86% è in mano alle assicurazioni, alle banche e multinazionali investitori stranieri, ecco dove sono andate a finire tutte le quote dei salariati, dei precari e dei pensionati, in Bot, CCT ecc. Ai lavoratori italiani non rimane altro che vivere per pagare il mutuo, l’affitto o mangiare.
Non si costruiscono più case popolari, l’Italia non spende praticamente nulla per l’edilizia sociale e popolare per le famiglie proletarie. Ci rendiamo conto? Che dopo 40 anni di lavoro ci ritroviamo ad ingrandire il numero dei pensionati che oggi si aggirano con una pensione da “mendicità” e questo riguarda molto più della metà di loro? Inoltre un paese di ricattabilità e precariato dove il 95% lavora a contratto a termine. Precari, disoccupati, a progetto, a nero, a tempo determinato, atipici, stiamo parlando di milioni di lavoratori che non riusciranno “MAI” ad accumulare i 36 anni di contributi per la pensione. Così invece di adottare una riduzione dell’orario e una distribuzione tra tutti del lavoro che c’è, i lavoratori occupati si vedono aumentare i ritmi e tempi di lavoro con ricatti che scavalcano la costituzione, con l’aumento dell’età pensionabile aumentando sempre e comunque lo sfruttamento. I grandi pescecani della finanza ringraziano e continuano imperterriti a speculare sull’indebitamento delle famiglie truffando milioni di risparmiatori. Ecco perché le ricerche e i prelievi vanno prese nelle tasche dei lavoratori ma guai a toccare i ricchi o contrapporsi alle loro leggi, lo stato prende sui fondi pensione, sulle assicurazioni sanitarie, sui servizi pubblici essenziali alla popolazione, a tutti i lavoratori si impongono restrizioni per ripagare un debito contratto ad esclusivo beneficio degli imprenditori e dei banchieri.
Tutto questo è la regola per le destre e l’ideologia neo-liberale, dove si accoda anche il PD e Montezemolo i quali ci fanno sapere che questo è il prezzo da pagare per la modernizzazione capitalista.
In questo contesto è un male che la coscienza di classe sia lasciata in mano alle destre, alle nuove destre le quali costruiscono il loro consenso non sulla “memoria”, ma sull’odio e sulla divisione tra i lavoratori italiani e immigrati e in ogni caso sempre sui più deboli, e come dimostrare il contrario?
Se tutto questo non dimostra la separazione di classe tra lavoratori e sfruttatori, se tutto questo non dimostra l’odio della classe padronale verso la classe operaia: allora sarebbe il caso di guardare i nostri padri che si sono girati nelle loro tombe e riportare loro la dignità che noi abbiamo perduto e svenduto, proprio in una fase in cui “l’uomo merce” è il più deprezzato e svenduto in assoluto.
Esiste un’alternativa politica, solo che non viene mai messa in discussione, si preferisce rimanere subordinati e, a turno, farsi protettori degli interessi del capitalismo. Quindi tornano le guerre imperialiste e le corse coloniali per le zone d’influenza, materie prime, manodopera a basso costo, col loro carico di devastazioni e di orrori. Si affacciano enormi flussi migratori, quali fughe di massa dalla fame e dalla morte e che sono già pretesto di nuove campagne razziste e xenofobe. Si aggrava la catastrofe ambientale e gli squilibri ecologici su scala planetaria.
Il modo di produzione capitalistica, non ha più nulla da offrire alle nuove generazioni.
Per questo il Partito Comunista dei Lavoratori chiede a gran voce alle sinistre che appoggiano questi governi di uscire da questi sistemi di potere e di non essere più complici di quelle politiche che vanno sempre e solo contro i lavoratori. Chiediamo che venga detta la verità e che si dica apertamente che non c’è via d’uscita per l’umanità dentro il modo di produzione capitalistica. Solo una prospettiva socialista su scala internazionale può liberare il mondo dalla regressione storica che la attraversa.
Se non vogliamo essere completamente schiacciati dal capitale, i lavoratori dovranno lottare con le armi che appartengono alla propria classe: scioperi e manifestazioni di piazza ad oltranza portando un esplosione sociale che metta la classe capitalistica al muro con i suoi profitti, i suoi beni e il suo potere sull’economia.
Solo così si potrà costruire un governo dei lavoratori per i lavoratori.
I lavoratori non si sottometteranno mai!
Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-nucleo montano
.