Teoria

Andres Nin e Camillo Berneri: marxisti e anarchici davanti al problema del potere

16 Aprile 2010

Avvicinandoci alla bella figura di Camillo Berneri ci vengono in mente le parole di Fabrizio De Andrè’’per chi viaggia in direzione ostinata e contraria’1;Camillo è stato un rivoluzionario atipico sia nel contesto storico della prima metà del novecento,sia nel panorama dell’anarchismo classico.
La sua analisi cerca di superare,anche se solo in parte alcune mancanze del così detto’’nullismo anarchico’’2;sarà lo stesso Berneri a parlare di cretinismo anarchico.
La contrapposizione all’autorità resta un punto fermo nella sua opera e questo nella Spagna rivoluzionaria lo distinguerà da Andres Nin,massimo esponente del marxismo catalano;il suo anarchismo sarà eretico tanto in filosofia quanto in politica.
Prima di tutto criticherà l’astensionismo strategico;secondo Berneri questo dogma che manteneva in vita il fragile movimento anarchico doveva essere superato.
La stragrande maggioranza della popolazione era priva del diritto di voto ed andare oltre questo dogmatismo poteva diventare un espediente tattico importante per la rivoluzione sociale.
Molto interessanti sono le sue riflessioni in campo filosofico;vedi la critica agli anarchici che rinvenivano in Nietzsche uno dei pensatori fondanti l’anarchismo.
Il pensiero politico di Berneri si presta a interpretazioni di vario tipo;il più delle volte viene ricondotto al socialismo liberale di Piero Gobetti e di Carlo Rosselli.
Questa tesi non può che essere respinta;quello di Berneri è un tentativo di liberare l’anarchismo da vecchie incrostazioni ideologiche,tentativo terminato a causa della sua morte innaturale.
Resta la profonda amicizia con Carlo Rosselli e il confronto culturale fra i due;Berneri accolse con favore l’articolo di Rosselli’’Contro lo Stato’’.
Grande protagonista della guerra civile spagnola,il rivoluzionario anarchico denunciò il’’fascismo rosso’’3,quello di Togliatti,Longo e Stalin che portò alla vittoria del fascismo vero.
L’analisi di Berneri(e Nin)resta di grandissima attualità,una lezione per le giovani leve rivoluzionarie;la guerra civile è parte del processo di trasformazione sociale,in netta antitesi tanto alla democrazia borghese quanto al fascismo.
La politica di compromesso della Cnt aprì le porte alla controrivoluzione staliniana e molti comunisti antistalinisti e anarchici caddero sotto i colpi del braccio armato del Pce e del fascismo.
La politica della collaborazione di classe ha dimostrato tutta la sua inefficienza;da una parte il Poum premeva per la rivoluzione sociale,dall’altra il Pce voleva strangolare i rivoluzionari ponendo il sigillo della democrazia in Spagna.
Berneri si oppose con forza allo stalinismo e per questo venne ucciso senza pietà.

Come gli stalinisti hanno ucciso Camillo Berneri

Il 5 maggio del 1937 un gruppo di agenti della Ceka bussano alle 6 del pomeriggio all’appartamento di Berneri,nel porton numero 3 di Barcellona.
Aprirà la porta Francesco Barbieri,rivoluzionario anarchico ucciso insieme a Camillo;il poliziotto in borghese intima i due compagni a seguirli,Barbieri chiede per quale motivo e il poliziotto li accusa di essere controrivoluzionari.
Francesco Barbieri rispose’’In vent’anni di milizia anarchica è la prima volta che mi viene detto questo insulto’’e il poliziotto disse’’Appunto in quanto anarchici siete controrivoluzionari’’;Barbieri replicò’’Il suo nome,gli ne chiederò presto conto’’,il poliziotto allora gli mostra la targhetta con su scritto il numero 1109.
I due anarchici vengono portati via e i loro corpi trovati senza vita al centro della città.
Poco giorni prima il suo assassinio,Berneri difese il Poum dalle calunnie del Pce;fu il rivoluzionario anarchico a imputare di noskismo gli stalinisti spagnoli,ricordando la tragedia degli spartachisti nel gennaio 1919.
La lezione della storia ritorna sempre;Berneri,Nin,Rosa Luxemburg e Liebknecht grandi rivoluzionari uccisi dalla controrivoluzione democratica.

L’operaio nella teoria di Camillo Berneri:L’operaiolatria.

Camillo Berneri nell’opuscolo’’L’operaiolatria’’pone il problema dell’erudizione delle masse,definendolo’’ capitalismo della cultura’’.
Berneri afferma che la caratteristica della cultura proletaria è proprio l’arretratezza rispetto le scienze e le arti.
Cercando di immedesimarsi nell’operaio autodidatta osserva come la cultura proletaria diventi una simbiosi della cultura borghese o medio borghese.
Un proletario istruito avrà letto sicuramente Kant,ma difficilmente conoscerà gli scritti degli agitatori socialisti.
In questo modo si andrà a creare una sorta di’’elites colta’’all’interno della classe operaia.
Come lo stesso Gramsci aveva spiegato,il consenso precede la coercizione;le borghesie prima di arrivare al dominio utilizzano l’egemonia etica,morale e culturale.
Bisogna osservare come la cultura non investe tutta la classe operaia ma solo certe frange che mantengono delle condizioni di vita’’relativamente civili’’.
La filosofia finisce per dover fare un compromesso con le forze reazionarie;diventa una Guardia Frontiera3della società capitalista.
La critica di Berneri delle’’elites’’riguarda quello che io preferisco chiamare’’il potere della cultura’’.
Berneri si contrappone alla concezione marxista della dittatura del proletariato;secondo il pensatore anarchico questa si riduce ad una dittatura degli intellettuali.
Il problema che pone riguarda il soggetto rivoluzionario;da una parte gli operai specializzati ricoprono funzioni dirigenziali all’interno dei Partiti Comunisti,dall’altra il proletariato di fabbrica accetta una sorta di’’delega’’verso questi dirigenti.
Vediamo come Berneri,nonostante gli sforzi non riesca del tutto ad uscire dai limiti classici dell’anarchismo.
Lui si fa interprete del senso comune di un certo proletariato(agrario)rimanendo estraneo sia al soggetto rivoluzionario quanto al partito scienza.

Andreu Nin e la concezione marxista del potere

Andreu Nin nell’articolo’’La concezione marxista del potere e la rivoluzione spagnola’’pubblicato su La Batalla il 14 marzo 1937 cerca di chiarire ai compagni anarchici le dinamiche del processo rivoluzionario.
Nin fu un eminente teorico marxista,la sua analisi è impeccabile,in poche righe chiarisce la necessità che gli anarchici e i marxisti si uniscano nella lotta rivoluzionaria.
Il catalano fissa sette punti fondamentali che riguardano la concezione di Marx del potere:
1)Lo Stato è uno strumento di coercizione posto al servizio della classe dominante contro la classe dominata.
2)Finchè esisteranno le classi esisterà lo Stato,per cui è impossibile’’deciderne’’o’’decretarne’’l’abolizione.
3)Il proletariato deve battersi per la conquista del potere.
4)Per infrangere la resistenza della borghesia-le classi sfruttatrici non rinunciano con rassegnazione ai propri privilegi-e intraprendere l’organizzazione della società su basi socialiste,il proletariato,pretendo il potere deve temporaneamente instaurare la propria dittatura di classe.Questa fase di transizione tra capitalismo e comunismo è inevitabile.Senza di essa è impossibile l’emancipazione dei lavoratori.
5)La classe operaia deve impadronirsi dello Stato e distruggerlo creando degli organismi autonomi come durante la Comune di Parigi.
6)Scomparse le classi,scompare anche lo Stato propriamente detto per cedere il posto a istituzioni puramente amministrative<>.
7)Condizione indispensabile per assolvere al suo compito storico è che il proletariato si costituisca in partito di classe con un’autonoma politica di classe.
Il metodo di Nin è assolutamente leninista.
La classe operaia si scaglia non solo contro il potere economico della borghesia ma anche contro il suo potere politico.
Pensiamo al biennio rosso in Italia(1918-1920);nel settembre 1920 la classe operaia ha occupato le fabbriche ma il potere politico è rimasto in mano alla borghesia che reagì con il fascismo.
La stessa cosa avvenne in Spagna,ma il proletariato diede il tempo all’avversario di ricostruire gli apparati statali ormai sgangherati e di difendere i propri interesse contro la rivoluzione proletaria.
Arrivati a questo punto Nin critica la collaborazione di classe del Pce’’Il Partito comunista,ligio all’indirizzo scandaloso della Terza Internazionale,ha dedicato tutti gli sforzi fin dal primo momento a sviare il corso della rivoluzione verso la Repubblica democratica e la collaborazione di classe.
Stalin ovviamente aveva bisogno di rendersi credibile alle potenze imperialiste e quindi decise bene di farlo andando a strangolare un processo rivoluzionario in corso.
La tesi stalinista che il proletariato spagnolo non fosse sufficientemente maturo è ridicola;lo stesso Trotsky affermerà che in Spagna la classe operaia era più matura di quella russa nel 1917.
Nin arrivati a questo punto si rivolge alla Cnt e alla FAI ribadendo la necessità che i comunisti e gli anarchici lottino insieme per la rivoluzione socialista.
L’abolizione dello Stato accumuna sia i comunisti che gli anarchici;se agli anarchici non piace il termine dittatura del proletariato parleremo di democrazia operaia,dice Nin,senza che si trasformi nella dittatura di una casta burocratica come è avvenuto nell’Urss.
Questa fase di transizione è necessaria per strangolare la borghesia e distruggere alla radice ogni possibilità di restaurazione capitalistica.
Il Parlamento è la forma politica’’democratica’’della dittatura capitalista;il proletariato deve instaurare degli organi di governo autonomi e incidere sulla struttura economica.
Nin afferma’’Un governo operaio e contadino costituito dall’alto rappresenterebbe sicuramente un passo in avanti rispetto alla situazione attuale,ma non sarebbe quello che gli interessi della rivoluzione richiedono imperiosamente’’.
Basta questa frase del grande marxista catalano per spazzare via tutte le idiozie del socialismo nazionale di matrice maoista o togliattiano-stalinista.
Con queste poche parole stalinismo e maoismo vengono scaraventati ora e per sempre nella spazzatura della storia,l’unico posto che gli compete!
Il processo rivoluzionario deve unire anarchici e marxisti,per la distruzione dello stato borghese e l’instaurazione della società senza classi,il comunismo puro.
Questa è la lezione che il proletariato deve trarre dalla Rivoluzione Spagnola e dallo studio attento degli scritti di Andreu Nin,grande teorico marxista e di Camillo Berneri pensatore anarchico.

Note:

1)Breve documentario su Camillo Berneri
2)Arrigo Cervetto
3)Elias Canetti
4)Gyorgy Lukacs

Testi utilizzati

1)Anarchopedia
2)Camillo Berneri’’L’operaiolatria’’
3)Andres Nin’’Terra e Libertà.Scritti sulla Rivoluzione Spagnola(1931-1937)’’

Stefano Zecchinelli Partito Comunista dei Lavoratori Sezione di Pisa e Livorno

Andres Nin il marxista catalano

Stefano Zecchinelli

CONDIVIDI

FONTE