Teoria

Lenin, Kollontaj e la lotta al panislamismo

9 Marzo 2010

L’immagine della donna che alza la bandiera rossa mentre la famiglia l’invita a rindossare il velo e rientrare a casa simboleggia la lotta dei bolscevichi per l’emancipazione della donna orientale con la rivoluzione socialista.
La lotta di Lenin contro il panislamismo,assai poco conosciuta e studiata,è stata fondamentale per l’emancipazione sociale della donna orientale;la politica staliniana,la repressione ultranazionalista che ne seguì,è stata condotta in spregio a quanto Lenin aveva fatto e scritto.
Ritengo opportuno dover ricordare la lezione leniniana sul panislamismo non per una mera erudizione;penso al contrario che gli scritti di Lenin possano essere una chiave di lettura importante per la comprensione degli attuali conflitti nei territori orientali.
Il carattere reazionario del movimento panislamico viene affrontato da Lenin a riguardo delle questioni nazionali e coloniali.
La prima guerra mondiale riportava sulla bocca della borghesia le parole della pacifica convivenza delle nazioni in regime capitalistico.
Questo rendeva necessario la nascita di federazioni di nazioni che unissero i lavoratori e le lavoratrici di nazionalità diverse.
Lenin ben sapeva che le federazioni sovietiche non potevano sopravvivere se circondate dall’imperialismo,quindi afferma la necessità che queste siano unite nella fase di transizione al socialismo.
Il nazionalismo piccolo borghese,di matrice proudhoniana,finisce per fare il gioco delle borghesie nazionali,le quali richiamando il proletariato alla difesa della patria,cercano di proteggersi dalla furia dell’imperialismo.
Lenin contrappone all’egoismo borghese che riduce l’internazionalismo alla parità giuridica delle nazioni,l’internazionalismo proletario che subordina gl’interessi della lotta di classe in un paese agli interessi della lotta di classe nel mondo.
Il problema sorge nei paesi arretrati dove sono predominanti i rapporti feudali e patriarcali.
In questi paesi è necessario sostenere i movimenti di liberazione e i movimento democratici borghesi,per spazzare via i privilegi degli antichi signori feudali.
La lotta contro il clero è fondamentale data la sua influenza nei paesi arretrati dove le masse contadine e operaie sono tenute in catene dal pregiudizio e dall’ignoranza.
Nei paesi orientali,Lenin ribadisce la necessità di combattere il panislamismo che è un movimento fortemente reazionario;nelle sue Tesi infatti afferma’’la necessità di combattere il panislamismo e le analoghe tendenze che cercano di collegare il movimento di liberazione contro l’imperialismo europeo e americano con il rafforzamento della posizione dei khan,dei grandi proprietari fondiari,dei mullah ecc…’’.1
La religione è un collante ideologico che le classi dominanti,in un regime feudale quanto nel capitalismo(in questo caso assume i connotati di un culto laico del profitto,vedi il sionismo),utilizzano per controllare le classi subalterne.
Se i rivoluzionari utilizzano un metodo marxista e scientifico comprendono che l’emancipazione religiosa è strettamente riconnessa all’emancipazione sociale dell’umanità.
Il panislamismo è uno strumento utilizzato dagli antichi proprietari fondiari per dare una legittimazione divina al loro potere e alla forte coercizione esercitata.
Cerchiamo di capire la sua ragion d’essere!
Nelle società feudali l’obbedienza si otteneva con la coercizione militare e religiosa.
Il filosofo borghese Foucault spiega che questo avveniva,perché il potere era debole;il potere infatti era esterno al processo produttivo e quindi doveva limitarsi a prelevare quanto gli bastasse,terrorizzando tutti coloro che osavano ribellarsi.
Questo non avviene nella società capitalistica dove controlla il processo produttivo con la divisione sociale del lavoro e quindi ha bisogno di persuadere,educare ed egemonizzare culturalmente le masse.
Il potere in molte società orientali era ed è debole e quindi ha bisogno di far leva sul degrado sociale delle masse per ottenere consenso;questo non è molto difforme dal socialismo pretesco e feudale.
Lenin ribadisce che quanto più un paese è arretrato,tanto più forti sono i rapporti patriarcali,le consuetudini locali e i pregiudizi piccolo borghesi.
Il compito dei rivoluzionari è quello di trattare con grande prudenza queste popolazioni,facendogli anche delle concessioni per eliminare i loro pregiudizi nazionalisti.
Basta questo per cancellare la politica staliniana basata sul nazionalismo grande russo!
Quella che Stalin chiamerà comunità di vita psichica collettiva sarà considerata da Lenin un pregiudizio piccolo borghese,destinato a sparire con il passaggio dal socialismo al comunismo.2
Il carattere reazionario del panislamismo emerge anche nella controrivoluzione indonesiana.
Nel 1911 si formò il Sarekat Islam che era formato da commercianti arabi di Sumatra che cercano d’utilizzare l’islamismo contro i mercanti cinesi di stoffe a Giava.
Il Sarakat Islam non riuscì a esprimere una sua influenza nel movimento panislamista e nel 1927 la corrente nazionalista fondò il Partito Nazionalista Indonesiano.
Bisogna ben osservare guardando il movimento reazionario indonesiano che i fattori di razza e di religione spesso esprimono esigenze differenti all’interno della stessa classe.
Il movimenti panislamico che raccoglieva gruppi di provenienza sociale differente non ha di certo favorito la lotta per la rivoluzione nazionale ma l’ha fortemente ostacolata.
Nel 1914 nel movimento panislamico indonesiano si formò una corrente modernista chiamata il Budi Otomo che afferma la necessità d’assimilare la cultura occidentale,facendo riferimento al modello Giapponese che utilizza la scienza e la tecnica per combattere l’espansionismo Occidentale.3
Nel IV Congresso dell’Internazionale Comunista Zinoviev sostiene che la rivoluzione in Indonesia doveva essere un fenomeno sociale e non nazionale e che i comunisti orientali dovevano marciare avanti come’’avanguardia dell’intero movimento di liberazione contro la borghesia’’.
Tan Malaka,delegato dell’Indonesia,contraddisse sia Zinovev che Lenin;egli affermava che il panislamismo poteva essere utile nella fase della rivoluzione democratico borghese per risvegliare il sentimento rivoluzionario delle masse.
Le tesi del IV Congresso affermarono che il panislamismo poteva essere utilizzato dagli imperialisti i quale avrebbero giocato sui pregiudizi religiosi delle masse ma che poteva anche essere utilizzato dai rivoluzionari per la rivoluzione democratico borghese.
Lenin nelle Tesi del II Congresso analizzò il carattere reazionario del panislamismo e la storia dell’Indonesia gli dà pienamente ragione.
Il panislamismo contrapponeva all’imperialismo occidentale una grande comunità islamica internazionale e questo ne fa un’ideologia nazionale simile al cattolicesimo medioevale.
I movimenti di liberazione appoggiati dai comunisti devono costituire gli Stati Nazione facendo leva sulla coscienza nazionale delle masse cosa che il panislamismo ha sempre osteggiato;infatti questo movimento reazionario si rese protagonista delle più spietate repressioni.
I marxisti appoggiano i movimenti di liberazione nazionale solo per costituire Stati Nazionali indipendenti e in lotta contro l’imperialismo;in questo modo il proletariato internazionale potrà portare avanti la sua lotta contro una borghesia sempre più divisa e debole.
L’analisi di Lenin sul panislamismo s’interrompe nel 1923 e non verrà più ripresa da nessun altro teorico marxista.
Per ciò che riguarda l’emancipazione della donna voglio ricordare molto brevemente il contributo di Alessandra Kollontaj.
L’opera della Kollontaj è di così grande importanza che pongo un semplice accenno,invitando il lettore a fare le opportune ricerche,proprio per non peccare d’incompletezza.
La Kollontaj a seguito della Rivoluzione d’ottobre ricoprì la carica di Commissario del popolo all’assistenza sociale;si tratto della prima donna nella storia mondiale a ricoprire un incarico governativo.
Nel luglio 1920 venne organizzata la prima conferenza mondiale delle donne comuniste.
Clara Zetkin propose a Lenin d’organizzare la prima Conferenza Internazionale delle donne ma il progetto non si realizzò,perché le femministe tedesche vi si opposero.
Da un punto di vista giuridico si realizzò l’equiparazione delle donna all’uomo cosa aliena a tutte le democrazie liberali.
Lenin affermò che questa era la liberazione della donna“dalle piccole attività dell’economia domestica che la incatena alla cucina e alla cura dei bambini e le fa sprecare le sue capacità creative in un lavoro barbaramente improduttivo, meschino, snervante, ottuso e opprimente”.
Tutto questo ovviamente doveva essere riconnesso all’emancipazione sociale che si sarebbe ottenuta soltanto con il socialismo.
La legislazione bolscevica inoltre disponeva che tutte le cliniche ostetriche fossero trasformate in centri d’assistenza sanitaria gratuita per i fanciulli e i neonati,le madri inoltre ottennero quattro mesi di permesso a salario pieno e la garanzia del posto di lavoro.
La donna veniva equiparata all’uomo,il divorzio era gratuito e senza discussioni sulla colpa;i figli legittimi vennero equiparati a quelli illegittimi e venne posto l’obbligo di sostentamento reciproco.4
Possiamo concludere dicendo che vennero introdotti tutta una serie di diritti sociali che sono ora più che mai alieni agli sciacalli liberali.
Queste conquiste furono cancellate dalla burocrazia termidoriana che sul modello degli stati fascisti ripristinò un ordine patriarcale molto simile a quello della Russia zarista.
La lotta per l’emancipazione sociale è anche la lotta per l’emancipazione religiosa e per la liberazione dei sessi;riprendere la lezione del marxismo rivoluzionario è di fondamentale importanza proprio in una fase controrivoluzionaria come questa in cui la democrazia liberale mostra il suo vero volto assassino!

Testi utilizzati:

1)Lenin’’L’autodeterminazione dei popoli’’
2)Helene Carrere D’Encausse’’Unità proletaria e diversità nazionale Lenin e la teoria dell’autodeterminazione’’

Stefano Zecchinelli

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