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L’unica alternativa è la nazionalizzazione della Lucchini
11 Febbraio 2010
Dopo la ridda di voci che si sono susseguite in questi ultimi tempi, è arrivata la fredda doccia finale che getta un’ ombra cupa nel futuro occupazionale dell’intera Val di Cornia:la Severstal vende tutto il pacchetto azionario della ex Lucchini.
Così tutti gli operai e le loro famiglie, già messi a dura prova da mesi di cassa integrazione, sono in vendita come reliquie industriali da un padrone russo, che,per propria convenienza di bilancio, ha deciso senza alcun tentennamento o indecisione, di tornare a produrre in patria il proprio acciaio.
La logica capitalistica che sta alla base di questo ragionamento, sarà la stessa che condurrà le trattative per l’eventuale compratore, che, speculando sul momento difficile dell’azienda e sulla crisi in atto, farà sicuramente un’offerta al ribasso, sia per quanto riguarda i posti di lavoro e le loro garanzie ,che per gli investimenti o il rispetto dei parametri ambientali o il risanamento dell’inquinamento prodotto.
Poco importa che i compratori saranno italiani, europei o cinesi, la linea guida sarà sempre la stessa, lo sfruttamento di cose e persone, per il proprio profitto personale.
Quale sarà il costo previsto?Un tanto al kg, comprensivo di manufatti, attrezzature ed operai, sufficiente a far recuperare all’imprenditore russo Mordashov i 700 milioni di € investiti nel 2005.
D’altro canto che speranza possono avere i lavoratori della Lucchini quando il maggior partito d’opposizione, accetta e professa il liberismo economico ed il capitalismo come l’attuale governo, dove i sindacati concertano con gli industriali e dove il Prc-Pdci predicano il comunismo e si alleano con i capitalisti?
I loro accordi con il PD per mantenere le poltrone in Regione sono chiari e purtroppo parlano anche della svendita delle lotte in difesa dei posti di lavoro.
L’unica possibilità è quella di iniziare a recuperare il volto umano del lavoro, nazionalizzando la Severstal, ed impedendo ad altri aguzzini di gettarsi sulla preda per scarnificarla fino all’osso.
Solo la nazionalizzazione di quest’azienda, privata dell’egoismo del profitto, può garantire occupazione sicura, investimenti e rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori.
Su questo piano i lavoratori potranno contare sempre sull’appoggio sincero e senza tradimenti del PCL, un partito spudoratamente di parte, quella della classe operaia.
Stefano Amidani
Partito Comunista dei Lavoratori Sez. Livorno ( nucleo di Piombino )








