Dalle sezioni del PCL

CONTRO LE CHIUSURE AZIENDALI, I LICENZIAMENTI, LE BANDE RAZZISTE E FASCISTE

Volantino distribuito alla manifestazione antirazzista e antifascista di Mirano(Ve) del 12 dicembre

12 Dicembre 2009

Ancora una volta, di fronte alla crisi economica e istituzionale del sistema capitalistico, le classi dominanti rispondono con il governo più reazionario che l'Italia abbia conosciuto dal 1960. Un governo che fin dal suo insediamento ha perseguito un affondo populista e plebiscitario e suscitato le peggiori pulsioni razziste e xenofobe tra le masse piccolo-borghesi.

Questa politica razzista che mira a dividere lavoratori nativi e immigrati, per meglio colpirli nel salario, nei diritti e nelle tutele, ha inizio con la legge Turco-Napolitano, seguita dalla Bossi-Fini ed infine completata con il Pacchetto Maroni sulla sicurezza che ha introdotto il reato di clandestinità e reso gli immigrati schiavi di padroni senza scrupoli che arrivano fino all'assassinio per non corrispondere nemmeno quel misero salario guadagnato in ore di sfruttamento, come nel caso dell'operaio senegalese Ibrahim M'Bodi.

In Veneto almeno 250 mila lavoratori (nativi ed immigrati) attraversano una fase difficile sul fronte occupazionale ed i primi a subire gli effetti della crisi capitalistica sono proprio i lavoratori precari e gli immigrati. Proprio per impedire l'unità e la solidarietà di classe tra lavoratori nativi e immigrati, ponendosi a difesa di un padronato avido di profitti, la Lega Nord e le forze della destra hanno scatenato una campagna razzista e xenofoba nei nostri territori: a questa necessità risponde il progetto di legge regionale, poi riproposto sul piano nazionale, che mira a ridurre i diritti degli immigrati in tema di ammortizzatori sociali.
Nei territori comunali solerti sindaci sceriffo scatenano i vigili urbani nelle operazioni di “verifica e controllo” casa per casa degli immigrati, mentre il padronato leghista e fascista finanzia le proprie forze ausiliarie: le “ronde” padane e fasciste.

Nel Miranese si contano a migliaia i lavoratori in cassa integrazione, le chiusure aziendali, i licenziamenti. La crisi colpisce le aziende di ogni dimensione e di ogni comparto produttivo: Aprilia (stabilimenti di Scorzè e Noale), Industries (ex Pepper di Trebaseleghe), Eurografica—Lego (Martellago), Akza Nobel (Peseggia), Pometon (Spinea), Andelini, la ex San Marco Plast (Mirano) ed ancora Speedline Piovan, Fpt, Piarottolegno, Safilo.....della zona industriale di Santa Maria di Sala che nel 2008 occupava 8000 lavoratori. E come nel resto della regione i governi locali indicano negli immigrati il "capro espiatorio" della crisi capitalistica, imbarbarendo la società e i rapporti umani.

La giunta di destra di Mirano (Ve) fin dalla sua costituzione ha voluto emulare l'operato razzista e xenofobo di altre cittadine venete (Cittadella, Camposampiero....), mentre sull'onda reazionaria un esponente della maggioranza evidentemente nostalgico del fascismo ha proposto la rimozione del monumento del partigiano, che ricorda l'eccidio di 15 partigiani perpetrato dai fascisti tra il 25 luglio 1943 e il 27 aprile 1945 nella cittadina. Da qui un susseguirsi di atti amministrativi ed ordinanze che rendevano impossibile, per i requisiti abitativi ed economici richiesti, ottenere la residenza da parte dei lavoratori immigrati; riducevano gli spazi per le associazioni; aumentavano i costi per l'utilizzo delle sale pubbliche..... Nel mentre la Lega Nord di Mirano, forte della presenza in giunta, propagandava la necessità di telecamere e ronde “per la sicurezza” e su Facebook invitava a torturare gli immigrati.

Il Partito Comunista dei Lavoratori aderisce alla manifestazione di Mirano (Ve) contro la politica razzista e xenofoba della giunta comunale sulla base di un’autonoma proposta politica che rivolge all’insieme delle sinistre politiche e sindacali: la politica reazionaria dei governi, nazionali e locali, può essere abbattuta solo da una grande mobilitazione operaia e popolare a carattere prolungato che sulla base di una piattaforma unificante (blocco dei licenziamenti, estensione degli ammortizzatori sociali ed abrogazione delle leggi precarizzanti, riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, permesso di soggiorno per tutti, diritto al lavoro e alla casa, abolizione delle leggi razziste e cittadinanza a partire dai bambini nati in Italia, diritti politici e sindacali), costruisca una vertenza generale in grado di cacciare questo governo reazionario. Questa prospettiva, certo non facile, implica una condizione precisa: l’indipendenza delle sinistre da ogni cultura istituzionale e governativa; la loro totale autonomia politica dal PD, dall’IDV, da ogni partito borghese; l'impegno per l’unificazione e la radicalizzazione del movimento di massa.

pcl sezione di venezia

CONDIVIDI

FONTE

  • pclvenezia@yahoo.it