Dalle sezioni del PCL

A FIANCO DELLA LOTTA DEI LAVORATORI DELLA YAMAHA

18 Dicembre 2009

Grave è la decisione della casa giapponese della Yamaha di chiudere lo storico stabilimento di Gerno di Lesmo. La casa giapponese vuole spostarsi in Spagna per rincorrere nuovi ed ulteriori profitti. Sessantasei lavoratori rischiano di non avere neppure gli ammortizzatori sociali.

Come era prevedibile né la manfrine dei tavoli concertativi né gli appelli ai politici delle istituzioni hanno sortito finora alcun risultato. La protervia padronale può essere piegata solo dalla lotta dei lavoratori. In questo quadro è assolutamente positiva la decisione dei lavoratori e della Rsu della Yamaha di passare a forme di lotta ad oltranza. Il P.C.L. sosterrà incondizionatamente la lotta e la resistenza delle maestranze dello stabilimento di Gerno che hanno deciso di organizzare un presidio permanente e di accamparsi sul tetto. Nei prossimi giorni sarà importante che questa lotta non rimanga isolata. Il P.C.L. fa appello a tutte le forze di sinistra, politiche e sindacali, della Brianza perché attorno alla resistenza dei lavoratori della Yamaha si coaguli un fronte unico di lotta capace di sostenere le ragioni del mondo del lavoro. Un fronte unico di lotta che, nel dispiegare il conflitto sociale, costruisca una grande vertenza generale per opporsi ai licenziamenti e per far pagare la crisi a chi questa crisi l'ha provocata. Anche in Brianza è importante costruire un coordinamento delle aziende in crisi che rischiano la chiusura. Le fabbriche che minacciano la chiusura vanno occupate.

In un contesto sociale sempre più impoverito, dove una parte consistente della società sta scivolando al di sotto della soglia di vivibilità, dove la ricchezza prodotta dal lavoro umano si sposta dal basso verso l'alto, allargando a dismisura le disuguaglianze, rendendo i ricchi più ricchi e i poveri più poveri, è assolutamente necessario rilanciare le lotte dei lavoratori attorno ad obiettivi chiari ed irrinunciabili: blocco dei licenziamenti; riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario; un piano di investimenti pubblici sotto il controllo dei lavoratori. Bisogna aprire una nuova stagione di lotte per dire con forza che la crisi la devono pagare i padroni, i banchieri ed i pescecani della finanza, cioè coloro che l'hanno provocata e che ora la vogliono accollare alle classi subalterne del nostro paese.

Sezione della Brianza del Partito Comunista dei Lavoratori

CONDIVIDI

FONTE

  • pclbrianza@gmail.com