Dalle sezioni del PCL

Difendiamo il futuro dalla solita storia.

20 Novembre 2009

Difendiamo il Futuro dalla Solita Storia.

È bello sentirsi dire ogni giorno che la crisi a toccato il fondo e che stiamo lentamente risalendo.
È altrettanto meraviglioso sapere che le responsabilità non ci siano se non per i lavoratori, dipendenti tutti, piccoli artigiani a cui si aggiungono ora anche piccoli imprenditori che passano dalla parte dei sfruttati e schiacciati dal peso e dalla selezione capitalistica, e ancora studenti, pensionati, extracomunitari, precari, casalinghe ecc. Che dovranno farsi carico di ripagare questo ennesimo crollo in nome di cosa? Della democrazia?
I veri responsabili artefici di questa ennesima crisi del capitalismo, non sborseranno neppure un centesimo, al contrario, ci hanno già guadagnato sopra e ci trarranno ancora profitto.
Immensi cartelloni appaiono nei centri di molte città in cui una schiera di partiti si unisce all’insegna dei” Tutti uniti per il lavoro”. Esattamente la più famosa parola d’ordine del capitalismo: “ Privatizziamo i guadagni e socializziamo le perdite”.
La realtà e che si lavora tutti uniti per mettere a tacere la voce del popolo, facendolo accontentare di piccoli palliativi e facendolo confluire nella ragnatela delle infinite varianti del riformismo, tutte subalterne, in una forma o nell’altra alla borghesia e ai suoi vari governi antioperai.
“Tutti uniti per il lavoro”. Affermazioni vere?
Allora ci domandiamo come mai ci si accanisce tanto e si lavora così assiduamente per la disgregazione delle masse lavoratrici e non per l’unità, per l’assopimento e non per il risveglio. Da una parte ci si prende il merito di tener buoni i lavoratori (l’informazione che plasma le menti), dall’altra i lavoratori occupano 300 stabilimenti in Italia( l’informazione che nasconde). Da una parte si promuovono manifestazioni, mentre dall’altra si frena la partecipazione della forza lavoro. Da una parte si promuove lo “scudo fiscale”, vergognoso condono ai grandi evasori fiscali e alla criminalità finanziaria, consentendo oltretutto alle banche un nuovo incasso di oltre 10 miliardi in consulenze, commissioni ecc. Dall’altra si fa un attacco frontale al “contratto nazionale del lavoro”, l’atto finale di un percorso di svendita degli interessi dei lavoratori.
“l’ennesimo massacro è ancora in atto”.
Ora che l’ennesima crisi del sistema capitalistico si ripresenta con tutta la sua insolenza, fragilità fallimentare, nessuno, prova a discutere che ci possa essere un’alternativa di sistema. Mettere in dubbio l’inefficacia di questo sistema, “espressione di pochi”, e portare avanti idee di un socialismo “che si esprime in milioni di lavoratori”. Continuare a foraggiare il sistema capitalistico come prodotto ultimo, come il non plus ultra della storia, non porterà altro che a nuovi arretramenti per tutti i lavoratori. Emigrazione, morte, miseria e fame nel resto del mondo.
Nonostante le belle parole, restiamo attaccati alle nostre poltrone e se non bastano, usiamo il mondo del lavoro per prenderne di nuove, adottando tattiche politiche che si adeguano di volta in volta ai tempi che corrono. Con false parole si incentiva l’individualismo a discapito della socialità,
con false parole si incentivano i ceti bassi e medi di non occuparsi di politica, mentre perfino i loro “organi interni” sono gestiti dalla politica.
Anche questa volta basterà una semplice calcolatrice o depliant per convincere milioni di elettori che non si fanno domande a votare il potentato di turno.
Prendere in considerazione: che così facendo si continua a distruggere e ingannare la storia, allontanando sacrifici, lotte, uomini e donne che hanno dedicato la loro esistenza per un mondo più giusto, non se ne parla nemmeno, sono cose vecchie, irrealizzabili, utopiche, ma loro, l’hanno fatto,( tutt’ora fanno), per vedere le generazioni future sorridere e regalargli un mondo migliore, e non per rimanere servi della borghesia o collaboratori di governo con la borghesia (vedi i due governi antioperai di Prodi).
Questo è ciò che è stato e caratterizza sempre chi rimuove l’obiettivo del potere operaio, un obiettivo, un programma che conduca i lavoratori non a occupare qualche poltrona in un ministero borghese, ma alla costruzione di un governo “dei lavoratori per i lavoratori”. Dove il 90% della popolazione controlli il paese e non il contrario. Dove il 2% della popolazione mondiale non può elevarsi al controllo del restante 98%.
Coloro che dichiarano essere comunisti, sanno che “ci si deve applicare per realizzare ciò che è stato previsto”, i comunisti fanno previsioni legate ad un progetto attivo di modifica della storia che non è predeterminato da qualcuno, ma dipende in gran parte dall’intervento umano nella lotta di classe. È l’uomo che fa la storia!
Questa è una società marcia, salvano le banche, chiudono le fabbriche, nessun tetto agli stipendi milionari dei manager, ma blocco totale del salario miserabile dei lavoratori attivi.
Ora, incominciamo a pensare con la nostra testa, lasciamoci alle spalle borghesi e massoni che sono stati per secoli la nostra rovina. Organizziamoci in un grande partito dove saremo noi a decidere del nostro avvenire…e per quello dei nostri figli.
“L’unità non è mai mancata quando si trattava di colpire la propria base sociale; è mancata quando si trattava di difenderla”.


Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori.
(nucleo montano-sez.Ancona)

Youri Venturelli

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FONTE

  • youri.v@alice.it