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DOPO I GRAVI FATTI DI PISTOIA
12 Ottobre 2009
un' operazione di polizia in perfetto stile sudamericano
Quello che accaduto ieri a Pistoia è gravissimo e si può apertamente parlare di una provocazione organizzata ai danni degli antifascisti toscani. Riportiamo la cronaca dei fatti del compagno presente al presidio che si è formato davanti alla Questura.
Pistoia: 17 fermati nel corso di una assemblea riunita presso il circolo 1° Maggio per discutere del rondismo
La situazione di Pistoia è di forte tensione. Già l'anno passato c'erano stati scontri dopo l'apertura della sede di Casapound in una zona storicamente antifascista a due passi dalla storica Breda. In quella occasione fu organizzata un' importante manifestazione antifascista regionale alla quale abbiamo aderito anche noi come PCL.
L'operazione Casapound a Pistoia è ovviamente un' atto di provocazione ( anche per la collocazione della sede) come altre sul territorio nazionale, ma, presumibilmente, all’interno di un progetto regionale. La scelta di Pistoia andrebbe maggiormente indagata, ma credo che la priorità di un sito o di un'altro sia legata alla disponibilità di presenze in loco di sostenitori e finanziatori più o meno occulte e di fascisti in doppio petto tipo il consigliere Tomasi AN-PDL. La Toscana è un ghiotto obiettivo per il fascistume di ogni genere ( Lega compresa) e, sicuramente per la loro strategia d’occupazione, Pistoia ha i requisiti della testa di ponte.
ore 16,30- Avviene la presunta e strana aggressione alla sede di Casapound posta a poche centinaia di metri dal circolo 1° Maggio dove è prevista una assemblea per discutere del fenomeno rondista.
ore 18,30 La polizia si presenta davanti al circolo. Prende le generalità dei presenti e di chi sta arrivando. Chi arriva, seppure nella meraviglia si sottopone all'accertamento e pensa di poter poi continuare
l' assemblea.
Evidentemente un ordine dall'alto fa cambiare atteggiamento alla polizia che carica sulle auto i presenti, 17 tra compagne e compagni, e li porta in questura.
Da li la prima richiesta di aiuto parte intorno alle 19 e da via al tam-tam che si irraggia in Toscana.
Quando arrivo, intorno alle 21,30 c'è solo un compagno di Cecina e un giovane avvocato amico di uno dei fermati e che farà poi da tramite per le notizie dall’interno della Questura. Ci sono un paio di genitori perché almeno due dei fermati sono minorenni. Poca la presenza di pistoiesi.. Intorno alle 22 cominciano ad arrivare, a gruppetti, compagni da Firenze, Livorno, Massa.. Alle 22,30 siamo a 50-60 presenze. La strada è occupata e il traffico bloccato. Le auto che arrivano dalle due parti sono costrette a fare inversione. A mezzanotte sono usciti, con il verbale in mano, 4 ragazze ed un ragazzo, prima due, poi una, poi un''altra e un'altra. Dopo mezzanotte qualcuno pensa bene di andare a prendere pizze e bibite per i trattenuti. C'è stanchezza, ma anche voglia di solidarietà. Qualcuno si organizza per andare a prendere le auto dei fermati rimaste davanti al circolo 1° maggio. Nel percorso passano davanti alla sede di Casapound dove sono presenti una decina di individui. Si noti che durante il denunciato attacco, nella sede era presente un iscritto e il consigliere comunale di AN PDL Tomasi ( ovviamente li per caso, come dichiara al Tirreno).
Dal verbale, dato in copia ai fermati, simile, nella sostanza, a quello rilasciato al gestore del circolo, risulta che la polizia è arrivata al circolo 1° Maggio, dopo l'attacco a Casapound, su "indicazione confidenziale". Si parla di testimoni oculari che avrebbero visto una quindicina di giovani scappare dalla sede attaccata con in mano bastoni e cinture. Sempre nel verbale si dichiara che la polizia era entrata al 1° Maggio alla ricerca di mazze, bastoni e "tirapugni e che, dopo circa mezz'ora di perquisizione, niente si era trovato.
Alle sette del mattino, dodici ore dopo dall’inizo dell’operazione, , solo tre dei fermati ( due compagni ed una compagna) sono arrestati e tradotti al carcere di Sollicciano a Firenze. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere . Sembra che nell’auto di uno di loro la polizia abbia trovato delle catene.
Un’operazione di Polizia in stile sudamericano, per ammonire, intimidire, annichilire?
Dopo poche ore alla provocazione poliziesca la risposta è stata di esemplare reattività.
Il presidio partecipato nonostante la domenica, che ha richiamato compagni e compagne da posti lontani oltre cento chilometri nonostante l’ora, la costante presenza davanti alla Questura fino all’uscita almeno di 14 dei 17 fermati, le assemblee e le mobilitazioni del giorno dopo a Livorno, Pisa, Versilia ( quelle a noi note) , sono a dimostrare la vitalità di un movimento antifascista che non si fa intimidire . Anzi, che impara a confrontarsi e sottolinea positivamente la crescente volontà di incontro e di collaborazione di realtà diverse ( erano presenti compagni/e di Firenze, Pistoia, Livorno), mediamente molto giovani. Noi, come PCL toscano, siamo stati tra i primi a cogliere questo elemento, questa necessità di incontro, e a lavorare per allargare il fronte di organizzato antifascista e antirazzista. Prima il CAAV in Versilia ( momento di collegamento già consolidato in due anni di lavoro) , poi il CAAT lanciato appena il 19 settembre scorso e che vede ancora e nuove adesioni, hanno colto l' essenza di un bisogno, quello di trasformare una sparpagliata resistenza, in una più compatta forza d'attacco. Bisogna crederci e lavorarci
Domenico Marsili
PCL Versilia
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Comunicato stampa sui fatti di pistoia. Fuori tutt* subito!
Nella giornata di domenica a Pistoia sono stati arrestati due nostri
compagni (tre in tutto) con l'accusa di lesioni e devastazione di un
circolo fascista di casa Pound.
Innanzitutto ribadiamo la totale estraneità degli arrestati a quei fatti
visto che sono stati condotti in questura dopo oltre tre ore dagli
stessi, prelevati da un circolo Arci a poche centinaia di metri da Casa
Pound mentre stavano facendo un'assemblea regionale sul tema ronde.
E' quantomeno strano che persone che avrebbero compiuto un'irruzione
all'interno di una sede fascista si ritrovino poi tranquillamente a
poche centinaia di metri in assemblea senza preoccuparsi minimamente di
eventuali rappresaglie o interventi delle forze dell'ordine.
Inoltre dalle testimonianze riportate dai giornali si parla di un gruppo
di giovanissimi mentre fra i venti riuniti in assemblea c'erano molte
donne e uomini tutt'altro che giovani.
A parte questa evidenza che smonta a priori la tesi degli inquirenti,
non si capisce poi su quali basi siano stati comminati i tre arresti che
rimangono in ogni caso una misura ingiustificabile per quel tipo di capi
d'accusa.
Probabilmente la presenza di un esponente del PdL all'interno della
struttura al momento dell'irruzione ha fatto si che ci fossero pressioni
politiche sulla questura stessa che per fare venti identificazioni ha
impiegato 12 ore in cui non era nemmeno possibile parlare con chi stava
dentro e nemmeno fornire assistenza medica ad una ragazza che necessita
di una terapia particolare per problemi di salute.
Un atteggiamento di rappresaglia da parte della questura di Pistoia che
non ha mai avuto nei confronti di ben due sedi fasciste che sono aperte
nel giro di un paio d'anni in città: quella di Casa Pound e di Forza
Nuova. Due gruppi di estrema destra che ormai scorrazzano anche in molte
altre città della Toscana, tollerati e spesso coperti da amministrazioni
e forze dell'ordine. La presenza di un consigliere del PdL all'interno
della struttura ne è un esempio lampante.
Al fianco dei tre compagni e di tutti gli antifascisti.
Movimento Antagonista Livornese








