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UNIRE E RADICALIZZARE LA LOTTA DEI PRECARI

comunicato nazionale PCL

1 Ottobre 2009

UNIRE E RADICALIZZARE LA LOTTA DEI PRECARI

Il governo Berlusconi sta realizzando il licenziamento di fatto di decine di migliaia di precari della scuola in tutta Italia, puntando oltretutto sulla loro divisione.
Questa operazione non deve passare. Ma per bloccarla realmente non è sufficiente la pur importante manifestazione di oggi. E’ necessario puntare ovunque sulla generalizzazione e radicalizzazione delle lotte in corso e sulla loro unificazione con una mobilitazione vera dell’intero popolo della scuola .
1) Va affermato l’obiettivo unificante dell’assunzione di tutti i precari: con la cancellazione dei tagli indecenti di Gelmini- Tremonti ( tanto più indecenti a fronte delle nuove regalie a scuole e università private già garantite al Cardinal Bertone), e con l’obiettivo del tetto massimo dei 20 alunni per classe in ogni ordine e grado di scuola.
2) Va organizzata e praticata ovunque la forma di azione diretta già promossa in alcune situazioni locali: a partire dall’occupazione di provveditorati e uffici scolastici provinciali o regionali. Perché le stesse lotte operaie (v. INNSE) dimostrano che solo la lotta dura può pagare.
3) Va ovunque ricercata non la semplice solidarietà ma l’ azione comune di lotta con il grosso della categoria degli insegnanti e con tutti i lavoratori della scuola, puntando sulle comuni ragioni di contrasto della politica della Gelmini: rilanciando la prospettiva di una grande mobilitazione della scuola capace di continuità e di autorganizzazione democratica, scuola per scuola, territorio per territorio, sino al livello nazionale.
Un anno fa, una mobilitazione imponente di insegnanti e studenti riuscì a mettere in difficoltà il governo Berlusconi- Gelmini, incidendo per una fase sull’opinione pubblica e rapporti di forza. Ma quella mobilitazione e le sue potenzialità furono tradite o disperse: dai vertici sindacali della stessa CGIL, che giunsero allo sciopero della scuola DOPO il voto parlamentare della controriforma; dal PD, già coinvolto nelle controriforme degli ultimi 15 anni, che s’inventò la promessa di un referendum ( in compagnia di Di Pietro) con l’unico scopo di fermare la mobilitazione; dalle stesse direzioni della cosidetta sinistra radicale, subalterne di fatto al PD e all’apparato della CGIL, che infatti non avanzarono alcuna proposta di continuità e organizzazione del movimento..
Un anno dopo la ritrovata arroganza di Berlusconi- Gelmini, e lo stesso attacco ai precari, sono il frutto di quella occasione mancata. Ma questa è una ragione in più per far tesoro dell’esperienza e voltare davvero pagina. Solo una lotta dura, radicale, ad oltranza, capace di determinare l’ingovernabilità sociale delle misure Gelmini, può fermare il governo e strappare risultati. La manifestazione di oggi può e deve essere il momento di rilancio di una grande battaglia di massa sulla scuola, determinata questa volta a vincere.
Il PCL si batterà ovunque per sostenere e sospingere questa battaglia . E fa appello a tutte le sinistre politiche , sindacali , di movimento- all’interno e al di fuori della scuola- a promuovere unitariamente il salto della mobilitazione, contro ogni logica di autorecinzione di sigla e di divisione dei lavoratori

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