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INNSE: è partita la trattativa in Prefettura

La polizia è sempre ai cancelli e i cinque sul carro ponte. Ma c'è fiducia

11 Agosto 2009

La tempesta della notte ha provocato qualche danno, ma sono altri i pensieri con cui comincia la giornata.
In Prefettura in mattinata si avvia la danza fra le "parti contraenti", ossia i vari proprietari (delle macchine, dei capannoni e dell'area) e il gruppo Camozzi disponibile a rilevare tutto per rilanciare l'attività e riassumere i lavoratori. Non mi dilungo qui sui dettagli perché già noti dalla stampa ("Sole24 ore": http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=127761)
Al presidio, che si fa sempre più numeroso, idea comune è che molto difficilmente si arriverà a chiudere in serata. I soggetti padronali che devo accordarsi sono molti e ognuno cercherà di sfruttare la situazione.
Ma qualcuno comincia a chiedersi: perché deve continuare il presidio militare degli impianti?
Si è avviata la trattativa, ora le bocce sono ferme, la polizia potrebbe ritirarsi: non sono certo i lavoratori a minacciare l'incolumità delle macchine, visto che sono proprio loro i primi interessati a conservarle... Così i cinque da sei giorni asserragliati sopra il carro ponte nei capannoni vuoti potrebbero finalmente scendere e abbracciare i compagni e i famigliari...
Ma è evidente che per tutte le parti padronali è importante tenere fuori il più possibile i lavoratori dalla fabbrica e anche il sindacato non ha intenzione di fare le barricate su questo...
Non c'è rabbia tuttavia per questo ultimo (si spera) sopruso. Piuttosto ci si interroga sul "nuovo" padrone, la Camozzi di Brescia, e sulle sue intenzioni.


Chi è il Gruppo Camozzi che tratta l'acquisto della INNSE

Si tratta di un gruppo internazionale che opera in settori diversi, in particolare nelle macchine utensili e nel settore energetico. Possiede vari stabilimenti in Italia e filiali (per lo più commerciali) in 19 paesi, fra cui USA, Russia, Cina, Germania, Messico, Brasile, Argentina... (http://www.camozzi.com/camozzi/content/view/109/87/lang,it/; http://www.camozzigroup.com/camozzigroup/content/view/330/208/lang,it/; http://www.camozzigroup.com/camozzigroup/content/view/329/207/lang,it/). E' facile e naturale fare un collegamento fra l'acquisizione della INNSE (che produce macchine utensili adatte all'impiantistica di grandi dimensioni) e l'impegno nel gruppo nel settore energetico. Il gruppo, che già partecipa a una joint venture nel settore nucleare (la Mangiarotti Nuclear spa) potrebbe puntare, visti i piani del governo, a svilupparsi proprio in questa direzione...


Rilancio col nucleare?

Questo del nucleare, tuttavia, è un problema a venire e sarebbe semplicemnete idiota e controproducente porlo adesso in termini del tutto virtuali, nel corso di una trattativa che ha per oggetto la salvezza dei posti di lavoro e il rilancio produttivo.
Personalmente ho sempre ritenuto che hanno torto marcio quegli ambientalisti che imputano alla classe operaia le scelte negative per l'ambiente operate del capitale. Significa ignorare il punto nodale che le determina: in questo sistema sociale è il capitale che decide che cosa e come produrre in base alle sue convenienze (quando i lavoratori e la società non riescono a porgli dei vincoli). Sarebbe concretamente inefficace chiedere ai singoli una sorta di "obiezione individuale" e nel contempo guardarsi bene dal mettere in discussione il sistema del profitto...
Altro occorre chiedere agli operai e al movimento operaio. Se essi non vogliono essere complici subalterni del capitale devono assumersi la responsbailità di prendere posizione sulle grandi opzioni strategiche di sviluppo e battersi con coerenza per affermarle. Una di queste opzioni riguarda certo l'energia e il nucleare. Ma solo l'impegno della maggioranza delle organizzazioni politiche e sindacali del movimento operaio può bloccare l'opzione nucleare e imporre l'opzione delle fonti rinnovabili; non certo l'obiezione individuale dei singoli e neppure, da sola, la lotta settoriale dei lavoratori dell'elettromeccanica...
Sono forse problemi di là da venire ma è meglio avere le idee chiare.
Ora la priorità delle priorità è fare in modo che questo nucleo di classe operaia, che ha dimostrato in questa lotta tutto il suo valore, non esca sconfitto e non venga disperso. La sua difesa è un capitale per ogni lotta futura.
In secondo luogo l'ostinata lotta della INNSE va difesa e sostenuta fino alla vittoria perché rappresenta un esempio per decine di migliaia di lavoratori impegnati già adesso e soprattutto nei prossimi mesi nella difesa del posto di lavoro.
In ultima analisi rappresenta una lezione che tutto il movimento operaio deve reimparare: solo la lotta paga, anche e soprattutto nelle condizioni più difficili e apparentemente disperate: solo la determinazione e lo spirito di sacrificio degli operai e dei lavoratori può smuovere la solidarietà e piegare le controparti.
Certo: l'ostinazione e il coraggio devono essere ben diretti, devono porsi obiettivi utili ed efficaci. Qui si apre la riflessione sulle rivendicazioni e sul coordinamento delle lotte che il caso INNSE ha per ora solo posto, ma non risolto.
Ma sarebbe bello che se ne possa parlare da domani avendo messo alle spalle una vittoria.
Una vittoria di enorme importanza per questi 49 operai che hanno resistito tenacemente per 15 mesi (e per molto tempo quasi da soli).
Una vittoria di enorme significato per tutto il movimento dei lavoratori alla vigilia di una stagione difficilissima.
(t.b., 10 agosto 2009)


Nelle foto che seguono (a questo link: http://tbagarolo.blogspot.com/2009/08/innse-e-partita-la-trattativa-in.html) una sorta di cronaca per immagini di questa giornata di attesa e di speranza.

In questo video Maria Sciancati (FIOM) fa il punto sullo stato della vertenza, dopo aver parlato con i cinque sul carro ponte: http://www.facebook.com/video/video.php?v=1140048713794&ref=mf.

Un operaio legge al megafono alcuni messaggi di solidarietà. Il più bello è la notizia che sette operai di un cantiere di Marcellina (Roma) si sono asserragliati a 50 metri su un silo per respingere la chiusura dell'azienda (http://www.facebook.com/note.php?note_id=114567951601&id=109426777441&ref=mf).

Come tutta la settimana scorsa, anche oggi lunedì (e così domani), diversi compagni del Partito Comunista dei Lavoratori, a partire dal portavoce nazionale Marco Ferrando, sono stati presenti al presidio.

In serata gli operai della INNSE hanno partecipato alle celebrazione dei 15 martiri di Piazzale Loreto trucidati 65 anni fa dai nazifascisti. Hanno ricordato nel loro intervento che nella loro fabbrice c'è una lapida che ricorda i 12 operai deportati in Germania, e mai più ritornati, per essersi battuti per impedire lo smantellamento e il trasferimenti degli impianti in Germania... La continuità fra la lotta antifascista e l'odierna lotta per il lavoro è più stretta di quanto si pensi (http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_agosto_10/eccidio_partigiani_piazzale_loreto_damico-1601653001209.shtml). Alla celebrazione erano resneti forse 2000 persone che hanno applaudito a lungo i rappresentanti degli operai in lotta.

Tiziano Bagarolo

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FONTE

  • tiziano.bagarolo@tele2.it