Rassegna stampa

INTERVISTA | KHALED HIDADI «Questo paese deve farla finita con la frammentazione sociale e religiosa»

Per il segretario del Partito comunista libanese, che corre da solo, bisogna cambiare la legge elettorale «settaria»

7 Giugno 2009

Da "Il Manifesto"- 7giugno 2009- pag.9- INTERNAZIONALE -
Interessante intervista al leader del Partito Comunista Libanese

Per il segretario del Partito comunista libanese, che corre da solo, bisogna cambiare la legge elettorale «settaria»
«Non siamo un partitino di nostalgici come forse crede qualcuno. Siamo un partito con tanti giovani, presente ovunque, con un ben organizzato dipartimento internazionale e al quale fa riferimento stabilmente o occasionalmente un 10% di libanesi». Alza la voce Khaled Hidadi, segretario generale del Partito comunista libanese, quando parla del presente e del futuro del suo partito. Nonostante la percentuale indicata da Hidadi, il Pcl non avrà rappresentanti nel nuovo Parlamento. Alle elezioni che si tengono oggi, i comunisti libanesi si presentano da soli, sganciati dai due schieramenti contrapposti - la maggioranza filo-Usa e l'opposizione guidata da Hezbollah - e, sulla base del sistema elettorale maggioritario non hanno alcuna possibilità di vedere eletti i propri candidati.

Segretario, perché correte da soli. Non è un suicidio politico?

Dipende da quale tipo di risultati si parla. Noi la nostra vittoria l'abbiamo già ottenuta riaffermando le nostre idee, i nostri principi per il progresso del Libano. Chiariamo subito che siano contro il «14 marzo» di Saad Hariri, la cui agenda politica favorisce gli interessi americani. Siamo con Hezbollah e il resto dell'opposizione quando ci riferiamo alla difesa del Libano dalla minaccia israeliana e alla protezione della «resistenza». Non dimentichiamoci che il Pcl è stata la prima forza libanese a dare inizio alla lotta armata contro l'occupazione israeliana, poi sono giunte tutte le altre, incluso Hezbollah. Allo stesso tempo siamo una formazione che punta al progresso sociale, che crede nell'uguaglianza tra uomini e donne, che rifiuta il capitalismo e che lotta contro il sistema confessionale e settario in Libano.

Sistema di cui chiedete la fine...

Certo, è fondamentale. Il Libano potrà superare i problemi che sono stati alla base della guerra civile, di scontri armati e di tensioni solo abbattendo la frammentazione sociale e religiosa. Quello che proponiamo da tempo è la modifica immediata della legge elettorale. Oggi abbiamo un maggioritario molto rigido e 26 distretti elettorali. È una cornice dentro la quale vengono favoriti i clan familiari e il voto di scambio. Chiediamo perciò il proporzionale e che il Libano sia un unico distretto elettorale. In questo modo gli elettori saranno chiamati a scegliere sulla base dei programmi dei partiti e non dell'affiliazione religiosa e di altre motivazioni. Sarà possibile favorire anche la nascita di altre formazioni politiche, di sole donne, ad esempio. Nonostante le libanesi siano più libere rispetto alle donne di altri paesi arabi, a queste elezioni sono invisibili e la loro presenza in Parlamento sarà simbolica.

Tornando alle elezioni. Si dice che Hezbollah e Aoun vi hanno chiesto voti senza garantirvi candidature credibili. È vero?

Solo in minima parte. Il problema è un altro, ed è la difesa dei nostri principi. Con Hezbollah siamo in perfetta sintonia quando parliamo di resistenza e di opposizione ai disegni americani e israeliani. Con Aoun siano d'accordo sulla lotta alla corruzione nella vita pubblica libanese. Con entrambi siamo in disaccordo quando chiediamo la fine del settarismo e la modifica radicale del sistema elettorale. Per questo abbiamo preferito presentarci da soli, ma solo in cinque distretti in modo da non togliere voti alle liste dell'opposizione nelle circoscrizioni più incerte. Non possono certo accusarci di essere dei guastatori.

di mi. gio. - BEIRUT

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FONTE

  • mikmak@infinito.it