Dalle sezioni del PCL
programma elettorale comunali di san giuliano milanese
PCL
11 Maggio 2009
INTRODUZIONE
La politica italiana negli ultimi quindici anni ha visto alternarsi governi nazionali di centrodestra e centrosinistra che, al di là del diverso personale politico e in alcuni casi dei diversi settori imprenditoriali di riferimento, hanno operato in una sostanziale continuità di politiche economiche neoliberiste di forte impatto antipopolare.
Prima Berlusconi per cinque anni, poi Prodi e oggi di nuovo il Pdl hanno tragicamente confermato il proseguirsi di scelte politiche ed economiche, a vantaggio del grande padronato a scapito di lavoratori, pensionati e studenti.
Ad un anno dalla nascita del Partito Comunista dei Lavoratori la nostra organizzazione vuole affrontare questa scadenza elettorale per rappresentare le ragioni e gli interessi di quel mondo del lavoro e di tutte le classi subordinate al capitale, presentandosi quale forza distinta, alternativa e contrapposta ai due poli dell’alternanza borghese e padronale.
Escludiamo quindi fin dall’inizio della campagna elettorale ogni eventuale alleanza elettorale con il centrosinistra e ogni apparentamento al ballottaggio per sindaci e presidenti di provincia. Tanto più che il fallimento del progetto bipolare del PD a livello nazionale e locale, con la frammentazione delle forze moderate e riformiste da una parte e il ricompattamento della destra dall’altro, dimostra che il rilancio di un movimento di lotta dei lavoratori passa attraverso l’indipendenza assoluta dagli interessi, dai programmi e dalle forze padronali.
Il presentarci autonomamente e senza alleanze con altre liste, quindi, è una scelta obbligata: deriva dalla constatazione che l’unità a tutti i costi con il centrosinistra governativo e borghese non ha fatto altro che alimentare i peggiori pregiudizi reazionari fra la popolazione, perché la politica di quei partiti ha risparmiato i poteri forti e non ha sostenuto i bisogni sociali.
Quegli stessi pregiudizi sono stati alimentati e coltivati da una destra aggressiva, che fa del razzismo il manganello con cui dividere i lavoratori, utilizzando anche la bandiera del maschilismo e del patriottismo.
I quartieri popolari di San Giuliano, da Serenella a Zivido, da Borgolombardo a Sesto Ulteriano, richiedono risposte di sicurezza e sostegno sociale, non la criminalizzazione degli stranieri a suon di video camere, ronde e polizia.
E’ nostra intenzione denunciare i finti allarmi attraverso un’informazione reale e sostenere un forte intervento sociale verso quei soggetti che, emarginati e costretti a vivere in condizioni miserevoli, sono facilmente portati a compiere atti delittuosi per poter campare e a fornire facile manodopera per le grandi organizzazioni criminali.
Il Partito Comunista dei Lavoratori si presenta con un proprio programma indipendente di rivendicazioni e proposte sia sulla politica nazionale che su quella più strettamente amministrativa e locale. A partire dalla lotta contro i drammatici effetti sociali della crisi capitalistica e contro il governo più reazionario che l’Italia abbia conosciuto dal 1960.
Al di fuori e contro ogni gioco istituzionale e partitico, ci proponiamo di garantire un permanente controllo sulle scelte della futura giunta comunale attraverso una battaglia dentro e fuori le istituzioni, capace di organizzare sul nostro territorio la difesa delle condizioni di vita e di lavoro della popolazione lavoratrice e costruire una forza comunista rivoluzionaria.
PER UNA LOTTA GENERALE
PER UN PROGRAMMA ANTICAPITALISTA
PAGHI CHI NON HA MAI PAGATO
La politica nazionale, ovviamente, è il contesto necessario per sostenere localmente la battaglia a difesa della maggioranza lavoratrice e, al contempo, è la cartina di tornasole per misurare la totale incoerenza delle forze che sul nostro territorio predicano bene mentre a Roma votano o hanno votato le peggiori leggi antipopolari.
Dopo avere mantenuto una rigorosa opposizione ai due governi dell’alternanza borghese, quello Prodi e quello Berlusconi, il PCL propone a tutte le organizzazioni del movimento operaio e popolare di promuovere unitariamente una grande vertenza generale del mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati.
Una vertenza tesa ad unificare le ragioni di tutti gli sfruttati contro il padronato e il governo Berlusconi, in totale autonomia dai dirigenti borghesi e filo padronali del centro sinistra.
PER LA DIFESA DEL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO E DEL DIRITTO DI SCIOPERO: contro l’assalto congiunto di governo, Confindustria, CISL, UIL, che vogliono azzerare diritti e conquiste fondamentali
PER IL BLOCCO GENERALE DEI LICENZIAMENTI: perché nessun lavoratore deve finire su una strada, per la crisi o la speculazione dei suoi padroni.
PER IL DIRITTO ALLA CASSA INTEGRAZIONE PER TUTTI I LAVORATORI CON LA COPERTURA DELL’80% DEL SALARIO: perché ogni lavoratore ha diritto ad una protezione sociale dignitosa, indipendentemente dalle dimensioni e dai caratteri dell’azienda in cui lavora.
PER LA RIPARTIZIONE TRA TUTTI DEL LAVORO CHE C’E’, CON LA RIDUZIONE PROGRESSIVA DELL’ORARIO A PARITA’ DI PAGA: perché non possono essere i lavoratori a pagare, con la disoccupazione, la crisi del capitalismo.
PER UN VASTO PIANO DI OPERE PUBBLICHE DI UTILITA’ SOCIALE, PAGATO DAI GRANDI PATRIMONI, RENDITE, PROFITTI ( EDILIZIA POPOLARE E SCOLASTICA, RISANAMENTO EDILIZIO ANTISISMICO, RIASSETTO IDROGEOLOGICO, BONIFICA DEL TERRITORIO..) : perché tanto più oggi è necessario generare nuovo lavoro, al servizio delle esigenze della maggioranza della società.
PER LA PIENA ASSUNZIONE, A TEMPO INDETERMINATO, DI TUTTI GLI ATTUALI PRECARI, E LA CANCELLAZIONE DI TUTTE LE LEGGI DI PRECARIZZAZIONE ( DAL PACCHETTO TREU ALLA LEGGE30) : per cancellare la piaga del supersfruttamento, della ricattabilità sociale, della privazione di futuro.
PER UNA VERA INDENNITA’ DI ALMENO 1000 EURO NETTI MENSILI E DETASSATI PER TUTTI I DISOCCUPATI CHE CERCANO LAVORO: perché ogni disoccupato ha diritto a vivere, senza sottostare a umiliazioni e ricatti.
PER IL PERMESSO DI SOGGIORNO A TUTTI I LAVORATORI IMMIGRATI: per porre fine ad una discriminazione intollerabile, usata per di più come arma di ricatto contro i lavoratori italiani.
PER LA DIFESA E SVILUPPO DELLA SCUOLA PUBBLICA E DELL’UNIVERSITA’ PUBBLICA, CONTRO OGNI LORO PRIVATIZZAZIONE E CONTRO LA SISTEMATICA POLITICA DEI TAGLI: perché l’istruzione non può essere sacrificata alle regalie pubbliche verso imprese e banche, ma va rilanciata e riorganizzata sotto controllo dei lavoratori, degli studenti, degli insegnanti.
PER LA CANCELLAZIONE DEI TICKETS SANITARI! PER UN FORTE INVESTIMENTO NELLA SANITA’, NELLA SCUOLA, NELLE PENSIONI, FINANZIATO innanzitutto:
• DALL’ABOLIZIONE DEI FONDI A SCUOLA E SANITA’ PRIVATE: perché sono fondi sottratti ai servizi pubblici e per di più a vantaggio di vergognose speculazioni.
• DALL’ABBATTIMENTO DELLE SPESE MILITARI E DEI TRASFERIMENTI PUBBLICI ALLE GRANDI IMPRESE PRIVATE: perché è assurdo che enormi risorse pubbliche, pagate dai lavoratori, siano destinate a strumenti di guerra e ai profitti privati.
• DALLA TASSAZIONE PROGRESSIVA DEI GRANDI PATRIMONI, PROFITTI, RENDITE: perché le grandi ricchezze sono le vere regine dell’evasione fiscale, legale e illegale.
• DALL’ABOLIZIONE DEI PRIVILEGI CLERICALI: perché è scandaloso che la Chiesa e le sue enormi proprietà sottraggano oltretutto risorse pubbliche alla società
• DALL’ABOLIZIONE DEI PRIVILEGI ECONOMICI DI MANAGER, PARLAMENTARI, CONSIGLIERI REGIONALI: perché è intollerabile, ad esempio, che un manager possa guadagnare in un mese ciò che un lavoratore guadagna in dieci anni.
PER LA DIFESA DEI POSTI DI LAVORO MINACCIATI, ANCHE ATTRAVERSO LA NAZIONALIZZAZIONE SENZA INDENNIZZO DELLE AZIENDE IN CRISI, SOTTO IL CONTROLLO DEI LAVORATORI: perché è una misura che può salvare dalla disoccupazione centinaia di migliaia di operai, colpiti da ristrutturazioni , speculazioni, delocalizzazioni, unificando le loro ragioni.
PER LA NAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE, SENZA INDENNIZZO PER I GRANDI AZIONISTI, E SOTTO CONTROLLO SOCIALE: perché è una misura necessaria per sgombrare il campo da un’autentica associazione a delinquere; per riorganizzare dalle fondamenta l’intera economia; per liberare verso destinazioni sociali le risorse pubbliche oggi regalate ai banchieri.
CONTRO LA TRUFFA DEL FEDERALISMO
DALLA PARTE DEI LAVORATORI
Il federalismo si traduce in una ulteriore riduzione delle risorse disponibili per gli enti locali, in ulteriori processi di privatizzazione dei servizi e di aumento delle imposte locali, in un aggravamento delle disuguaglianze sociali e territoriali.
Sosteniamo la solidarietà fra lavoratori su tutto il territorio nazionale, usando le risorse pubbliche sotto controllo operaio per soddisfare i bisogni sociali della popolazione e non per sostenere le attività speculative di bancarottieri, guerrafondai e manager d’oro.
La recessione fa confluire risorse pubbliche nelle casse delle banche e delle grandi aziende.
Il federalismo aggraverebbe questa situazione, aumenterebbe la divisione fra nord e sud del paese e fra le classi sociali.
Al contrario, pensionati, precari, operai, dipendenti, artigiani e piccoli commercianti hanno il diritto, ovunque, ad avere condizioni economiche in grado di garantire a sé e ai propri figli una vita dignitosa senza la quale ogni scelta diventa impossibile.
Le donne, come in ogni contingenza economica di crisi, saranno spinte fuori dai luoghi di lavoro, non solo a causa dei licenziamenti, ma anche per la riduzione e la privatizzazione dei servizi indispensabili ad una organizzazione famigliare che non costringa le madri, le figlie, le nuore ad occupare il proprio tempo in costante e gratuito lavoro di accudimento. Rischiamo di tornare indietro, anziché percorrere la strada della cura sociale dei bambini, degli anziani e dei malati.
La crisi sta riducendo la possibilità per i giovani di scegliere il proprio futuro. La nuova generazione, molto probabilmente, sarà costretta a vivere con l’aiuto di quella dei padri e delle madri, posticipando, non si sa per quanto, scelte di vita e di relazione.
La speculazione edilizia, la privatizzazione dei servizi e la precarizzazione del personale pubblico sono i tre capisaldi delle politiche padronali contro i comuni e gli enti locali da almeno dieci anni.
Il patto di stabilità è lo strumento con cui i governi centrali strangolano i bilanci comunali e soffocano le tanto sbandierate autonomie locali. Si tratta dell’attuazione del patto di stabilità deciso a livello europeo negli anni novanta che è stato conseguito da Prodi e Berlusconi smantellando scuola, sanità, previdenza sociale e trasporti pubblici. Contemporaneamente i due poli politici che rappresentano la borghesia favoriscono gli aiuti alle imprese private, alle banche, agli interventi militari nei punti nevralgici del pianeta.
Assistiamo da un ventennio allo spostamento delle aziende in paesi in cui i “nostri” padroni possono sfruttare più facilmente quei lavoratori.
Le maggioranze comunali di centro sinistra del nostro comune hanno favorito questo fenomeno permettendo il cambiamento d’uso dei terreni, da uso industriale a uso residenziale.
Vediamo, altresì, la più generale trasformazione di Sesto Ulteriano in zona di ipermercati su modello della peggiore hinterland milanese. Verifichiamo giorno dopo giorno che la nostra zona si trasforma in base per la logistica su Milano.
In questa trasformazione economica il lavoro precario è in continuo aumento, anche in aziende storiche come la Bindi. L’utilizzo discriminatorio dei lavoratori stranieri favorisce la divisione fra lavoratori, abbassa il salario medio di tutti e alimenta un pregiudizio razzista diffuso. La difesa di uguali salario e diritti a parità di lavoro è il modo con cui il PCL difende i lavoratori contro il capitale produttivo e finanziario.
Un consiglio comunale dei lavoratori deve mobilitarsi e chiamare alla lotta l’interra popolazione, fornendo tutto l’aiuto possibile a chi difende in prima persona il posto di lavoro e con esso il futuro del territorio in cui vive.
Per difendere la condizione generale dei lavoratori il PCL traduce il proprio programma anticapitalistico e la propria scelta di classe nelle seguenti proposte:
NO ALLA TRUFFA DEL FEDERALISMO
PER UN AUMENTO DEI TRASFERIMENTI PUBBLICI AGLI ENTI LOCALI; SOTTO CONTROLLO POPOLARE, FINANZIATO DALLA TASSAZIONE DEL GRANDE CAPITALE
Per l’abolizione del patto di stabilità, cappio al collo degli enti locali, e il pieno utilizzo sociale delle risorse disponibili. Abolizione delle addizionali Irpef da coprirsi con nuovi trasferimenti dallo Stato agli enti locali. Per un controllo operaio e popolare sull’uso delle risorse pubbliche, unico strumento di democrazia reale.
Vogliamo che i vincoli fin qui posti ai comuni vengano tolti: ripublicizzazione di tutti i servizi esternalizzati, mantenimento del patrimonio immobiliare pubblico, regolarizzazione di tutto il personale e difesa del territorio dalla speculazione edilizia. La gestione rifiuti, il verde pubblico, l’erogazione del gas e dell’energia, il patrimonio immobiliare devono tornare nelle mani del comune.
Genia SpA deve rispondere del proprio bilancio, della propria organizzazione interna monopolizzata da figure dirigenziali onnipresenti e super pagate, della strutturazione a scatole cinesi delle consociate in cui il lavoro resta precario e degli appalti e subappalti dati senza alcuna gara d’appalto, non solo a giunte acquiescenti, come la giunta Toni, ma anche a strumenti di controllo reale delle istituzioni e della popolazione tutta. Sarebbe utile affidare ai comitati di condominio o di quartiere già esistenti o in formazione il monitoraggio delle attività esternalizzate.
AMMORTIZZATORI SOCIALI COMUNALI
Chiediamo:
l’istituzione di ammortizzatori sociali comunali a chi perde il posto di lavoro o si trova in condizioni di precariato, compresi quei lavoratori “finti autonomi” che sono costretti ad aprire una partita IVA. Attraverso la ridefinizione degli indici Isee in rapporto al reddito dell’anno in corso prevediamo l’abbassamento o la cancellazione totale delle tariffe su scuola (mensa, nido, pre-post, estivi, trasporto), sanità (aiuto ticket, esami, assistenza domiciliare), casa (aiuto sul mutuo, aiuto sull’affitto);
la costituzione di un fondo di solidarietà a sostegno della lotta decisa dai lavoratori nelle aziende del territorio che vogliono licenziare o chiudere;
la costituzione di un fondo provinciale per la creazione di posti di lavoro pubblici;
un sostegno (per esempio sgravi fiscali, mutui agevolati, semplificazione delle pratiche per l’apertura di piccole attività commerciali ecc) a piccoli artigiani e piccoli commercianti contro lo strapotere della grande industria e grande distribuzione
Rivendichiamo anche un salario minimo garantito da parte della regione ai disoccupati in cerca di lavoro e un servizio di collocamento pubblico e sotto controllo dei lavoratori ai fini di evitare il clientelismo di stampo mafioso, partitico o padronale.
PER l’ASSUNZIONE DEI LAVORATORI PRECARI
Assunzione presso i comuni dei lavoratori dei servizi permanenti dati in appalto (mense scolastiche, servizi sociali ed educativi). Stabilizzazione di tutto il personale impegnato con le aziende ASF e Genia, comprese le controllate.
Vogliamo spendere più soldi per avere lavoro sicuro e qualificato. L’unico modo per avere sicurezze è quello di stabilizzare il lavoro.
NO ALLE GRANDI OPERE SPECULATIVE E ANTIAMBIENTALI
Rifiutiamo le grandi opere, inutili e dannose per l’ambiente specie se legate unicamente al profitto e non ad un reale miglioramento delle condizioni di vita.
Siamo contro il mega gassificatore da 900.000 tonellate di Bustighera-Mediglia, foriero di inquinamento da diossina in tutto il territorio. Raccogliamo l’allarme lanciato dagli abitanti di Mediglia e chiediamo alla popolazione di tutta l’area di opporsi attivamente ai lavori di costruzione dell’inceneritore.
Per servizi pubblici di trasporto, a prezzi politici, per lavoratori, studenti e pensionati.
No ad ogni ipotesi di privatizzazione del trasporto pubblico locale, tipo trasformazioni ed accorpamenti delle aziende municipali. Siamo favorevoli al potenziamento del trasporto attraverso la metropolitana leggera, ma sempre sotto il mantenimento del carattere pubblico.
Investire di più sul trasporto pubblico per collegare con una frequenza maggiore le frazioni e i comuni limitrofi affinché le persone che non usano l’auto siano favorite (anziani, casalinghe, giovani, o persone che comunque preferiscono utilizzare i mezzi pubblici).
Ci sembra opportuno attivare sul territorio un servizio pubblico a chiamata.
SI alle energie rinnovabili, già realizzabili ad un costo sicuramente inferiore rispetto a qualche decennio fa grazie allo sviluppo di nuove e più efficienti tecnologie.
Spostare risorse verso l'utilizzo di pannelli solari e fotovoltaici in tutti gli edifici pubblici nel momento in cui si interviene con ristrutturazioni sugli stessi.
Autosufficienza energetica degli enti pubblici locali e delle grandi realtà produttive presenti sul territorio.
Uso di led e pannelli fotovoltaici per la pubblica illuminazione.
Lancio di una campagna di sensibilizzazione ed informazione sia locale che nazionale incentrata sul risparmio, con un considerevole aumento di fondi pubblici per aiutare le famiglie che investono sull’auto-produzione domestica di energia.
Obbligo per i costruttori edili di prevedere la progettazione di nuovi immobili a basso spreco energetico e la costruzione di quartieri autosufficienti da questo punto di vista, che non deturpino l’ambiente e la vivibilità urbana (no agli ecomostri).
Incentivi e sgravi fiscali alle aziende che ricercano, progettano, producono ed usano tecnologie improntate al risparmio energetico e all’efficienza.
Nazionalizzazione delle aziende che inquinano e riconversione industriale delle stesse con conseguente creazione di posti di lavoro.
BLOCCO A TEMPO INDETERMINATO DEGLI SFRATTI
CENSIMENTO DEGLI ALLOGGI SFITTI, LORO TASSAZIONE STRAORDINARIA E, IN CASO DI NECESSITA’, REQUISIZIONE DEGLI STESSI
Rilancio dell’edilizia pubblica, anche attraverso convenzioni con utenti per l’auto recupero del patrimonio immobiliare pubblico. Sosteniamo la formazione di una cooperativa popolare a proprietà indivisa, per chiedere all'amministrazione comunale un aiuto tecnico e un appoggio economico per la sua formazione e l'assegnazione di spazi.
Istituzione di un fondo a sostegno di chi necessita di un aiuto per l’affitto o il mutuo diventato eccessivamente oneroso (per esempio coppie separate, giovani, giovani coppie, anziani, oltre ai lavoratori che non hanno prospettive lavorative certe).
Riclassificazione dei redditi per l’assegnazione dei circa 260 appartamenti comunali, verifica periodica dei requisiti richiesti e accesso garantito a chiunque abbia bisogno di un alloggio. Estensione del patrimonio immobiliare comunale.
Vogliamo che l’intervento comunale di requisizione delle case sfitte contrasti il fenomeno dello strozzinaggio sul posto letto, tanto diffuso nel nostro comune e tanto foriero di litigi e degrado nei grandi condomini popolari. L’emersione di questi appartamenti affittati in nero a lavoratori meridionali in transito o non italiani, può avvenire con il provvedimento di requisizione degli appartamenti che legalmente appaiono sfitti dopo due anni.
PER IL RECUPERO AD USO SOCIALE DEI LOCALI PUBBLICI DISMESSI
E REQUISIZIONE DI QUELLI PRIVATI
BASTA SPECULAZIONE EDILIZIA
Chiediamo di vincolare l’uso delle aree dimesse, in modo da evitare che i privati speculino sul valore del terreno e che aree e immobili dismessi possano essere riutilizzati per scopi di pubblica utilità.
OTTIMIZZAZIONE DELLA SPESA E REPERIBILITA’ DELLE RISORSE
Evitare le consulenze e il ricorso a collaborazioni esterne utilizzando le competenze del personale a disposizione dell'amministrazione (chiediamo la pubblicazione di tutti i compensi dei consulenti).
Evitare la stesura di progetti che dopo attenta valutazione risultassero irrealizzabili e la cui progettazione è comunque un costo per la collettività.
Eliminare possibili contribuzioni clientelari attraverso l’informazione continua e trasparente sui fondi concessi, valutando con attenzione eventuali aiuti pubblici ad associazioni e privilegiando progetti mirati a diminuire il disagio sociale.
Evitare per le manifestazioni ludiche l'utilizzo di artisti famosi e costosi valorizzando invece bravi artisti emergenti anche locali, aumentando così numericamente la possibilità di iniziative culturali.
PER LA RIDUZIONE DEGLI STIPENDI E DEI COMPENSI DEI MANAGER
E DEGLI ALTI DIRIGENTI COMUNALI E PROVINCIALI
La politica non deve essere il sistema per vivere di rendita. Chiediamo che gli stipendi siano equiparati al livello medio di un dipendente
PER IL RILANCIO E LO SVILUPPO DEI SERVIZI SOCIALI PUBBLICI
Proponiamo l’aumento del numero degli asili nido pubblici e delle scuole materne anche attraverso, se necessario, la costruzione di nuovi immobili. Chiediamo una revisione dei requisiti per il pagamento della retta ai nidi pubblici, cercando di rendere possibile l’accesso a tutti i bambini.
Sosteniamo il tempo pieno alle elementari e alle medie.
Auspichiamo l’apertura delle scuole oltre l’orario curricolare per attività di formazione e ricreative di qualità, garantite da personale scolastico ed extra scolastico e pagate da un aumento dei fondi predisposti per il diritto alo studio (per esempio corsi di musica, ballo, sport, approfondimento della lingua italiana o estera, visite guidate, uscite culturali ecc).
Chiediamo l’apertura dei plessi scolastici durante le vacanze scolastiche con progetti qualificati e gratuiti per bambini e ragazzi.
Dato l’aumento della popolazione anziana nel nostro paese è necessario progettare un servizio di assistenza adeguato, che comprenda l’intera gamma di interventi possibili (ad esempio l’assistenza domiciliare, la realizzazione di appartamenti assistiti, residenze per persone non autonome, possibilità di permanenza diurna in luoghi attrezzati con ritorno in famiglia ecc)
PER IL RILANCIO DELLA SANITA’ PUBBLICA
A partire dai servizi territoriali dedicati alla diagnostica e alla prevenzione. Chiediamo il ritorno nel presidio sanitario territoriale di via Cavour dei servizi fin qui smantellati e un loro potenziamento.
PER LA TASSAZIONE DEI BENI E DELLE PROPRIETA’ DELLA CHIESA
Abolizione di ogni finanziamento a scuole e istituti scolastici privati, come da art. 33 della Costituzione.
Denunciamo il finanziamento diretto di oltre 300mila euro a favore della chiesa cattolica sangiulianese e alle sue scuole (evitare l’esternalizazione a strutture religiose di servizi sanitari, come alla Fondazione Don Gnocchi presso il presidio sanitario di via Cavour).
Un finanziamento garantito non solo dai privilegi fiscali previsti dalla legge nazionale italiana, ma anche dalle scelte della giunta di centro sinistra.
Proprio la progressiva riduzione della presenza statale nel settore pubblico, consente alla gerarchia eccclesiastica di consolidare ed ampliare la propria presenza attraverso il braccio del cosiddetto “noprofit” (oltretutto con un ruolo diretto nello sfruttamento del precariato del settore).
La separazione della chiesa dallo stato, anche nelle sue diramazioni locali, è una necessità sociale: evitare che la fede religiosa venga strumentalizzata per ragioni di potere, consentire al sentimento religioso di esprimersi senza per questo diventare oggetto di pressione politica, garantire a tutti i diritti essenziali a prescindere dalla fede religiosa professata o dalla appartenenza politica.
DIRITTO DI VOTO PER LE AMMINISTRATIVE AGLI IMMIGRATI
Chiediamo di garantire a chi vive sul territorio del nostro comune da almeno 5 anni il diritto di partecipare attivamente alla vita pubblica. La condivisione dei diritti politici è strettamente connessa con l’uguaglianza dei diritti sociali. Scuola, sanità, lavoro, casa, dignità sono diritti inalienabili per chiunque viva sullo stesso territorio.
Per semplificare le procedure burocratiche connesse alle pratiche sull’immigrazione, chiediamo di spostare le competenze dalla questura alle istituzioni locali, con l’apertura di uno sportello a carico dell’amministrazione.
PER INVESTIMENTI NEL SETTORE CULTURA
Con particolare attenzione all’associazionismo giovanile.
Sono necessari maggiori spazi per la socializzazione (laici, gratuiti ed aperti a tutti).
Il tutto per rendere i giovani parte attiva del proprio territorio. Renderli partecipi delle proprie possibilità e capacità, della propria creatività. Del proprio ruolo nella società, di essere il motore della stessa. Il tutto si deve configurare come un servizio (di cui si fa carico l'ente stesso; gli operatori devono essere alle dipendenze dell'ente e non di cooperative, ecc...) e non un progetto. Dunque il ruolo delle cooperative sociali deve essere sperimentale, nel senso che il progetto – di durata annuale – dovrà essere fatto proprio dall'ente nel caso abbia avuto successo ed abbia raggiunto gli obiettivi prefissati.
Gratuità degli eventi per gli under 18.
Sostegno economico ai neodiplomati in cerca di lavoro.
Operatori itineranti per conoscere i bisogni e le reali problematiche del mondo giovanile.
Necessaria la creazione di strutture polivalenti come mezzo per promuovere la cultura (e la conoscenza del territorio), rivolto prevalentemente a quelle fasce della popolazione, che per vari motivi, ne sono escluse. Internet point, cineforum, dibattiti, mediateche, ecc...