Prima pagina
Unilever casalputerlengo Lo Un accordo disastroso
19 Aprile 2009
Un accordo disastroso per i lavoratori
L’accordo firmato da sindacati RSU e azienda dimostra come ancora una volta i burocrati sindacali abbiano svenduto la lotta dei lavoratori.
Firmare il licenziamento di 170 operai è stato un vero e proprio tradimento delle aspettative di chi stava lottando per il posto di lavoro.
L’espulsione dalla fabbrica degli 11 lavoratori delle cooperative dei servizi per ridurre il numero dei licenziamenti è un atto indegno da parte di un sindacato che sostiene di difenderne i diritti ma che evidentemente pensa che esistano lavoratori di serie A e di serie B.
La tecnica di dividere i lavoratori di metterli gli uni contro gli altri è una tecnica che il padronato ha sempre usato per indebolire la lotta operaia e oggi anche il sindacato concertativo la mette in pratica. Nell’ultima assemblea era stato dato a RSU e Sindacati un mandato preciso: No ai licenziamenti e 60 mila euro a chi voleva abbandonare il posto di lavoro volontariamente. La stessa Rsu aveva affermato più volte in diverse assemblee di fabbrica e assemblee pubbliche che ci sarebbe stata una totale opposizione ai licenziamenti che avrebbero messo in pericolo l’esistenza stessa dello stabilimento.
Gravissima è la responsabilità di chi ha imposto ai lavoratori gli interessi dell’azienda ,che licenzia perché disloca la produzione in Romania dove farà maggiori profitti .Gli hanno concesso tutto quello che l’azienda chiedeva: licenziare ed utilizzare i lavoratori, quelli che rimarranno o quelli in cassa integrazione, a proprio piacimento, per qualsiasi mansione e in qualsiasi momento, dequalificandoli.
In pratica una resa totale senza condizioni. Questi delegati e questi sindacalisti si sono comportati da veri agenti della borghesia infiltrati nella classe operaia.
La loro vera funzione è stata quella di controllare la rabbia operaia impedendo lo scoppio di una lotta autonoma e indipendente basata sui reali interessi dei lavoratori, cioè il rifiuto netto e totale dei licenziamenti.
La stessa funzione l’ha svolta Rifondazione Comunista. Nelle assemblee denunciava la prepotenza dell’ azienda che per realizzare il massimo profitto non esitava a buttare sul lastrico 209 lavoratori , ma nello stesso tempo non sosteneva la necessità di occupare la fabbrica e di organizzare un comitato di lotta dei lavoratori, o forme di proteste più incisive, insistendo invece sul coinvolgimento delle istituzioni e sul boicottaggio dei prodotti Unilever, depotenziando la volontà di lotta dei lavoratori.
L’atteggiamento delle forze politiche del territorio non ci stupisce, come sempre hanno dimostrato di essere supini agli interessi della multinazionale e ipocriti verso i lavoratori .
Neppure la Provincia e i Comuni del lodigiano hanno mosso un dito per salvare i posti di lavoro, limitandosi a penose dichiarazioni di rito, quali la solidarietà e il sostegno morale; al solito si sono dimostrati incapaci di difendere gli interessi del territorio e dei cittadini dato che i licenziamenti comporteranno una perdita di reddito di 8 milioni di euro annui .
Noi del PCL, che abbiamo da sempre sostenuto la necessita di occupare la fabbrica e respingere i licenziamenti, pensiamo che un simile accordo vada portato in assemblea, sottoposto al giudizio dei lavoratori attraverso una votazione e ovviamente respinto. Riteniamo vergognoso che chi venga pagato dai lavoratori per difendere i loro interessi firmi per il loro licenziamento.
Respingiamo l’accordo, riprendiamo la lotta ,organizziamo da subito un comitato di lotta autonomo e indipendente dai sindacati confederali e dalla RSU, che ci hanno licenziati.
Partito Comunista dei Lavoratori Del Lodigiano








