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Unilever OCCUPAZIONE!

Volantino distribuito durante la lotta dei lavoratori unilever di Casalpusterlengo (Lodi)

29 Marzo 2009

A due mesi dall’annuncio della mobilità per 209 lavoratori l’azienda continua a perseguire il suo progetto di ridimensionamento dello stabilimento e, in un secondo tempo, di chiusura.
Contro la prepotenza dell’azienda dobbiamo rispondere con l’occupazione dello stabilimento.
Se non occuperemo sarà la sconfitta totale per i lavoratori.
E’ ormai evidente che le istituzioni, sia comunale che provinciale, non vogliono intervenire in modo efficace contro l’azienda .
Sono state spese nelle varie assemblee belle parole di sostegno alla nostra giusta lotta per la difesa del posto di lavoro, ma non vi è stata nessuna iniziativa concreta per impedire i licenziamenti.
Provincia e comune si dimostrano impotenti di fronte alla decisione aziendale di mettere in atto i licenziamenti

Dagli incontri tra Rsu e azienda risulta che vi è in atto un tentativo di divisione tra i lavoratori.
Si parla di incentivi per l’abbandono volontario, di togliere l’appalto di alcuni servizi dati a ditte esterne per collocarvi lavoratori lever lasciando così disoccupati altri lavoratori. Si prospetta la cassa integrazione per un anno e poi il licenziamento.
Tutte queste proposte vanno respinte perché non servono altro che l’interesse dell’azienda.

Questa è l’ultima battaglia, ci giochiamo tutto: o riusciamo ad impedire i licenziamenti con la lotta o sarà la perdita del posto di lavoro per tutti.
Ogni giorno che passa ci conferma sempre più che la vera intenzione dell’Unilever è quella di chiudere lo stabilimento, non per mancanza di lavoro ma per portarlo in Romania dove i profitti sono maggiori.
Se perdiamo questa battaglia ci aspetta un futuro di precarietà e maggior sfruttamento.
I padroni sono sempre più determinati nel perseguire i loro interessi.
Dobbiamo esserlo altrettanto noi. Forti e determinati fino in fondo!

Occupiamo la fabbrica e costituiamo un comitato di lotta che proponga una piattaforma contrapposta agli interessi dell’azienda.

• I nostri interessi sono il mantenimento dei posti di lavoro e la stabilizzazione di tutti i precari e soci delle cooperative.

• Se l’Unilever vuole smettere la produzione, abbandoni lo stabilimento: lo gestiremo noi. Chiediamo la requisizione degli impianti e dell’area e un piano regionale per assorbire la nostra produzione.

Queste sono le uniche proposte per salvare i posti di lavoro.
La nazionalizzazione delle fabbriche in crisi senza indennizzo e sottoposte al controllo operaio è l’unica soluzione per uscire dalla crisi.

Le burocrazie sindacali ripropongono le solite vecchie ricette di compromesso e concertazione che tanto più oggi si stanno dimostrando inefficaci, di fronte ad una crisi del capitalismo che viene fatta pagare esclusivamente ai lavoratori falciando milioni di posti di lavoro, regalando miliardi di euro banchieri e grande industria e spogliando i contribuenti.
La costruzione di una piattaforma di lotta della classe operaia e la sua unità tra precari e lavoratori, siano italiani o immigrati, contro le classi dominanti e la loro politica di sfruttamento e oppressione sono la sola arma in grado di combattere efficacemente la crisi, i licenziamenti e la chiusura della fabbrica.

I lavoratori Unilver del PCL

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FONTE

  • pcl-lodi@tiscali.it