Prima pagina

LA LOTTA PAGA LA UNILEVER DEVE RITIRARE TUTTI I LICENZIAMENTI

Continuiamo più duramente! La Unilever accenna a scendere a patti, ma non facciamoci ingannare. La protesta deve essere ancora più dura! (Casalpusterlengo-Lodi. Volantino)

3 Marzo 2009
pcl bianco/nero

Dell’incontro di giovedì all’Assolodi si sa poco perché, incredibilmente, chi era incaricato di trattare a nostro nome con i vertici dell’azienda non si è sentito in dovere di riferirlo immediatamente in assemblea ai lavoratori.
È positivo, comunque, che sulla scelta della mobilità per 209 lavoratori l’azienda abbia deciso, così sembra, di parlare di ammortizzatori sociali.

Ma che cosa ha fatto fare una mezza retromarcia all’azienda?
LA LOTTA CHE MAN MANO SI INASPRISCE SEMPRE DI PIÙ.

Il blocco dei cancelli durante lo sciopero e l’occupazione della via Emilia, la massiccia, rumorosa e decisa presenza dei lavoratori davanti all’Assolodi durante la trattativa e ancora di più la reazione rabbiosa e compatta degli operai, che si sono scagliati contro l’auto del direttore del personale. Tutto ciò ha fatto capire all’azienda che stiamo lottando veramente per mantenere il nostro posto di lavoro e che siamo disposti a forme di lotta ancora più dure pur di ottenere quello che è un nostro diritto: il posto di lavoro.

Non dobbiamo mollare ma anzi inasprire la lotta e restare uniti. Vogliamo che non vi sia nessun licenziamento e che lo stabilimento di Casale continui a produrre.
Se passa la logica che alcuni licenziamenti sono possibili sarà la fine dello stabilimento e il licenziamento a breve per tutti. Un ulteriore taglio dei posti di lavoro renderebbe impossibile la gestione di un simile impianto.
Anche l’ipotesi di una buona uscita quale risarcimento per la perdita del posto di lavoro va respinta in quanto, con l’attuale crisi, sarebbe difficilissimo ricollocarsi. Il licenziamento vorrebbe dire una sicura perdita di salario, di scatti di anzianità, di diritti e un peggioramento delle condizioni di lavoro a fronte di un futuro incerto.

La crisi la paghino i padroni che in questi anni hanno aumentato i profitti a scapito dei nostri salari e diritti. A scapito della nostra libertà e del futuro dell’intera società.
SE L’UNILEVER NON VUOLE PIÙ GESTIRE LO STABILIMENTO SE NE VADA: LO GESTIREMO NOI OPERAI E LAVORATORI.

Arrivati a questo punto l’unica strada da percorrere è quella di continuare la lotta con scioperi, blocchi dei cancelli, blocchi stradali fino all’occupazione della fabbrica.
Dobbiamo trasformare la giornata di sciopero provinciale del 13 in una giornata di lotta di tutto il territorio e estendere in tutte le fabbriche in crisi la mobilitazione.

Lavoratori Unilever delPARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI sez. del lodigiano e sud milano

CONDIVIDI

FONTE

  • pcl-lodi@tiscali.it