Internazionale

il Venezuela e la caduta del prezzo del petrolio

La crisi economica internazionale e gli errori di Chavez

20 Febbraio 2009

Non c'e dubbio che la caduta del prezzo del petrolio (dagli oltre 110 dollari a barile di poco tempo fa

agli odierni 35 - 40) mette in difficolta il progetto chavista di esercitaRE un ruolo sempre piu significativo in America Latina.
Minori entrate ( e che minori entrate) mettono in pericolo i progetti "sociali" di Chavez (questa caduta non era prevista in
proporzioni cos¡ grandi). La crisi economica attuale con la caduta della domanda delle materie prime e di conseguenza dei
prezzi relativi avra un impatto fotemente negativo sul Venezuela. Come PCL che fa parte del cordinamento per la
rifondazione della iv internazionale non siamo mai stati teneri con Chavez e la sua rivoluzione Bolivariana; se vogliamo
ricordare le cosiddette nazionalizzazioni di aziende come QUELLA DEI TELEFONI per esempio o la riorganizzazione di PDVSA
(azienda petrolifera di stato) con un sostanzioso indennizzo agli azionisti ( sostanzialmente banche e multinazionali
straniere) esse sono assai lontane dal modello di nazionalizzazione sotto controllo operaio senza indennizzo che veramente
servirebbero in una strategia rivoluzionaria. E questo non perche nel nostro schema non rientri questo tipo di operazioni ed
altro come vorrebbe far credere qualcuno anche qui in Italia ma semplicemente perche in Venezuela il Capitalismo, se pur
in forme mitigate dall'apparato centrale burocratico , continua a dettar legge. Bisogerebbe chiedere a questi acritici
apologeti della Rivoluzione Bolivariana che ne pensano dell'assasinio premeditato di tre importanti leaders sindacali ad
opera di sicari prezzolati e di cui a tutt'oggi non si sa molto sulle indagini relative. Inoltre dobbiamo ricordare che
Chavez ha perso il referendum sulla sua persona (sia pur di misura) qualche tempo fa: e questo e stato un grosso errore da
parte della dirigenza Bolivariana. Come e stato un errore cercare di far confluire tutte le formazioni di sinistra ed estrema
sinistra sotto il cappello del Chavismo in un unico partito. Per fortuna non tutte le forze politiche di estrema sinistra
(oposicion obrera e non solo) non sono confluite in questo partito unico , conservando la loro autonomia politico-
organizzativa.. alle ultime elezioni amministraqtive 4 stati chiave per l'economia venezuelana hanno votato contro chavez.
certo Chavez e a suo modo un nazionalista antimperialista e se possono far piacere ( e vanno anche appoggiate) certe sue
iniziative come quella (insieme alla Bolivia) di espellere l'ambasciatore israeliano dal territorio venezuelano in occasione del
massacro israeliano contro la popolazione palestinese non possiamo pero tacere sui limiti e le contraddizioni del processo
bolivariano. Non basta appoggiarsi al mito di simon Bolivar (se pur importante per certi versi in America Latina) e regalare
la spada del Libertador ai vari capi di stato amici. E non vogliamo nemmeno sottovalutaRE la cifra simbolica che questi atti
assumono ma c'e bisogno di altre azioni , di atti concreti , di azioni di massa, di movimenti impetuosi di popolo (come quello
quando le masse venezuelane si lanciarono nelle strade contrio il golpe ordito dalla CIA e settori borghesi reazionari
venezuelani) per imporre misure concrete per il benessere del popolo (contro la perdita del potere d'acquisto dei salari e
degli stipendi, per una vera riforma sanitaria pubblica anche se il personale medico cubano da un aiuto importante.. etc) In
Ultima analisi perchè le masse popolari abbiano sempre piu potere. Non vogliamo fare ne i grilli parlanti ne i rivoluzionari

dogmatici e da salotto e certo sappiamo bene che il presidente Hugo Chavez Frias ha innescato un meccanismo che puo
portare le masse venezuelane al potere , appunto in una rivoluzione che non deve essere diretta dall'alto come ora ma dal
basso , dalle masse , con la sua avanguardia rivoluzionaria.

E non saranno certo ne l'ennesimo referendum costituzionale (15 febbraio) dove sembra Chavez forse

vincera( i sondaggi lo danno al 52%) ne il cosiddetto patto degli oppositori do PuertoRico ( leaders dell'opposizione come
omar Barboza, Luis Ignacio Planis , julio Borges , Alberto Ravell del canale GLOBOVISION con l'assistenza del dipartmento
di stato USA) a fermare l'avanzata delle masse venezuelane che devono mobilitarsi per i loro interessi di classe.

Giovanni Tomagnini

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