Rassegna stampa

Via Rizzoli, gli «ortisti» vincono la guerra «Vent' anni di coltivazione, la terra è nostra»

(dal Corriere della Sera)

15 Febbraio 2009

Tra la via Rizzoli e il fiume Lambro, al posto delle sterpaglie e del degrado ci sono gli orti. Con i primi germogli, le viole di campo, l' onnipresente profumo di rosmarino. E ci sono gli impavidi e ormai anziani ortisti, che hanno vinto il primo round di una lunga battaglia: una guerra dei vent' anni fatta per tenersi stretti i piccolissimi appezzamenti di terra che, all' inizio degli anni Ottanta, quando si trasferirono nelle case popolari di via Rizzoli, erano «terra di nessuno». Sette di loro, da poco, hanno vinto la causa intentata al Comune per usucapione. E i tecnici sono già usciti con i loro attrezzi da cantiere, i teodoliti manuali, per fare i rilievi e tracciare i confini degli orticelli. Otto l' hanno persa, altri non l' hanno neppure cominciata. Ma, per un micidiale meccanismo pensato dal leader della storica battaglia, l' ottantatreenne Vito Basilico, tutti quei pezzi di terra - di vincitori e vinti - potranno dare frutti ancora per diverse stagioni. «Per cacciarci il Comune dovrebbe decidere un esproprio di massa» dice un ortista. Ma allora, chissà cosa sarebbero capaci di inventarsi questi anziani signori temprati da una vita trascorsa per tre quarti nelle fabbriche della Bicocca, che non ci sono più. «Tra noi ortisti, siamo una novantina, prima di dare battaglia, si è stretto un patto - racconta Basilico -. Le cause dovevano essere individuali e l' avrebbero fatta solo coloro che potevano dimostrare, testimoni alla mano, di essere arrivati qui venti e passa anni fa e aver trasformato una discarica in giardino. I frutti sarebbero stati divisi tra tutti». E, forte di un' esperienza fatta da sindacalista della Pirelli negli anni Sessanta («Io ero un tecnico ricercatore - ricorda -: lavoravo alla progettazione dei cavi elettrici sottomarini, c' erano migliaia di operai, spremuti come limoni, e chi starnutiva un po' a sinistra veniva catalogato e spedito al "reparto di confino" della fabbrica»), Vito ha studiato la strategia delle cause a macchia di leopardo. «Quindici su novanta e in ordine sparso - aggiunge -. Abbiamo vinto in sette, ma sarà difficile per il Comune venire qui con la ruspetta e demolire gli orti abusivi, girando attorno a quelli regolari». Ma la vittoria è soprattutto morale. «Per molte famiglie questa terra in tempi di crisi è un modo di risparmiare - spiegano gli ortisti -. E poi, è una risposta agli inquilini delle case realizzate dopo quelle popolari, che hanno protestato in Consiglio di zona 3 perché i nostri orticelli disturbavano la vista dai loro terrazzi». È ancora fresco il ricordo dello sfratto, nel 1990. «Ben 75 famiglie vennero chiamate dai carabinieri. Ci andammo uno a uno. Una tristezza. Soprattutto ripensando a cosa avevamo trovato». Argini del Lambro ridotti a una discarica e abbandonati alle erbacce. «L' esperienza degli orti di via Rizzoli è interessante sul piano della socialità urbana - aggiunge Luca Prini, consigliere in zona 3 -. Nonostante gli ortisti avessero più volte negli anni segnalato la loro disponibilità a regolarizzare la loro posizione, hanno ricevuto in risposta dal Cdz 3 soltanto delibere di sgombero, col mio solo voto contrario. Pensavo e penso che l' amministrazione debba trovare una soluzione al problema, garantendo spazi di socialità e svago per i cittadini».

Note: Vito Basilico è Presidente del Comitato ortisti di via Rizzoli ed iscritto Pcl Milano, Luca Prini è consigliere Pcl in zona 3.

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FONTE

  • luca.prini@libero.it