Rassegna stampa

Città Studi, un «gigante» in mezzo al liberty «Case di lusso, altro che alloggi per studenti»

Protesta del quartiere: affitti convenzionati solo per un sesto degli appartamenti

8 Febbraio 2009

Un quartiere in guerra contro l' «ecomostro» di via Botticelli. La proiezione dei «rendering» del palazzo di 16 piani che sorgerà in via Botticelli, sulle ceneri dell' Istituto di arti grafiche Rizzoli, venerdì sera in Consiglio di zona 3, ha scosso la tranquillità di Città Studi. Che è pronta a passare alle vie legali, per opporsi alla colata di cemento. «Ci ha messo in allarme la rotonda di via Botticelli, che nei disegni dei costruttori sembra Place de la Concorde - spiegano i cittadini che stanno lavorando ad un dossier contro l' ecomostro -, mentre è minuscola». L' Istituto Rizzoli è stato acquistato poco più di un anno fa da un privato che ha progettato di realizzare alloggi per studenti: 600 posti letto in tutto. A luglio il progetto preliminare «era già in mostra all' Urban Center - racconta Margherita Franchetti, una residente -. E pochi giorni dopo la Commissione edilizia ha dato l' ok. Tutti noi, inclusa la zona, abbiamo saputo del progetto a iter quasi concluso». Tardi, ma non abbastanza per impedire la protesta di massa. Perché quell' area risulta nel vecchio piano regolatore come destinata a servizi. Ma «invece di realizzare servizi, se ne tolgono e si crea nuova domanda di servizi», spiega l' architetto Paolo Maffioletti, che è stato incaricato di fare le pulci al progetto. Ma c' è di più. Proprio il fatto di essere area destinata a servizi pubblici «comporta che non esistono indici, in altezza e volumi. Per questo è stato possibile, invece di ristrutturare (come da richiesta iniziale), demolire e costruire: quadruplicando l' altezza (64 i metri) e i volumi del nuovo edificio». Con il risultato di dare una sberla all' intero quartiere storico che sorge attorno alle Università, fatto di villette liberty e palazzi che non superano i 4 piani, molti dei quali vincolati, come l' edificio neoclassico che ospita la facoltà di Matematica. E, ancora: «Se vogliamo accettare il principio che una casa per studenti è equiparabile a servizio pubblico - continua l' architetto -, perché si pensa di convenzionare solo un sesto degli alloggi, che poi sono stanze, a tariffe calmierate, cioè 400 euro al mese? Il resto, se costa il doppio ed è a libero mercato, non è più casa per studenti ma residence di lusso». E forse sarebbe passato nel silenzio il progetto della torre, senza quel passaggio all' Urban center. «Siamo interessati al nuovo, ma senza scorciatoie. Se convenzionare la struttura come alloggio per studenti - aggiunge Luca Prini, consigliere di zona all' opposizione - è un modo per non pagare i costi di costruzione e pagare oneri di urbanizzazione più bassi, daremo battaglia. Si deve verificare la compatibilità con il piano regolatore. A Milano per un insediamento così imponente ci sono strumenti come i Piani integrati di intervento, che però prevedono cessioni importanti al pubblico. Qui, invece, non si cede nemmeno un metro quadrato alla zona e la vicenda rasenta l' assurdo».

Pubblicato da Luca Prini, consigliere PCL zona 3 Milano

Paola D' Amico

CONDIVIDI

FONTE

  • luca.prini@libero.it