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Testo del volantino distribuito durante la manifestazione nazionale per la Palestina

17 gennaio Roma

22 Gennaio 2009

Contro il sionismo criminale e stragista
A fianco del popolo e dei combattenti di Gaza.

Per l’abbattimento rivoluzionario dello stato sionista di Israele
Per una Palestina libera, unita, laica e socialista
in una Federazione Socialista del Medio Oriente

La solidarietà completa di ogni militante di sinistra e di ogni democratico non può che andare in modo pieno ed esclusivo al popolo palestinese orribilmente massacrato dall’esercito sionista e ai suoi combattenti.
L’azione stragista dei sionisti e il loro rifiuto di ogni reale concessione al popolo palestinese dimostrano senza ombra di dubbio il carattere totalmente reazionario dello stato Israeliano.
Da 90 anni le forze colonialiste del sionismo hanno progressivamente scacciato, con una feroce azione terrorista la popolazione araba di Palestina dalla grande maggioranza della sua terra. Lo hanno fatto con il pieno appoggio determinante dell’imperialismo, prima inglese, poi USA , ma anche del regime stalinista dell’URSS ( che nel 1948 fu il primo paese insieme agli Usa a riconoscere lo stato sionista ).
Ciò di fronte alle feudo borghesie arabe e anche ai regimi “nazionalisti” che hanno tradito costantemente il popolo arabo di Palestina e la sua lotta in subordinazione all’imperialismo.
Come Partito Comunista dei Lavoratori siamo orgogliosi di derivare dalla tradizione della Quarta Internazionale delle origini. Essa fu infatti l’unica organizzazione del movimento operaio internazionale che si pronunciò, controcorrente- di fronte allo sfacciato appoggio al sionismo sia dei partiti socialdemocratici filoimperialisti sia di quelli “comunisti” stalinisti- contro il sionismo, in continuità con la politica della Internazionale comunista ai tempi di Lenin, la nascita dello stato sionista e per una Palestina unita.
E ciò sia come organizzazione internazionale, che con sua piccola sezione in Palestina, composta sia di militanti arabi che ebrei, uniti nella difficile battaglia antisionista .
Già nel 1939 essi affermavano «la loro intera solidarietà con il movimento nazionalista arabo e il loro sostegno incondizionato alle rivendicazioni immediate degli arabi: a) cessazione dell’emigrazione ebraica; b) proibizione di nuovi acquisti di terre da parte ebraica; c) governo nazionale arabo.»
E la IV Internazionale nel 1947
«La posizione della Quarta Internazionale di fronte al problema palestinese resta chiara e netta come in passato. Essa sarà all’avanguardia della lotta contro la spartizione, per una Palestina unita e indipendente, nella quale le masse determineranno sovranamente la loro sorte attraverso l’elezione di un’assemblea costituente. Contro gli effendi e gli agenti imperialisti, contro le manovre della borghesia egiziana e siriana che si sforza di deviare la lotta emancipatrice delle masse in una lotta contro gli ebrei, essa lancerà l’appello alla rivoluzione agraria, alla lotta anti¬capitalista e antimperialista, motori essenziali della rivoluzione araba. Ma essa non potrà condurre questa lotta con delle possibilità di successo che a condizione di prendere posizione, senza equivoco contro la spartizione del Paese e contro la costituzione dello Stato ebraico.»
E nel 1948 il gruppo trotskista di Palestina concludeva le sue tesi affermando:
“ grazie alla direzione borghese e feudale dei paesi arabi – agente dell’impe¬ria¬lismo – siamo stati battuti in una tappa della lotta contro l’imperialismo; e dobbiamo prepararci per la vittoria in una prossima fase, cioè per l’unificazione della Palestina e dell’Oriente arabo in generale - creando la sola forza che possa raggiungere questi obiettivi: il partito proletario rivoluzionario unificato dell’Oriente arabo.»
Queste parole restano pienamente valide.
Le illusioni su piani di pace sponsorizzati dall’imperialismo si sono rivelate per quelle che erano. Gli accordi di Oslo non hanno aperto la strada verso la libertà del popolo palestinese, ma solo verso il perdurare della sua oppressione. Milioni di palestinesi continuano a vivere in miseria nel duro esilio dei campi profughi. Ogni giorno nuova terra viene sottratta al popolo arabo. E la risposta ad ogni lotta è il massacro stragista come ogni a Gaza. La prospettiva dei “due popoli, due stati” (che di per se esclude il diritto al ritorno per milioni di profughi palestinesi) appare sempre più configurarsi come quella di un “bantustan” o addirittura di “riserve indiane” governate ciascuna da cacicchi locali.
Bisogna dire basta ad ogni illusione. La liberazione della Palestina non potrà che essere il prodotto della sconfitta, grazie alla lotta rivoluzionaria, del sionismo e dell’imperialismo.
Ma per far ciò è necessario la rottura con le vecchie direzioni fallimentari.
Il nazionalismo piccolo borghese di Al Fatah ha portato alla situazione odierna e la vecchia direzione arafattista si è tramutata nell’espressione di una nuova borghesia miserevole e corrotta, capitolarda e agente dell’imperialismo.
E’ l’espressione locale del fallimento sul piano generale del “socialismo arabo” piccolo borghese, dei variegati regimi bonapartisti che aveva promesso la libertà, non solo nazionale ma anche sociale alle masse arabe e che non hanno alla fine portato che a nuova oppressione e sfruttamento.
La risposta al fallimento del nazionalismo borghese e piccolo borghese non può però essere l’islamismo in nessuna delle sue forme. Si tratta di forze reazionarie, antiproletarie e antifemminili, a lungo agenti della reazione imperialista .
Come Partito Comunista dei Lavoratori e come Coordinamento per la Rifondazione della IV Internazionale, sosteniamo la lotta delle masse contro sionismo e imperialismo, qualunque forma essa prenda (ad eccezione del terrorismo contro i civili, che in ogni caso è nulla rispetto a quello imperialista) e qualunque sia la sua direzione attuale.
Al contempo, però, affermiamo con nettezza la nostra posizione: solo un partito rivoluzionario marxista, basato sul proletariato e le masse oppresse, e quindi del tutto indipendente da ogni settore della borghesia, può portare alla vittoria contro il sionismo e l’imperialismo.
Ma tale vittoria non può essere raggiunta nell’ambito della sola Palestina. Solo l’unione di lotta del proletariato e delle masse arabe può sconfiggere definitivamente la forza dell’imperialismo. Solo una prospettiva socialista può liberare il popolo arabo dall’oppressione. E solo tale prospettiva può coinvolgere una parte della classe operaia e della gioventù ebraica, portandole a comprendere che esse stesse devono liberarsi dalla guerra e dallo sfruttamento sociale della borghesia sionista, indebolendo così il nemico della liberazione del popolo arabo.
Per questo, per quanto difficile, come la storia ha dimostrato, solo la prospettiva di una Palestina unita e socialista in un Medio Oriente socialista è la via per la vittoria futura
Ed e’ quella che devono costruire i militanti della sinistra e del proletariato arabo, unendosi in partiti e in una internazionale marxista rivoluzionaria.

- piena solidarietà al popolo e ai combattenti di Gaza e di tutta la Palestina.
- stop alla strage di Gaza
- per il boicottaggio di massa dello stato sionista
- nessuna pace col sionismo e l’imperialismo.
- abbasso la borghesia, i monarchi e gli sceicchi arabi, agenti dell’imperialismo
- per il diritto al ritorno in patria per tutti i rifugiati palestinesi.
- per l’abbattimento rivoluzionario dello stato sionista.
- per una Palestina libera, unita, laica e socialista con pieni diritti democratici di minoranza nazionale al popolo ebraico
- per l’unita’ rivoluzionaria del popolo arabo
- per una federazione socialista del Medio Oriente

Partito Comunista dei Lavoratori
Seziona italiana del
Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale

info@pclavoratori.it

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