Dalle sezioni del PCL
PROGRAMMA DEL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI PER LE ELEZIONI REGIONALI DEL 2009 IN SARDEGNA
CANDIDATO PRESIDENTE: GIAN FRANCO CAMBONI, INSEGNANTE
13 Gennaio 2009
PROGRAMMA DEL
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
PER LE ELEZIONI REGIONALI DEL 2009
Due bande politiche si contendono il
governo della regione sarda, entrambe capeggiate da borghesi: quella di
Cappellacci e l´altra di R. Soru. La prima si fonda sulla borghesia sarda vera
e propria. L´altra, quella di Soru, si
fonda su quelle che erano le tradizionali burocrazie del movimento operaio
della Sardegna. Entrambe le bande hanno lo stesso fine: proseguire nello
smantellamento di tutte le conquiste che i lavoratori e le lavoratrici hanno
ottenuto con le lotte che ebbero inizio con l´ondata di lotte iniziata con lo sciopero del 5 marzo
1953 e proseguita fino ai primi anni ´70
quando, per la prima volta, nello stato italiano, dopo il biennio rosso e poi,
dopo, la lotta armata di popolo contro il nazifascismo, emersero tutte le
condizioni oggettive per un rovesciamento socialista del capitalismo.
Le differenze tra queste due bande politiche
era solo sulla tattica per arrivare a quel fine.
Ma oggi il crack generale del
capitalismo rende ormai superate quelle tattiche ed entrambe si apprestano a
governare solo col bastone.
Il Partito Comunista dei Lavoratori
per la IV Internazionale è schierato contro entrambe le bande ed in questa
campagna elettorale, come nelle lotte e nelle mobilitazioni, si batte per unire
tutta la classe lavoratrice e per conquistare un governo dei lavoratori che
faccia pagare la catastrofe del capitalismo a capitalisti e banchieri. Un
governo che si fondi sul controllo ferreo dell´economia da parte degli
organismi democratici dei lavoratori e delle lavoratrici.
La rivolta popolare greca capeggiata
dalla gioventù studentesca e lavoratrice mostra la strada alle masse sarde e di
tutta l´Europa. Il voto al Partito Comunista dei Lavoratori per IV
Internazionale rafforzerà il vento della rivolta:
"
gherra, gherra a s´egoismu,
gherra, gherra a
s´oppressore".
Siti internet: www.pclsardegna.org www.pclolbia.blogspot.com
Per contatti: info@pclsardegna.org pclolbia@yahoo.it
CRISI:
STOP AI LICENZIAMENTI
In Sardegna assistiamo da anni alla chiusura di
stabilimenti industriali e di aziende da parte dei padroni a causa di sporchi giochi
di ristrutturazioni aziendali o di crisi, col conseguente licenziamento di
migliaia di lavoratori: dallo zuccherificio di Villasor fino alla Palmera,
passando per la Legler e via discorrendo negli anni precedenti sono migliaia i
lavoratori finiti in cassa integrazione. Con la crisi economica internazionale
in corso, che si prefigura sempre più come una catastrofe per le condizioni di
vita di vaste masse popolari, la situazione peggiora sempre di più: secondo un
rapporto della Cgil nel 2008 le ore di cassintegrazione rispetto al 2007 in
Sardegna sono aumentate del 36%; nel 2009 migliaia di lavoratori rischiano di
perdere il posto di lavoro, a partire dal Petrolchimico di Porto Torres, in cui
le intenzioni dell´Eni sono quelle della chiusura, e dalla Meridiana, in cui
come per Alitalia si paventa il rischio di licenziamenti o la truffa del
"contratto solidale", cioè dell´abbattimento salariale per tutti i lavoratori.
Ancora una volta a pagare la crisi dei padroni sono
i lavoratori: è ora di dire basta! Entrambi gli schieramenti, quello del
multimilionario Soru e quello del delfino di Berlusconi, Cappellacci,
balbettano sulla questione dei licenziamenti mentre appoggiano in toto la
politica dei padroni licenziatori e gli regalano milioni di euro. Le ridicole
proposte della ricerca di un nuovo padrone o del finanziamento pubblico ai
padroni delle aziende in crisi hanno dimostrato sempre la loro inutilità: il Partito Comunista dei Lavoratori lancia
una campagna per la nazionalizzazione senza indennizzo ai capitalisti e sotto
controllo dei lavoratori di tutte le aziende in crisi e che licenziano,
l´unica alternativa alla cassa integrazione e alla perdita del posto di lavoro.
Non si capisce infatti perché debbano essere i padroni a licenziare chi lavora,
e non i lavoratori a licenziare chi si arricchisce sulle loro spalle senza
muovere un dito. Neanche un centesimo di indennizzo deve andare ai pescecani: i
debiti li paghino loro!
Rivendichiamo anche un salario minimo garantito da
parte della regione ai disoccupati in cerca di lavoro e un servizio di
collocamento pubblico e sotto controllo dei lavoratori ai fini di evitare il
clientelismo di stampo mafioso.
BANCHE E MUTUI USURAI
Quante famiglie sono costrette a subire il cappio
al collo dei mutui usurai con le banche e, di fronte alla crisi che abbatte
sempre di più il salario, vivono il ricatto dell´infame pignoramento della
casa? Quanti piccoli pastori e piccoli agricoltori sono ridotti alla fame per i
debiti con le banche?
Di fronte a questa vergogna il Partito Comunista
dei Lavoratori rivendica l´esproprio
senza indennizzo e la nazionalizzazione sotto controllo popolare del Banco di
Sardegna e delle banche usuraie, l´annullamento
dei debiti contratti da lavoratori, pensionati, giovani, piccoli pastori e
piccoli contadini impoveriti.
La nazionalizzazione delle banche consentirebbe,
inoltre, di disporre di un ingente quantità di risorse da destinare a scuola,
sanità, trasporti e alla creazione di nuovi posti di lavoro, soldi altrimenti
destinati alla speculazione di un manipolo di banchieri pescecani.
SERVIZI
SOCIALI, TRASPORTI, SCUOLA
Il Partito Comunista dei Lavoratori rivendica:
-
L´ingente aumento dei fondi pubblici destinati ai
servizi sociali e ai trasporti pubblici, possibile a partire dall´abolizione
dei finanziamenti pubblici ai privati.
-
La gratuità dei trasporti per i lavoratori e i
giovani
-
Il potenziamento del sistema ferroviario sardo
-
La regionalizzazione senza indennizzo e sotto
controllo dei lavoratori delle compagnie di navigazione, ora in mano ai privati
che per il proprio profitto personale fanno pagare un costo eccessivo per il
trasporto marittimo, oltretutto per un servizio scadente.
Punto fondamentale per il PCL, inoltre, è la lotta
alla privatizzazione dell´acqua e del sistema idrico. Rivendichiamo la ripubblicizzazione del servizio idrico
tramite l´esproprio e la regionalizzazione di Abbanona, ma non sotto la
gestione incompetente e mafiosa dei manager e dei servi dei politici locali:
vogliamo che il sistema idrico pubblico sia posto sotto controllo popolare,
per una gestione trasparente e di qualità, per soddisfare appieno i bisogni
della popolazione.
Inoltre il sistema delle condotte idriche in
Sardegna è vecchio e mal funzionante, cosa che produce un enorme spreco di
acqua corrente. La manutenzione delle condotte idriche porterebbe alla
creazione di nuovi posti di lavoro per tantissimi disoccupati in una regione
dove la disoccupazione raggiunge l´11% della popolazione.
Per la scuola rivendichiamo il potenziamento dei
sistema scolastico sardo a partire dall´assunzione a tempo indeterminato e
l´immissione in ruolo di tutti gli insegnanti precari, il controllo edilizio
degli edifici scolastici ad opera di commissioni di studenti, insegnanti e
personale non docente, la gratuità dei libri di testo e la costruzione di nuove
scuole. Tutto ciò richiede uno stanziamento di fondi da parte della Regione,
possibile a partire dall´abolizione dei fondi pubblici alle scuole private e la
loro destinazione alla scuola pubblica.
Onde evitare la dispersione giovanile avanziamo la
proposta della creazione di Centri Polivalenti di aggregazione giovanile,
comprendenti laboratori artistici, sale di proiezione, biblioteche e sale di
registrazione gratuite, gestiti direttamente dai giovani.
SANITA´
Per la
Sanità, esigenza primaria dei cittadini, avanziamo una serie di punti che
costituiscono un programma di svolta per l´istituzione di un sistema sanitario
pubblico, di qualità e gratuito:
1) Via i manager dalla sanità con i
loro ingiustificati mega-stipendi e la loro sostituzione con dei dirigenti pagati
alla pari degli altri lavoratori dipendenti eletti direttamente dai
lavoratori; il controllo della qualità dell´operato dei dirigenti sanitari e
possibilità di revoca immediata di questi da parte dei lavoratori stessi, nel
caso di abusi e illeciti amministrativi.
4) Abolizione immediata delle agenzie
interinali, strumento di oppressione dei lavoratori e di furto di soldi
pubblici. Assunzione di personale amministrativo e sanitario direttamente da
parte dell´ente pubblico, sotto controllo delle rappresentanze dei lavoratori
RSU.
5) Stabilizzazione a tempo
indeterminato di tutti i lavoratori precari della sanità.
6) Obbligo di scelta, da parte dei medici, di
lavorare o nel settore pubblico o in quello privato, per evitare che un medico
che lavori in entrambi i settori riduca la qualità di quello pubblico per avere
un tornaconto nell´ambulatorio privato. Abolizione di ogni finanziamento
pubblico alla sanità privata, che mira a far profitti sulla pelle della
gente.
7) Esproprio senza indennizzo delle
cliniche private con accertati casi di malasanità.
8) Riduzione dell´orario di lavoro a 30
ore per il personale turnistico e a 32 ore per quello non turnistico, e
consistenti aumenti salariali del personale sanitario. Incrementare subito gli ambulatori
pubblici territoriali e interni alle strutture ospedaliere, così da
togliere più cittadini possibile, in particolare quelli meno abbienti, dalle
grinfie del privato. Incrementare l´assistenza domiciliare integrata
(ADI), in particolare per le persone anziane: oltre a favorire l´ammalato,
l´assistenza domiciliare rappresenta un effettivo risparmio per lo Stato.
9) Apertura di reparti di odontoiatria
pubblici, uno per ogni struttura ospedaliera, aperti 24 ore su 24. Oggi solo
l´8% dei dentisti lavora nel settore pubblico. Controlli e cure odontoiatriche
gratuite per tutti, dall´infanzia fino alla vecchiaia.
10) Incremento massiccio degli uffici di
CUP (Centri unificati di prenotazione), con lo scopo di eliminare le liste di
attesa create ad hoc per avvantaggiare le strutture private. Istituzione di
commissioni popolari per tenere sotto controllo le liste d´attesa.
11) Istituzione di commissioni dei
lavoratori per il controllo della qualità e della sicurezza nella sanità e per
vigilare sugli sprechi di farmaci e presidi.
12) Istituzione di farmacie comunali che
garantiscano la gratuità dei farmaci necessari alla cura delle malattie più
diffuse, in particolare che vadano incontro alle esigenze degli anziani.
13) Abolizione dei D.R.G.
(Raggruppamenti Omogenei di Diagnosi), cioè di finanziamenti erogati alle
strutture ospedaliere in base alla quantità di interventi eseguiti e non
in base alla qualità di questi e alla loro effettiva utilità. Questo sistema ha
generato un furto di soldi pubblici e ha portato a vergognosi scandali (vedi S.
Rita in Lombardia).
14) Finanziamento della ricerca
scientifica per la cura delle malattie e la completa libertà di ricerca al di
fuori delle multinazionali farmaceutiche e dei privati: la ricerca scientifica
deve diventare un mezzo per il benessere sociale, e non un profitto di pochi.
AGRICOLTURA E PASTORIZIA
Tantissimi piccoli pastori e piccoli contadini si
sono impoveriti in questi ultimi anni schiacciati sia dai debiti con le banche,
sia dall´imposizione dei prezzi del latte e dei prodotti agricoli da parte dei
grandi industriali e dai grandi rivenditori: chiediamo per la pastorizia la nazionalizzazione senza indennizzo e
sotto controllo operaio delle industrie di lavorazione del latte e dei grandi
caseifici, che mandano in rovina i piccoli pastori imponendo un prezzo del
latte bassissimo; il controllo operaio sull´industria e la pianificazione
economica garantirebbero condizioni di vendita accordate più giuste e
favorevoli anche per i pastori. Lo stesso discorso vale per l´agricoltura e per
i piccoli contadini rovinati dai grandi magnati industriali.
Per tutti i piccoli pastori e contadini indebitati
rivendichiamo l´annullamento dei debiti
contratti con le banche, possibile solo con la loro nazionalizzazione sotto
controllo popolare.
Rivendichiamo una pianificazione straordinaria
della produzione agricola con l´impiego di mezzi moderni, sotto il controllo
dei braccianti agricoli e di cooperative di piccoli contadini, che
svilupperebbe le potenzialità dell´agricoltura in Sardegna e creerebbe nuovi posti
di lavoro.
CASA
Il problema della casa interessa migliaia di lavoratori, giovani e
senzatetto: tante sono le persone che non se ne possono
permettere una o che lo possono fare soltanto col cappio al collo dei mutui.
Tante sono invece le grandi proprietà immobiliari, soprattutto vicino alle zone
costiere, in mano ai grandi speculatori immobiliaristi, molte delle quali
occupate soltanto un mese all´anno o, peggio, lasciate sfitte per far lievitare
i prezzi sul mercato (l´altro, come sembra evidenziare l´inchiesta giudiziaria
Dirty Money in Gallura, molte delle quali costruite, probabilmente, col denaro
sporco della `Ndrangheta). Il Partito
Comunista dei Lavoratori rivendica l´esproprio senza indennizzo delle grandi
proprietà immobiliari, a partire da quelle in mano alla `Ndrangheta, delle case
sfitte e delle mega-ville per le vacanze dei vari Briatore e Berlusconi e il
loro affidamento a chi non possiede una casa.
Rivendichiamo inoltre un piano straordinario di
investimenti pubblici per l´edilizia popolare, per sottrarre chi non possiede
ancora una casa dal dover ricorrere ai mutui usurai delle banche.
FUORI IL G8 E LE BASI MILITARI DALLA SARDEGNA
Entrambi gli schieramenti borghesi, sia quello di
centrodestra che quello di centrosinistra (con Soru in prima fila), non hanno
risparmiato le loro lodi per la decisione del governo Prodi di tenere il G8, il
summit dei capi di stato dei più potenti paesi imperialisti della Terra, in
Sardegna, raccontando che sarebbe stata un´occasione di "sviluppo" per la
regione e che avrebbe offerto più possibilità di lavoro ai sardi. La verità è
un´altra: come dimostra l´inchiesta apparsa su L´Espresso, il G8 a La Maddalena
si è dimostrato una grande occasione di sperpero di denaro pubblico, di
speculazione e di sfruttamento dei lavoratori sardi e non; dall´inchiesta è
emersa la grande truffa degli oltre 3800 euro per metro quadro per costruire
l´albergo che ospiterà i "grandi della Terra" (a fronte dei "normali" 1200 euro
per le ordinarie proprietà di lusso a La Maddalena), ovviamente finanziate col
denaro pubblico: si calcola che i fondi pubblici destinati soltanto all´impresa
che realizzerà i lavori per l´albergo si ammontano dai 59 ai 73 milioni di
euro, soldi che potevano essere spesi per i servizi pubblici e per creare nuovi
posti di lavoro.
Dall´inchiesta, inoltre, sono emersi i legami tra i
responsabili dei lavori del G8 e le imprese a cui sono stati affidati gli
appalti, di cui tra l´altro una di proprietà di un imprenditore fiorentino
coinvolto nell´inchiesta del magistrato De Magistris sui legami tra politica e
imprenditoria.
Sono emerse inoltre le vergognose condizioni di
lavoro degli gli operai assunti per i lavori fatte di turni massacranti,
minacce del caporalato e le tante irregolarità dei padroni. Un sindacalista
della Fillea-Cgil, a cui va tutta la nostra solidarietà, è stato persino
denunciato dalle forze dell´ordine con l´accusa di "violazione del segreto di
Stato" soltanto per aver scattato delle foto nei cantieri per denunciare le
irregolarità e l´insicurezza in cui vengono assunti gli operai. Si tratta di
una vera e propria rappresaglia anti-sindacale.
Si calcola che il totale dei soldi pubblici (pagati
con le tasse dei lavoratori) destinati alle imprese che effettueranno i lavori
per il G8 ammontino alla cifra esorbitante di 300 milioni di euro! Quante case,
scuole, ospedali potevano essere costruiti con questi fondi, e quanti nuovi
posti di lavoro potevano essere creati?
Anche per tutti questi motivi il Partito Comunista
dei Lavoratori è in prima fila nel contrastare l´avvento del G8 il Sardegna, il
summit dei briganti imperialisti che decidono le sorti dei paesi poveri del
mondo; il PCL si impegnerà a costruire il fronte di opposizione al G8 chiamando
alla lotta i lavoratori e la gioventù della Sardegna.
Altra questione importante è la presenza delle basi
militari americane e non in Sardegna: oltre a costituire un evidente pericolo
per la salute delle popolazioni sarde, esse occupano terreni che potrebbero
essere utilizzati per la produzione agricola e impediscono ai pescatori di
lavorare nei mari vicini. Il Partito Comunista dei Lavoratori rivendica la
cacciata delle basi militari americane o italiane dalla Sardegna e la bonifica
dei terreni e dei mari in cui sono situate; ciò offrirebbe nuovi posti di
lavoro e nuovi terreni per avviare una pianificazione agricola dalle enormi
potenzialità.
DOVE PRENDERE I SOLDI?
Ci si potrebbe obiettare: "è un bel programma, ma
non ci sono soldi per realizzarlo". I soldi ci sono, basta prenderli dove
stanno: nei profitti dei padroni, nei mega stipendi dei manager delle aziende
pubbliche semi-privatizzate, nei fondi pubblici dati all´istruzione e alla
sanità private, nei portafogli dei banchieri, nei soldi pubblici dati al G8 e
alle imprese (che nonostante ciò licenziano i lavoratori) etc.
UN PROGRAMMA SOCIALISTA PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI
E´ chiaro che questo programma, che prevede
l´esproprio dei mezzi di produzione in mano ai padroni e agli speculatori, non
potrà essere mai attuato nel quadro dell´attuale sistema capitalistico, tanto
più nella fase di una sua crisi catastrofica: occorre un ribaltamento radicale
dei rapporti di produzione e occorre che tutto il potere politico ed economico
passi nelle mani dei lavoratori, non più di un manipolo di sfruttatori e dei
loro lacchè. Il governo dei lavoratori, a maggior ragione sotto la crisi del
capitalismo i cui costi verranno scaricati sui lavoratori e sulle masse
popolari, ripropone nell´immediato la sua esigenza, prima che la società
sprofondi nella barbarie.
Né Soru, né
Cappellacci, governino i lavoratori!
Partito Comunista dei Lavoratori