Rassegna stampa

A ROMA PER LA PALESTINA 3.000 in corteo E piazza Esquilino diventa largo Arafat

(da Il Manifesto)

30 Novembre 2008

Nel giorno che le Nazioni Unite hanno dedicato alla Palestina sono soltanto loro, comitati, organizzazioni di base e centri sociali, a sfilare nelle vie di Roma per esprimere solidarietà a Gaza sotto assedio e alla Cisgiordania sempre più colonizzata da Israele. Alle 4 del pomeriggio si muovono in 3.000 da piazza della Repubblica, per un corteo che due ore dopo termina a piazza Venezia. Ad aprire la marcia una grossa chiave (di cartapesta) simbolo del diritto al ritorno nelle loro case per gli oltre 4milioni di profughi palestinesi sparsi per il Medio Oriente. Dopo le battaglie per il riconoscimento internazionale, gli anni della resistenza non violenta della I intifada e gli attentati dell'intifada di al Aqsa, la rivendicazione del diritto sancito dalla risoluzione 194 dell'Onu e l'arma demografica sembrano gli unici strumenti rimasti per contrastare l'espansione coloniale ebraica nei Territori occupati.
«Vita terra e libertà per il popolo palestinese» sono le parole d'ordine dello striscione portato dalle comunità palestinesi in Italia. Sagidan ha 20 anni, genitori di Gerusalemme, ma è nata e vive a Roma, dove studia lettere all'Università di Tor Vergata. Il viso avvolto nell'hijab delle musulmane, è convinta che la sua gente «continuerà a combattere finché otterrà uno Stato».
Il camioncino dei Cobas spara musica rock ed Enzo Apicella, vignettista di Liberazione, se la cava con una battuta: «i palestinesi ormai sono come i morti sul lavoro, non fanno più notizia». Marco Rizzo (il suo Pdci è l'unico partito visibile) spiega così la scarsa affluenza: «La sinistra sui temi dell'internazionalismo non esiste più». Marco Ferrando, segretario del Partito comunista dei lavoratori, dice che «da tempo i gruppi dirigenti hanno cancellato la questione palestinese: l'autodeterminazione è in contraddizione con le politiche del centro-sinistra».
A ricordare Stefano Chiarini c'è la sorella Antonietta e uno striscione con la foto del giornalista del manifesto scomparso il 3 febbraio 2007: «Caro Stefano siamo qui per la Palestina, come sempre». Quando il fiume di dimostranti scende lungo via Cavour, Germano Monti, portavoce di Forum Palestina, imbraccia il megafono e se la prende col presidente della Repubblica: «Nel suo recente viaggio in Palestina Giorgio Napolitano non ha detto una parola sulle condizioni in cui sopravvivono i palestinesi a causa dell'occupazione israeliana».
Per i promotori della Campagna «2008 anno della Palestina» la marcia è un successo, il culmine di un anno di lavoro. Per la prima volta da anni, aderiscono anche Assopace, Un ponte per..., Cric e altre organizzazioni pacifiste che così lanciano un segnale d'unità a chi, tradizionalmente, si è schierato su posizioni «filo-resistenza».
Piazza Esquilino per un pomeriggio diventa largo Yasser Arafat, con l'apposizione di una targa da parte dei dimostranti che denunciano che «nonostante le pratiche amministrative già espletate, la giunta Veltroni e ora quella Alemanno ancora non hanno intitolato una strada al raìs morto l'11 novembre 2004».

Michelangelo Cocco

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FONTE

  • luca.prini@libero.it