Dalle sezioni del PCL

Il caso Ferrania

12 Novembre 2008

Da quattro anni a questa parte, raramente. non sono apparse notizie sulla stampa locale e regionale ligure sull'azienda Ferrania, e, tutte o quasi riportavano un ritornello "la dirigenza e/o la proprietà, si è sempre letto, sono al lavoro per la rinascita dell'antica fabbrica valbormidese. Sono stati presentati non ricordiamo bene, sette o otto piani industriali (Genta, Commissari straordinari, Gambardella, Malacalza, Messina) con fantasiose proposte di investimenti (dagli 80 milioni di Gambardella ai 300 milioni e passa di Malacalza) tutte mai decollate per un motivo o per l'altro, ma soprattutto perchè nessuno dei proponenti ha mai messo le mani in tasca. Tuttavia sempre dalle notizie dei quotidiani locali i personaggi più influenti, dai vari Presidenti dell' Unione industriali e dei segretari delle sigle sindacali confederali hanno sempre sostenuto che la rinascita di questa azienda era dietro l'angolo e con essa e gli accordi di programma siglati dai governi locali e nazionali (anche questi in congruo numero) il rilancio della economia della provincia e della valle bormida.

Naturalmente, mentre si attendeva e si attende il via della rinascita, centinaia di lavoratori, precari e non, perdevano e hanno perso il posto di lavoro, o venivano e vengono affidati agli ammortizzatori sociali, con evidente decurtazione del loro reddito,diventando "numeri" di assistiti e non persone con dignità, qualifiche professionali anche elevate. (Un ex capo del personale che fa l'edicolante, un tecnico di laboratorio che fa il contadino, un altro che imbianca le case, un altro tecnico qualificato nella diagnostica per immagini che fa il pompiere, -sono esempi- ) E se è pur vero che i lavori svolti oggi aiutano a sbarcare il lunario ci domandiamo : la qualità del proprio ruolo professionale dove è finita?

Oggi abbiamo letto le ultime dichiarazioni di un personaggio al quale riconosciamo qualità di dirigente, notevoli ; Marco Macciò , presidente dell'unione industriali che riprendendo e continuando i discorsi della speranza e dell'ottimismo ci racconta come il complesso industriale provinciale savonese ha ottime possibilità di resistere alla crisi, e anche di risollevare le sorti della occupazione . Invitiamo il signor Macciò ad andare a raccontare queste belle favolette: ai precari licenziati dalla AP, ai lavoratori della stessa azienda in cassa integrazione, ai lavoratori della Testa di Albenga, ai lavoratori della OMV Vetrotex a quelli della Fondazione Ferrero, ai dipendenti dei cantieri Rodrigueze, e da ultimi ai cassaintegrati di Ferrania .

Noi crediamo sia il momento di smetterla di spandere falsi ottimismi e di trovar invece il sistema per intervenire non a favore dei pochi soliti noti dalle tasche sempre più piene. La nostra preoccupazione, purtroppo è quella di vedere i ricchi sempre più ricchi e i lavoratori sempre più disoccupati.

Giorgio Magni

PCL SAVONA

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FONTE

  • dott.guru@alice.it