Rassegna stampa

ALITALIA Un acquisto a prezzi di saldo con troppi problemi aperti Assemblee a Fiumicino e Palermo

(da Il Manifesto)

7 Novembre 2008

Maledetti dettagli! Più ne indaghi, più questa faccenda di Alitalia puzza di marcio. I problemi aperti restano sempre di due tipi diversi: quelli con i lavoratori e quelli societari (che comprendono capitalizzazione, autorizzazioni internazionali, continuità aziendale o meno tra Cai e «vecchia» Alitalia, ecc).
Su questo secondo fronte, ieri, l'a.d. di Cai, Rocco Sabelli, insieme al commissario straordinario Augusto Fantozzi e al presidente dell'Enac, Vito Riggio, ha incontrato il presidente della Iata (International Air Transport Association), Giovanni Bisignani. il quale ha un passato come a.d. dell'Alitalia, dall'89 al '94. Hanno parlato del trasferimento del codice «Az», che caratterizza la compagnia di bandiera, alla nuova società; oltre che delle necessarie autorizzazioni. Probabilmente la Iata ha chiesto anche un deposito cauzionale per una serie di servizi (tra cui il «controllo di qualità») necessari per poter essere affiliati all'organizzazione internazionale (230 compagnie, al momento).
La Cai, ha reso noto Fantozzi, ha formalizzato la sua offerta economica per le parti di Alitalia che intende acquisire. 275 milioni più l'accollo di 675 milioni di debiti «operativi» (strettamente connessi, cioè, all'attività di volo; come quelli esistenti con alcuni aeroporti). Al 30 novembre, però, ne verserà soltanto 100, in contanti. Ma va ricordato che, «assumendo» lavoratori in cassa integrazione (gli attuali dipendenti, cui stanno arrivando le lettere di messa in mobilità per «cessazione di attività»), Cai usufruirà nei primi tre anni di almeno 200 milioni di sgravi fiscali. Secondo questo schema sarebbero comunque valutati zero tutti gli slot che Alitalia possiede, in questo paese e nel mondo. Valutazione bizzarra, economicamente parlando, visto che costituiscono un patrimonio stimato in almeno 6-700 milioni. Su questo dovrebbero pronunciarsi a giorni ben due «periti»: Banca Leonardo, nominata dal governo, e Rothschild, assunto da Fantozzi. In Leonardo ci sono ben due consiglieri di amministrazione che svolgono lo stesso ruolo in Cai; quindi si può scommettere sulla loro valutazione (bassa, bassissima) di quegli slot.
Ma a ben vedere ci sono anche problemi reali. La Ue, per non considerare «aiuti di stato» i costi assunti dal gestore pubblico uscente, ha chiesto che ci sia una chiara «discontinuità aziendale» tra vecchia e nuova compagnia. Ma proprio questo apre un problema riguardo al trasferimento degli slot. Non sarebbe stato così se Cai avesse comprato Alitalia «nello stato di fatto e di diritto» in cui era. Debiti compresi, insomma; i quali - per decreto - sono invece stati passati allo Stato.
Con i lavoratori, infine, si annuncia un braccio di ferro complesso. A parte le iniziative di boicottaggio (molti dipendenti stanno chiudendo i propri conti correnti aperti con IntesaSanPaolo, architetto finanziario del «piano Fenice» della Cai), si vanno moltiplicando le assemblee per definire le azioni di lotta dei prossimi giorni. Si moltiplicano anche le iniziative di solidarietà provenienti da altri ambiti; gli studenti, in primo luogo, ma anche alcuni partiti. Ieri a Fiumicino si sono presentati il senatore dipietrista Pedica e il leader del Pcl, Marco Ferrando. Anche a Palermo ci sono state assemblee; nello scalo siciliano il piano Cai prevede 160 licenziamenti su 180 dipendenti.
Più naturale, ma importante, la solidarietà offerta dal «patto permanente» tra i sindacati di base (Sdl, Cub, Cobas), che inquadrano il comportamento di azienda e governo come la «sperimentazione di un nuovo modello di relazioni industriali». Che si vorrebbe imporre poi a tutte le categorie del lavoro.

Francesco Piccioni

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FONTE

  • luca.prini@libero.it