Rassegna stampa

lettera aperta al presidente ATO Pubblicato sulla nuova del sud e sul quotidiano di basilicata del 9/11/2008

9 Novembre 2008

In attesa delle provvidenziali e benefiche precipitazioni autunnali, alcuni comuni della regione sono letteralmente assetati.
È assetata la terra, perché gli invasi sono a secco.
È assetato il popolo, perché gli acquedotti sono chiaramente insufficienti.
Questo avviene nella Basilicata che vanta, oltre al petrolio, una così grande ricchezza idrica da trasferirne gran parte alla vicina Puglia.
Nasce Acquedotto Lucano e sottrae conseguentemente la gestione delle risorse idriche ai piccoli e poveri comuni lucani. In molti si illudono che finalmente terminerà l’emergenza idrica nei periodi estivi ed autunnali per gli assetati comuni.
La voglia di credere alla novità scaturisce dalla convinzione che un Ente ad hoc possa avere più risorse da investire e soprattutto personale altamente specializzato dedito solo ed esclusivamente a “dissetare il popolo lucano”.
In tal senso tutti si convincono che A.L. avrebbe riparato l’intera rete idrica riducendo grandemente le perdite del prezioso liquido, che avrebbe progettato nuovi e funzionali acquedotti nelle aree carenti, che avrebbe sfruttato maggiormente le potenzialità idriche di tutto il territorio.
Così non avviene. Soprattutto per Bella.
Ancora oggi l’acqua viene erogata soltanto per poche ore al giorno.
Appare davvero strano che la Basilicata, la cui classe politica di centrodestra e di centrosinistra si fregia di essere immune da condizionamenti malavitosi, che ambisce ad essere una regione senza confini, che si sforza di apparire meta ideale per un turismo intelligente ed ecologico, che è primissima nella utilizzazione di prebende nazionali ed europee, non sia riuscita a risolvere una volta per tutte la questione acqua.
Evidentemente non è un problema tecnico, visto che in passato si ottenne, anche per la zona di Bella, una qualche soluzione al problema con l’acquedotto ERGAL, nato all’indomani del terremoto ’80 con i fondi della Cassa per il Mezzogiorno.
Ma l’intero sistema di potere, democristiano ieri, di centrosinistra oggi, nelle sue varie trasformazioni, ha prodotto contestualmente una situazione di cronica deficienza idrica e di perpetui efficienti carrozzoni partitocratrici, corroborati da ripetuti aumenti delle bollette.
L’acquedotto di Laviano, sopra nominato, quello costruito dall’ ERGAL per conto della Cassa del Mezzogiorno, che doveva servire la zona del Vulture e del Marmo-Patano, in che condizioni si trova in questo momento? Può ancora svolgere la sua funzione iniziale? Può far sì che a Bella ci sia l’acqua almeno nelle ore diurne, come avvenne all’indomani della inaugurazione dell’acquedotto e per ben due anni? O è impossibile riattivare il collegamento con il nostro comune? O bisogna pensare che la sua creazione rispondeva soltanto a logiche capitalistiche e di propaganda politica?
Bella, 7 novembre 2008
Partito Comunista dei Lavoratori

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FONTE

  • fdoino@tiscali.it