Dalle sezioni del PCL

DESTINIAMO L'OTTO PER MILLE ALLA RICERCA MEDICA

Stato e Chiesa

22 Ottobre 2008

dal Tirreno

Lettere & Opinioni


L'otto per mille alla Chiesa cattolica o ad altre confessioni religiose è un furto. Ogni anno esso viene ripartito tra lo Stato e sei confessioni religiose. La ripartizione avviene in base alla percentuale delle firme raccolte al momento della dichiarazione dei redditi ed anche i fondi di chi non sceglie di destinare l'otto per mille vengono ripartiti in base a tali percentuali. Ciò rende possibile il fatto che la chiesa cattolica con solo il 35% delle firme effettive si intasca l'87% dei fondi.
Oltre al miliardo ricevuto dai fondi dell'otto per mille essa riceve ogni anno dallo Stato 650 milioni per gli stipendi degli insegnanti di religione, 700 milioni per le convenzioni su scuola e sanità e circa 250 milioni per il finanziamento di grandi eventi. A questi va aggiunto il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano. Dei fondi dell'otto per mille di circa un miliardo di euro, solo 195 milioni sono stati destinati ad interventi caritativi in Italia e nel Terzo Mondo, il retso serve per pagare gli stipendi die sacerdoti e per costruire nuovi luoghi di culto.
Nel 1996 l'ex ministro della salute Livia Turco propose di destinare i fondi dell'infanzia svantaggiata, ma il cassiere della Cei reagì duramente per paura di perdere il flusso.
Lo Stato, dovendo erogare questi finanziamenti, è costretto a cercarsi altre entrate con nuove forme di tassazione, è assurdo che continuiamo a lamentarci dei preti quando non facciamo nulla per cambiare il rapporto che ci lega col vaticano. Bisogna abolire il contributo alle confessioni religiose derivante dal cosiddetto 8 per mille ed il rispettivo resti in capo allo Stato, privilegiando in particolare il finanziamento della ricerca sulle malattie incurabili e sulle politiche sociali.



Nicolò Menchelli

Partito Comunista dei Lavoratori

Nicolò Menchelli PCL Massa-Carrara

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FONTE

  • menche@interfree.it