Rassegna stampa

Torino superblindata inaugura la Fiera del libro (da Il Manifesto)

8 Maggio 2008

Centinaia di agenti sorveglieranno oggi l'arrivo di Napolitano. Tre giovani denunciati per le bandiere bruciate durante il corteo del 1 maggio
c.l.
Roma


Il via ufficiale è previsto per questa mattina alle 10,30, ora in cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano varcherà il portone del Lingotto per inaugurare ufficialmente la XXI edizione della Fiera del Libro di Torino, di certo la più contestata nella storia della manifestazione per la scelta di dedicare a Israele il ruolo di paese ospite d'onore. Nonostante le rassicurazioni degli organizzatori («siamo tranquilli, ma attenti», ha ripetuto anche ieri il direttore generale della Fiera, Ernesto Ferrero), basterà darsi un'occhiata intorno per capire che aria tira. Centinaia di poliziotti e carabinieri, compresa qualche decina di tiratori scelti, sorveglieranno l'arrivo del capo dello Stato, accompagnandolo per tutto il tempo - un'ora e mezza al massimo - della sua visita. Per poi restare, una volta ripartito Napolitano, a presidiare l'intera area esterna della Fiera. Sulla carta e ufficialmente non è prevista alcuna zona rossa attorno al Lingotto, ma l'attenzione delle forze dell'ordine resterà altissima. Come dimostra anche la denuncia piovuta ieri sulla di tre giovani accusati di aver bruciato, al termine del corteo del 1 maggio, tre bandiere israeliane e una americana. La Digos li ha identificati visionando le riprese effettuate durante il corteo. Si tratterebbe di tre ragazzi di età compresa tra i 25 e i 30 anni, appartenenti secondo la Digos al centro sociale Askatasuna di Torino, che è tra i promotori del boicottaggio della Fiera. L'accusa nei loro confronti è di vilipendio della bandiera di uno Stato straniero e di travisamento in occasione di una manifestazione pubblica, per essersi coperti il volto con una kefiah.
Gesti di protesta contro il salone del Libro e Israele non sono comunque mancati neanche ieri. Riuscendo a eludere ogni sorveglianza, un gruppo di aderenti all'assemblea Free Palestine è riuscito ad arrivare fino al quinto piano di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell'Università e a srotolare una grande bandiera della Palestina, mentre altri aderenti all'associazione hanno aperto uno striscione con la scritta «Solidarietà alla resistenza palestinese». Il gruppo ha anche letto un elenco di nomi di bambini palestinesi uccisi nel 2008. «Pensiamo sia una forma di razzismo - hanno spiegato - il fatto che queste morti non interessano a nessuno».
Ma l'attenzione generale è centrata su quanto accadrà sabato pomerigi, quando a Torino è prevista la manifestazione a favore della Palestina. L'appuntamento divide la sinistra radicale, con Rifondazione comunista che si dissocia dal boicottaggio e dal corteo indetto dal Forum Palestina al quale hanno aderito il Pdci, il Pcl di Marco Ferrando e alcuni centri sociali tra i più radicali. Al corteo, che partirà alle 15 da corso Marconi per concludersi a piazza Fabio Filzi, a 200 metri circa dal Lingotto, è prevista la partecipazione di circa 5 mila persone provenienti da tutta Italia. Chi non ci sarà, è invece il leader dei Disobbedienti del nord est Luca Casarini perché pur approvando le proteste contro Israele - che Casarini paragona alla Cina - «non vogliamo - ha spiegato ieri - metterci in mezzo a una questione che è stata troppo ideologizzata».
Da più parti, comunque, arrivano appelli alla calma. E i primi ad abbassare i toni sono proprio gli organizzatori del corteo. «Sarà una manifestazione pacifica», ha spegato Luigi Casali, cordinatore piemontese delle Rappresentanze di base. «Vorremmo che ogni delegazione garantisse l'ordine del suo spezzone». Getta acqua sul fuoco anche Ferrero: «Non siamo a Kabul né a Bagdad, ma a Torino - ha detto il direttore del Salone - e riusciremo a fare una fiera bellissima».

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FONTE

  • luca.prini@libero.it