Prima pagina

L'unità nazionale tricolore a sostegno di una missione imperialista

Contro la missione navale nel Mar Rosso!

5 Marzo 2024
marrosso_crosetto


La bandiera tricolore sventola attorno alla missione militare nel Mar Rosso.
Le “opposizioni” liberali e populiste (PD e Cinque Stelle) hanno dichiarato il proprio voto a favore. Tutta la grande stampa borghese liberale, inclusa quella di “opposizione” a Meloni, plaude all'unità nazionale, ed anzi la invoca per l'oggi e per il futuro, non senza interviste patinate ai comandanti militari della “Caio Duilio” e ai loro vittoriosi rombi di cannone contro i droni di provenienza houthi. La stampa cosiddetta “pacifista” come il Fatto Quotidiano, che invoca ogni giorno la pace contro l'invio di armi all'Ucraina, copre il voto favorevole di Conte a una missione di guerra, con tanto di navi militari e di truppe.

Missione «eminentemente difensiva» dichiarava la risoluzione, nella sua prima versione. PD e M5S hanno chiesto che si togliesse l'avverbio (“eminentemente”) per favorire il proprio voto favorevole. Il governo naturalmente ha offerto volentieri ai borghesi liberali la foglia di fico richiesta.
Ma missione “difensiva” di cosa? “Difensiva delle navi mercantili, del commercio mondiale, della libertà dei mari”, rispondono all'unisono il governo a guida postfascista e i borghesi liberali tricolori. Ma gli houthi non attaccano indistintamente le navi mercantili. Attaccano o minacciano le navi israeliane, o le navi dirette verso i porti della Palestina occupata, o le navi di USA e Gran Bretagna che li bombardano (Prosperity Guardian), a difesa della resistenza palestinese. Una missione navale militare di Italia, Germania, Francia, Grecia, contro gli houthi – per di più raccordata seppur con differente ingaggio alla Prosperity Guardian – è di fatto una missione di guerra, in uno scenario di guerra. Una guerra a difesa dello stato sionista. L'unica "libertà" che Aspides difende è la libertà di Israele di continuare a massacrare i palestinesi di Gaza e Cisgiordania.

«C'è il rischio che molte compagnie preferiscano usare i porti dell'Atlantico a scapito di quelli della penisola», dichiara l'ammiraglio Credendino facendo il verso a Crosetto. Armatori, industriali, persino Coldiretti invocano l'interesse nazionale come ragione della missione. In realtà il vero rischio è l'aumento dei costi e delle compagnie di assicurazione, a vantaggio della concorrenza cinese. Si sceglie di contrastare “il rischio” difendendo lo stato sionista, e con esso i profitti degli armatori.

Non è solo questo. La corsa agli armamenti segna ovunque l'agenda internazionale, sullo sfondo dello scontro fra potenze vecchie e nuove per la spartizione del mondo. La UE è in prima fila nell'esaltare la necessità di sviluppare le spese per la Difesa, ai fini di una maggiore capacità di iniziativa e presenza negli scacchieri internazionali. L'imperialismo italiano si candida a svolgere un ruolo trainante in questa corsa, nel suo proprio interesse, dando sponda agli USA. Aspides è parte di questo. L'Italia avrà non solo il comando tattico dell'operazione europea Aspides ma anche quello della missione UE Atlanta e quello della CTF 153 con gli USA.

L'ammiraglio Carandino spiega con candore il quadro complessivo in cui la missione si colloca: «Non ci sono alternative. Una volta il Mediterraneo era presidiato dall'US Navy, poi dalla presidenza Obama il loro focus si è spostato sull'Indo-Pacifico. Chi ha riempito questo vuoto? Mosca, che ora preme per avere una base in Libia, ma non solo: i turchi... tra poco avranno la seconda flotta della NATO... Una situazione complessa in cui abbiamo esteso le operazioni fino al Mediterraneo Orientale e ottenuto il riconoscimento di un ruolo leader da parte degli USA e degli altri alleati». (La Repubblica, 5 marzo)

Più chiaro di così... L'imperialismo italiano partecipa, nel suo proprio interesse e con riconoscimento americano, allo scontro fra le potenze vecchie e nuove per il controllo dei mari. Aspides è solo un tassello di questa operazione più generale. Difende non solo lo stato sionista ma l'interesse dell'imperialismo italiano, nella spartizione delle zone di influenza, assieme alle ambizioni del Piano Mattei e del nuovo protagonismo tricolore.

Per questo l'opposizione alla missione navale non può limitarsi ad una dissociazione passiva (come nel caso di Sinistra Italiana) né avere solo un contenuto pacifista. Deve muovere dalla difesa incondizionata della resistenza palestinese e della nazione araba, contro ogni imperialismo, a partire dal “nostro”, e tradursi in una mobilitazione reale.

Facciamo dunque appello a tutte le sinistre politiche, sindacali, associative, di movimento, per una immediata iniziativa unitaria contro la missione navale nel Mar Rosso.

Partito Comunista dei Lavoratori

CONDIVIDI

FONTE