Interventi

Nessuno sopprima l'empatia

12 Novembre 2023
18 roma


Lo scorso 20 settembre, alcuni sanitari dell'Ats pavese - supportati dalle forze dell’ordine - hanno ucciso nove maiali, ospiti di un rifugio per animali liberati, in nome della possibile diffusione della peste suina africana. Questa tragedia poteva e doveva essere evitata.

Il 18 novembre a Roma, dopo il 7 ottobre a Milano, animalisti e antispecisti scenderanno di nuovo in piazza affinché questo non accada più.

I marxisti rivoluzionari raramente hanno avuto una forte connessione politica per coloro che lottano per la liberazione animale. Solitamente chi difende la causa antispecista è considerato come chi dedica il suo tempo ad una causa secondaria, invece di rispettare la logica della lotta di classe (di cui nessuno nega la centralità). Noi pensiamo che l’antispecismo sia una causa che al di là delle legittime osservazioni non possa essere ignorata. I compagni e le compagne militanti devono potersi autodeterminare.

Lo sfruttamento di umani e non umani ha radici storiche precise, laddove il pregiudizio altro non è che la cornice teorica e antiscientifica necessaria a supportare lo sfruttamento sistemico in una economia basata sul profitto di pochi. Come anche per altre oppressioni (donne o neri o nativi ad esempio), non è quindi (solo) una questione etica, per cui basterebbe agire sulle idee e/o sulle coscienze, attraverso convincimenti individuali. Nessun oppressore si è mai fatto convincere dalle buone idee che servono invece a formare la coscienza di classe.

Nessun padrone può essere convinto della bontà di una espropriazione proletaria e nessun appello generico al buon cuore e alla giustizia sarà in grado non solo di eliminare ma anche di mitigare le condizioni della classe subalterna, che dovrà invece agire politicamente attraverso strategie di lotta combinate. Radicalizzandosi.

La specificità dell’antispecismo risiede nel fatto che gli individui delle altre specie non possano agire all’interno delle strutture politiche umane, ma sarebbe un errore pensare che siano “senza voce” e non siano capaci di autentica resistenza: la resistenza animale è fuoriuscita dalla mera aneddotica entrando nella storia (a partire dagli studi di Jason Hribal fino a Sarat Colling), per cui noi non ci poniamo come salvatrici; ma come complici e alleati della resistenza animale.

Nel quadro dello sfruttamento capitalistico degli animali, perdiamo la consapevolezza di avere un elemento essenziale in comune con loro: che anche noi possediamo un corpo sfruttato. La soppressione della natura interiore degli esseri umani è sia una condizione che una conseguenza di questa società iniqua.
Il PCL da tempo si pone in ascolto delle istanze antispeciste.



Precedenti e approfondimenti:

articolo di Barbara Balsamo e Silvia Molè

La resistenza di Pumba

Gemmo, Molè, Nakta, Tramontana

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