Dalle sezioni del PCL

Il capitalismo sta distruggendo la nostra città. Distruggiamo il capitalismo

2 Novembre 2023
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A detta del presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin «La TAV è una grande opportunità per il nostro territorio, per la crescita e lo sviluppo economico. Naturalmente porta con sé disagi temporanei legati ai cantieri, che stiamo vivendo e vivremo per qualche anno ancora».

Eppure, come molti sapranno, le conseguenze derivanti dalla costruzione della Linea ad Alta Velocità Verona - Padova sono tutt’altro che temporanee e vanno ben oltre il semplice “disagio”. Tanto per citare una delle numerose criticità, si prevede che i cantieri TAV provocherebbero un incremento di PM 2,5 (fattori di rischio per tumori e malattie cardiovascolari) da 5 a 9 chilogrammi per metro cubo, in una città che già si trova nella pole position delle più inquinate d’Europa. A questo punto ci si potrebbe soffermare sul fatto che, per la realizzazione del progetto, si stima il consumo di 9 milioni di metri cubi di acqua, per reperire i quali sarebbe necessario attingere a fiumi e falde contaminati da Pfas (sostanze perfluoroalchiliche), che potrebbero diffondersi all’esterno del cantiere a causa della nebulizzazione dell’acqua.

Nel frattempo, IricavDue (consorzio che si occupa della progettazione e della costruzione della reta ad alta velocità) gioca al rimpallo con l’amministrazione comunale: se da una parte sul progetto si promette una modalità di controllo e di gestione dell’impianto di trattamento depurativo che garantisca la massima efficacia dell’abbattimento dei Pfas eventualmente presenti nello scarico, dall’altra IricavDue dichiara che «le attività di prevenzione e/o di contrasto non spetterebbero al Consorzio in questione».

Salute e ambiente verranno messi a dura prova anche dalle emissioni di Co2 sprigionate dalla cementificazione (si stimano 900 chilogrammi di Co2 per ogni tonnellata di cemento) e dalla costruzione delle infrastrutture.

E mentre sicurezza e ambiente sono sbandierate come “priorità del cantiere”, emerge dalla pagina Facebook CUT Cittadini uniti TAV Vicenza che «la documentazione per la Valutazione di Impatto Ambientale del 1° lotto TAV è stata sviluppata dall’azienda campana LANDE spa, già colpita da un’interdittiva Anti – Mafia».

Il mastodontico progetto da 258 milioni di euro al chilometro prevede per di più l’abbattimento 100 edifici, soprattutto nella zona dei Ferrovieri e San Lazzaro. Le assemblee con le 200 famiglie interessate dagli espropri proposte dal sindaco Possamai si sono risolte in un nulla di fatto: i tecnici non hanno saputo dare risposte su tempi di realizzazione e indennizzi, la cui entità è ignota, e che forse saranno ridotti rispetto alla norma dalla svalutazione dei quartieri, provocata dallo stesso progetto. In più non ci sono abbastanza abitazioni, di conseguenza gli affitti e i prezzi delle case saliranno alle stelle.

L’entità dei danni insomma risulta essere superiore rispetto alle tanto acclamate 4.000 assunzioni, anche se rimangono incognite per quanto riguarda le condizioni di lavoro. Le conseguenze di un’opera destinata a pochi con sufficiente denaro da poter acquistare il biglietto ricadono dunque, come sempre, sulla salute e sulle tasche dei lavoratori e delle lavoratrici.

La vicenda ha dimostrato ancora una volta come la speranza che le sinistre riformiste facciano qualcosa per il bene collettivo rimarranno sempre disattese: il capitalismo si preoccupa della natura e dell’essere umano solo nella misura in cui può trarne profitto. Giustamente si propone di pensare alla tecnologia ERTMS, soluzione che a quanto pare porterebbe gli stessi vantaggi della costruzione della TAV, ma con una riduzione significativa dei danni che ne derivano. Tuttavia, questa soluzione, di certo la migliore per il benessere collettivo, combacia anche con gli interessi privati?

Il fatto è che tra le necessità del capitalista e quelle di tutte le altre classi sociali ci sarà sempre un divario. Cercare di portare avanti un dialogo per tentare di smorzare le conseguenze negative del progetto non porterà a nessun risultato significativo. Si rende quindi necessario prendere una posizione netta contro la realizzazione del progetto. Come mostra la storia, i governi fanno concessioni solo se hanno timore di una possibile insurrezione.
Nella situazione che si ritrova a vivere la città di Vicenza, emerge ancora di più la necessità della costruzione di un programma politico su cui basare il movimento: come Partito Comunista dei Lavoratori proponiamo l’alternativa socialista come unica forma di progresso.

Se il capitalismo distrugge l’ambiente, distruggiamo il capitalismo.

Tecla e Antonio
Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Vicenza

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