Interventi

I risultati delle elezioni primarie argentine

27 Agosto 2023
miledi


Dalle recenti elezioni primarie in Argentina possiamo trarre le seguenti, prime, considerazioni: vince l’estrema destra reazionaria, perde il peronismo, tiene la sinistra rivoluzionaria.

Undici milioni di argentini hanno deciso di manifestare il proprio malcontento e la propria frustrazione sociale esprimendosi a favore di Milei, l’economista reazionario che ha già dichiarato di non aver nessun problema a discutere con il Fondo Monetario Internazionale, visto che il suo pacchetto di riforme e manovre economiche sarà peggiore di quello dei tecnocrati finanziari di Washington.

I peronisti hanno ottenuto il peggior risultato della loro storia, la formula Massa-Grabois si è rivelata una debacle per la tradizionale coalizione di sinistra del padronato. La sinistra rivoluzionaria diminuisce ma mantiene una buona fetta di rappresentanza popolare: Il Fronte di sinistra e dei Lavoratori, presentandosi diviso, con due liste, ha ottenuto 628.893 voti.

Milei ottiene un 30% in più di consensi, capitalizzando una parte del voto operaio e dei giovani, strappando ampie porzioni di elettorato non solo al peronismo, ma anche alla destra conservatrice di Juntos por el Cambio, arrivata seconda. A cosa si deve una crescita così importante? A maggior ragione, di fronte ad un programma elettorale fatto di tagli alla spesa pubblica e conseguente privatizzazione dei diritti essenziali quali la sanità pubblica e la scuola pubblica, di proposte volte a dollarizzare l’economia argentina, che determinerebbe la polverizzazione dei salari e delle pensioni, oltre all’attacco al diritto all’aborto legale recentemente conquistato dal movimento delle donne argentine e al negazionismo circa le responsabilità delle gerarchie militari, nel genocidio, durante la dittatura. Questa novità reazionaria nel panorama politico argentino, si spiega con il disastro che i vari governi capitalisti hanno creato, generando più miseria, sfiducia, che vengono massimizzate da personaggi pericolosi come Milei, come già lo fu in Brasile, Bolsonaro.

Nel FIT la decisione tattica di presentarsi con due liste separate e il ciclone Milei hanno determinato l’erosione di una parte dei consensi, comunque il fronte elettorale della sinistra trotskista (FIT) rappresenta, ad oggi, l’unica forza antisistema con proiezione di massa in Argentina. All’interno delle forze della sinistra rivoluzionaria risulta vincente la lista PTS-IS con un 70% dei voti sul totale complessivo di oltre 600.000 preferenze. Non c’è dubbio, numeri alla mano, che il tentativo divisionista del PO-MST si può considerare chiuso e fallito, a meno che la lista minoritaria non abbia altre intenzioni rispetto al proprio impegno nel FIT. Infatti, già a partire dalle prossime elezioni generali di ottobre, la lista che rappresenta la classe lavoratrice e i precari argentine marcerà unita.

Il problema interno al FIT, semmai, sarà quello di rispettarsi e fare un passo indietro in maniera coerente all’interpello elettorale, soprattutto evitando che la sortita minoritaria, fallita, non giustifichi sé stessa attraverso elucubrazioni ai margini della menzogna, contro chi ha ottenuto una preferenza elettorale palese. Quest’ultima affermazione deve avere come assoluto presupposto la convinzione politica che la soluzione al dramma sociale che vive la classe lavoratrice argentina non verrà dalle urne elettorali del sistema borghese ma delle lotte operaie e popolari contro il prossimo governo che assumerà il mandato.

Lukas Vergara

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