Dalle sezioni del PCL

No al ponte sullo Stretto!

Sabato 17 giugno manifestazione del Movimento no ponte a Messina

16 Giugno 2023

Testo del volantino del PCL

noponte17giugno


SÌ ALLE INFRASTRUTTURE UTILI! NO AL PONTE!

Il governo Meloni ha riavviato vergognosamente il progetto del Ponte sullo Stretto, definendolo opera prioritaria. La Sicilia ritorna in piazza il 17 giugno a Torre Faro (ME) contro l'insulto più grande alla sua popolazione, in particolare proprio ai lavoratori e ai giovani: l'inutile e dannoso Ponte di Messina.
Il governo ripropone ancora una volta una grande beffa, sottovalutando l’intelligenza dei siciliani, e approfittando anche della mancata chiusura della società Stretto di Messina SPA: promessa, una delle tante, non mantenuta dal governo Prodi.

Il governo postfascista Meloni, uno dei più pericolosi del dopoguerra per l’attacco alle condizioni di vita dei lavoratori e le devastazioni ambientali del territorio, ripropone la politica delle grandi opere in un momento di profonda e prolungata crisi sociale ed economica del Mezzogiorno ed in particolare della Sicilia, stornando soldi (vedi anche la riesumazione della società per il ponte) per opere dannose ai fini ambientali, sociali ed occupazionali, con il fine di illudere la gente.
Nell’ultimo decreto governativo vengono anche stanziati ben sette milioni di euro per dare pubblicità e visibilità alla gigantesca opera per l’attraversamento stabile dello Stretto: a tal fine sarà presentato nei prossimi giorni a Roma un giornale online per sostenere propagandisticamente la grande beffa alla popolazione meridionale, in particolare a quella siciliana e calabrese.

Al momento, la costruzione del Ponte dovrebbe costare, secondo il DL 35, intorno ai 15 miliardi di euro, comprese le opere connesse. Ma al momento manca ancora la copertura finanziaria per la realizzazione dell’opera. L’obiettivo del governo è fare approvare il progetto esecutivo entro metà del 2024 per poi partire speditamente con i lavori, senza salvaguardare il futuro dei luoghi e le condizioni di salute ambientali.
Una analisi completa, mettendo in conto tutti i fattori di inquinamento e tenendo conto del ciclo di vita, porterebbe a valori di prodotti nocivi di gran lunga superiori a quelli che vengono riportati da qualche politico governativo.

Il Ponte sullo stretto distrugge ciò che la natura, con il meraviglioso e incantevole paesaggio, ha a piene mani regalato. L’ambizioso progetto del ponte sospeso più lungo del mondo era stato abbandonato nel 2013, a causa di dubbi sulla sua sostenibilità finanziaria e sull'integrità strutturale in una regione geologicamente instabile.
I timori che potenti organizzazioni mafiose potessero infiltrarsi nel progetto hanno gettato un'ombra, soprattutto dopo che si è scoperto che una di esse aveva tentato di fare un'offerta per una parte dell'appalto. Nonostante ciò, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini rilancia con la speranza di iniziare i lavori del ponte entro due anni: a Bruxelles ha chiesto un sostegno finanziario per l'impresa ad Adina Valean, commissario europeo per i trasporti, che ha richiesto una proposta dettagliata da parte del governo.

Intanto secondo la DIA, l'ente investigativo antimafia, il ponte costituisce un forte impulso per i loschi affari delle famiglie della borghesia mafiosa delle due parti dello stretto: un ricco piatto che intendono spartirsi a spese dello Stato, quindi dei lavoratori, socializzando le perdite e privatizzando i profitti. Un film già visto: i lavoratori e le comunità meridionali non intendono pagare nuovamente il biglietto.

Il ponte sullo Stretto è un'opera insensata ingegneristicamente, dai costi enormi, dall'impatto ambientale spaventoso in termini di cementificazione e di rischi, primo su tutti quello sismico. Tra due regioni, con infrastrutture interne vergognosamente inadeguate, si pensa di costruire un'opera mastodontica che collega il nulla, che non dà nessun beneficio.
È di questi giorni la notizia apparsa in un noto settimanale nazionale secondo cui «Con il nuovo sistema, che attrezza le attuali locomotive E464 con batterie a convertitore (da circa 400 kw), si potranno effettuare operazioni di imbarco e sbarco in modo autonomo ed ecologico, evitando la manovra con la locomotiva diesel», dimezzando così i tempi di attraversamento dello Stretto. Progetto mai attuato. Chissà perché.

Il ponte non crea nuovo lavoro, ma distruggerebbe l’economia marittima della stretto e tutto il settore economico che si basa sull’attraversamento, oltre che il tessuto economico di Ganzirri-Torre Faro, conseguente alla devastazione ambientale della zona costiera, legato al turismo e commercio!
La maggior parte della manodopera specializzata sarà portata da fuori, pochissimi i lavoratori manuali del luogo, che sarebbero utilizzati per un tempo limitato. Un’altra beffa!

Sì alle infrastrutture utili!

Altri sono gli interventi di cui ha bisogno la Sicilia, da quelli infrastrutturali basilari (raddoppi ferroviari su tutte le linee esistenti; nuove linee nelle zone mai raggiunte dal servizio; autostrade rimodernate e razionalizzate; valorizzazione dei porti con nuove rotte e flotte ingrandite, per snellire il traffico su gomma e l'inquinamento conseguente, grazie alle autostrade del mare - altro che dismissioni dei vettori pubblici della navigazione e… lasciare a terra i pendolari per imbarcare i più redditizi mezzi gommati per favorire i soliti noti armatori), a quelli sovrastrutturali della gestione delle risorse economiche, che esistono e sono ingenti, ma sono sempre dirottate verso gli interessi dei capitalisti, che si vogliano chiamare mafiosi o meno.

La risoluzione della questione del ponte sullo Stretto passa anche attraverso la creazione di un'alternativa globale al sistema di sviluppo capitalistico, che privilegia il privato sul pubblico, il profitto sul bene comune (vedi l'inquinamento e i morti per i tir a Messina). Il ponte è uno fra i tanti catastrofici simboli di questo sistema insieme ai CIE per immigrati, alla guerra, alla miseria e allo sfruttamento del capitale sul lavoro.

Come Partito Comunista dei Lavoratori lottiamo:

- PER IL POTENZIAMENTO DELLA NAVIGAZIONE PUBBLICA E PER LA SUA SICUREZZA.
- PER GRANDI FINANZIAMENTI FINALIZZATI ALLA PREVENZIONE DAL RISCHIO SISMICO NELL’AREA DELLO STRETTO. NO A SBANCAMENTI INUTILI PER FARE ARRICCHIRE LE SOLITE DITTE DI MOVIMENTO TERRA.
- PER LA MESSA IN SICUREZZA IDROGEOLOGICA DEL SUOLO, PER IL RIFACIMENTO E POTENZIAMENTO DEL SISTEMA IDRICO PUBBLICO.
- PER L’UNITA’ D’AZIONE NELLE LOTTE (DALLA VAL SUSA A MESSINA) TRA I MOVIMENTI CHE COMBATTONO LA DISTRUZIONE DEI BENI COMUNI (ACQUE, ARIA, SUOLO, ECC.) E IL MOVIMENTO DEI LAVORATORI CHE LOTTA QUOTIDIANAMENTE PER LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO E DEL REDDITO INSIEME AL NASCENTE MOVIMENTO PER IL REDDITO DI CITTADINANZA, CHE PROPONE UN NUOVO PROGETTO DI CIVILTÀ CHE FERMI QUESTA BARBARIE: UN PROGETTO COMUNISTA!

È con questo spirito e queste proposte che partecipiamo e invitiamo a partecipare alla grande manifestazione, indetta dal Movimento No Ponte per il 17 giugno alle ore 17 a Capo Peloro (ME).

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Messina

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