Dalle sezioni del PCL

Siena al voto

12 Maggio 2023

Le amministrative a Siena sono la rappresentazione plastica di troppi interessi in campo, in concorrenza fra loro, accomunati da un unico obiettivo: mettere le mani sulla città

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Da marxisti rivoluzionari assistiamo al teatrino legato alle elezioni comunali che vedranno il primo appuntamento domenica e lunedì prossimo con probabile ballottaggio a fine mese tra otto candidati alla poltrona di primo cittadino, sostenuti rispettivamente da 17 liste e più di 600 aspiranti consiglieri comunali che si contenderanno i 40 posti a disposizione.

Seguendo un trend consolidato negli ultimi anni, le liste civiche recitano un ruolo predominante negli appuntamenti elettorali locali. Siena non fa eccezione, pertanto l’offerta anche in quest’occasione è ampia e spazia dal civismo di destra a quello di sinistra, oltre all’offerta dei partiti strutturati, ovvero quelli, per intenderci, che hanno dei propri gruppi parlamentari e riempiono le cronache politiche nazionali.

Ricordiamo che l’attuale sindaco uscente Luigi De Mossi fu eletto nel giugno 2018, con la Lega “nazionale” salviniana in ascesa ed egemone, che trainò le altre liste della destra e civiche alla vittoria nel ballottaggio con l’allora sindaco uscente di centrosinistra Bruno Valentini, ponendo fine all’ininterrotto governo cittadino di sinistra dal dopoguerra, in tutte le sue varianti di definizione e sigle.
Un’amministrazione a guida di destra e civica dove ben presto la componente civica ha perso pezzi e dove i mutati scenari politici nazionali (il ridimensionamento della Lega “nazionale” salviniana) hanno riequilibrato le componenti all’interno della giunta e gli equilibri politici e di forza a favore del partito della ZTL senese, che ad oggi risulta essere Fratelli d’Italia, confermato dalle recenti elezioni politiche del settembre scorso. Un’amministrazione che di fronte alla complessità e ai problemi mondiali e continentali che hanno investito la città (pandemia, crisi economica, guerra, rialzo dei prezzi energetici, inflazione ecc.) ha rilanciato i propri messaggi retorici e autoreferenziali sull’ancoraggio salvifico alle proprie tradizioni.

Naturalmente l’appuntamento elettorale per l’elezione del nuovo sindaco è l’occasione per misurare i rapporti di forza cittadini tra le varie componenti politiche e i vari gruppi di interesse che sostengono questo o quel candidato. I mutati rapporti di forza rispetto alla precedente stagione politica di cinque anni fa hanno spinto i partiti di destra a trazione Fratelli d’Italia a “scaricare” negli ultimi mesi il sindaco uscente dopo averlo fedelmente sostenuto nel corso di questi cinque anni, condividendo le scelte politiche amministrative portate avanti dal sindaco e dalla sua giunta, dove trovavano adeguata collocazione gli esponenti della destra cittadina in tutte le sue componenti partitiche (FI, Lega, FdI).

Le forze della coalizione di destra che hanno appoggiato dal 2018, insieme alle forze civiche, l’azione amministrativa del sindaco De Mossi si sono sorprendentemente accorte solo negli ultimi mesi che il sindaco uscente non poteva essere il candidato ottimale, pertanto si sono messe alla ricerca di possibili candidati, ricevendo un diniego dalla professoressa Nicoletta Fabio e virando in extremis sull’autocandidato civico Emanuele Montomoli, imprenditore di successo, docente universitario.
Fin qui tutto bene, il giovane candidato civico riceveva la propria formale investitura un sabato mattina di febbraio presso un gremito teatro cittadino alla presenza dei vertici locali del centrodestra e dei rappresentanti parlamentari della città in quota FdI.

La destra cittadina partiva con il vento in poppa verso la campagna elettorale, quando subito dopo l’investitura, il candidato Emanuele Montomoli rilasciava un’intervista alla stampa locale nella quale rivendicava l’iscrizione a una loggia massonica senese e affermava che i partiti della coalizione di destra fossero al corrente di tale appartenenza.
Grande scompiglio nella destra cittadina; la questione candidatura sindaco di Siena approda a Roma ai vertici nazionali del partito del Presidente del Consiglio. Da Roma proviene il contrordine: scaricato Emanuele Montomoli, si sonda la disponibilità nuovamente della professoressa Nicoletta Fabio, nota per aver ricoperto in passato altri ruoli tra cui quello di presidente del Consorzio per la Tutela del Palio e di Rettore del Magistrato delle Contrade, che questa volta, a differenza della prima, accetta la candidatura. Dunque la professoressa è la candidata ufficiale della destra, oltre che delle immancabili liste civiche a lei collegate.
Può ripartire la campagna elettorale, con gli arrivi a Siena di ministri, sottosegretari vari e con la visita della stessa professoressa a Roma per l’incontro con il Presidente del Consiglio e l’immancabile foto di rito.

Registriamo una campagna elettorale della destra cittadina tutta tesa a mettere in cattiva luce il sindaco De Mossi per le cose che in questi anni non hanno funzionato, imputandogli tutte le responsabilità e scaricando furbescamente le proprie. In questo gioco delle tre carte da parte della destra cittadina, la professoressa Nicoletta Fabio ha buon gioco affermando che lei semplicemente non c’era e puntando insieme alla coalizione che la sostiene all'opportunità di avere un governo amico, con le implicazioni di snellimento procedurale e di finanziamento per progetti riguardanti la città. Una storiella già vista con le amministrazioni di sinistra e i governi amici a Roma.
Naturalmente i valori sono quelli della destra a trazione postfascista, con i richiami retorici alla senesità, alla gelosa custodia delle proprie tradizioni, al ritorno a un tempo che fu, completamente decontestualizzato dagli scenari nazionali ed internazionali che investono nel mondo globalizzato anche la nostra città. Naturalmente i cinque anni dell'amministrazione De Mossi non sono passati invano per la destra cittadina, che è riuscita velocemente ad accreditarsi e sostituire con nomine dei propri uomini nei vari enti il personale legato alle forze di governo delle precedenti amministrazioni di centrosinistra a guida PD.

Nella corsa a primo cittadino c'è anche l’orgoglioso appartenente alla massoneria senese Emanuele Montomoli, scaricato dalla destra cittadina, che non si è scoraggiato e ha deciso di presentarsi comunque come civico, vantando di essere l’unico candidato che può rilanciare la città, rendendola attrattiva per investimenti a rilevanza mondiale nel campo biomedico e vaccinale grazie al proprio ruolo di manager di un'azienda del settore, e vantando la propria rete di conoscenze e contatti, promettendo una svolta manageriale e generazionale per un’amministrazione cittadina statica che assiste passiva al declino della città.
Una candidatura che parla a una parte ben definita della città, quella più ricca, ambiziosa e inserita in determinati ambiti, che suggestiona settori impoveriti della città senza alcun riferimento politico, e che vedono nella proposta dell'imprenditore un'opportunità.
Niente di nuovo sotto il cielo: anni di propaganda imprenditoriale tossica che scambia gli interessi della classe padronale con quelli generali.
Registriamo a sostegno di Emanuele Montomoli la venuta in città del “civico” Pizzarotti, ex grillino e già sindaco di Parma. La campagna del professore Montomoli si è connotata anche per gli ottimi aperitivi-cena offerti nell’appuntamento fisso del venerdì sera in Piazza del Campo presso la sede del proprio comitato elettorale. La politica è anche, per il civismo di Montomoli, convivialità ed eccellenze enogastronomiche del nostro territorio che tutti ci invidiano.

Nel panorama della destra cittadina registriamo anche l’investitura, da parte del sindaco uscente Luigi De Mossi, del proprio candidato designato Massimo Castagnini, già presidente di una partecipata del comune su nomina dello stesso sindaco, e ora candidato-manager per rendere la macchina comunale efficiente e al servizio del cittadino-contribuente, e per continuare la buona azione amministrativa intrapresa, a detta dello stesso sindaco uscente.
Naturalmente è una candidatura civica, dove troviamo candidati che sono approdati al “civismo del fare” dopo essere transitati dai partiti della destra. La candidatura inoltre si porta dietro ex amministratori della Siena dell'epoca del PSI craxiano, ritornati brillantemente in auge in questi anni ripercorrendo all’interno dell’ente stagioni felici ed irripetibili dal punto di vista politico della propria giovinezza.
L'ottima azione amministrativa che rivendica il sindaco uscente e le liste che appoggiano Castagnini si è materializzata in questi anni con ripetute riorganizzazioni dell’ente, esternalizzazioni di settori comunali, trasferimenti continui di personale, revoca e riassegnazione di deleghe a vari assessori con frequenti avvicendamenti, e una sostanziale autoreferenzialità dell'ente rispetto ai comuni contermini, completa deregulation verso le attività economiche commerciali, solo per citarne alcune.
La campagna elettorale impostata è quella dell'autentico civismo contro i partiti cittadini della destra (FdI, Lega e FI), del pragmatismo, con simpatici siparietti di sottoscrizione di patti per la città di berlusconiana memoria.
Il lancio ed investitura del candidato Castagnini è stato benedetto anche dal Vicepresidente della Regione Toscana, il consigliere regionale Scaramelli, referente toscano della compagine renziana di Italia Viva che ha speso per l'azione amministrativa del sindaco uscente e la sua compagine di destra-civica parole di elogio, tornando poi beatamente a Firenze a sostenere la compagine di centrosinistra del governatore Giani. In politica, visti i tempi che corrono e la fluidità dell'elettorato, è bene tenere sempre la scarpa in due staffe.

Il sedicente terzo polo, come ci veniva rappresentato mediaticamente solo alcuni mesi fa, si è già sfasciato a livello nazionale, e a Siena registriamo tale sfascio con la candidatura autonoma dell'esponente di Azione Roberto Bozzi, già sindaco di centrosinistra alcuni anni fa di un comune limitrofo a Siena.

Vi è poi il candidato sindaco civico Fabio Pacciani, il quale è partito con la propria candidatura molto prima degli altri, e ha improntato la propria campagna elettorale all'ascolto e agli incontri capillari sul territorio con la cittadinanza, forte dell'esperienza maturata all'opposizione in consiglio comunale dall'ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini, regista dell'operazione.
Le liste che appoggiano il candidato Fabio Pacciani sono sette, tutte civiche, dove l'appartenenza politica è vista come un disvalore. Un civismo che comprende un variegato arcipelago dove trovano rappresentanza ex grillini, ex consiglieri comunali di centrosinistra, ambientalisti, ex militari, conservatori borghesi. Un arcipelago composito e vario che può intercettare trasversalmente un elettorato fluido privo di riferimenti politici, visto anche il profilo moderato del candidato sindaco che rivendica il vero civismo in nome degli interessi della città e in contrapposizione ai partiti di centrodestra e di centrosinistra che hanno governato male.

Il Movimento 5 Stelle in extremis è riuscito a presentare la candidatura di una donna, Elena Boldrini, ex consigliera comunale di un comune limitrofo a Siena. Registriamo che il Movimento 5 Stelle a Siena ha vissuto la propria disintegrazione cittadina con le candidature alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 – quelle dove ottenne il 32% a livello nazionale – e di conseguenza non si è presentato alle successive elezioni amministrative senesi del giugno 2018, nonostante il ruolo di opposizione alla giunte di centrosinistra e la presenza di due consiglieri comunali.
L'offerta politica della formazione guidata da Giuseppe Conte può funzionare in un contesto politico d'opinione nazionale ammiccando a contenuti progressisti che intercettano un elettorato indistinto piccolo-borghese, ma ci sono molte più difficoltà nel contesto locale, dove formalmente sconta un'assenza organizzativa e dove l'eventuale rendita di posizione d'opinione è venuta meno con l'elezione della nuova segretaria del PD. Per cui la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle a Siena è tutta in salita.

Vi è poi la candidatura del sindaco di sinistra Alessandro Bisogni, che guida la lista civica “Siena Popolare”, nata con l'obiettivo di tornare in Consiglio comunale. Perché la politica, per le formazioni politiche di provenienza della lista che appoggia Alessandro Bisogni, non prescinde dalla presenza istituzionale.
La lista civica di sinistra “Siena Popolare” è di fatto trainata dalla formazione di Potere al Popolo senese, che tenta per l'ennesima volta dopo i fallimenti delle precedenti tornate politiche e amministrative (compresa quella del 2018) di intercettare un bacino elettorale a sinistra del PD privo di rappresentanza politica. Naturalmente l'operazione è condivisa con quello che rimane di Rifondazione Comunista a Siena (molto poco) in posizione di subalternità, visti i rapporti di forza, e con alcuni esponenti indipendenti di sinistra. Un'operazione di mimetismo civico di sinistra, non avendo avuto il coraggio politico, i due partiti che la compongono, di presentarsi sotto la comune insegna di Unione Popolare, vista la recente presentazione elettorale del settembre scorso e i deludenti risultati ottenuti.
Evidentemente la tornata amministrativa necessità di un profilo civico più appetibile, in tempi di elettorato fluido, e l'unico obiettivo da centrare è l'elezione del consigliere comunale, che toglierebbe, a detta dei dirigenti dei due partiti riformisti, le formazioni di sinistra in un sol colpo dalla marginalità politica cittadina.

Anche a Siena l'arcipelago di sinistra è stato investito dalle questioni internazionali, dalla pandemia prima alla guerra in Ucraina poi, per cui registriamo posizioni all'interno della lista molto diverse e contraddittorie su tali questioni, ma conviene sempre dirottare il discorso, in occasione di tornate amministrative, su questioni strettamente locali che possano unire anziché dividere. L'unità di facciata è l’unico valore imprescindibile in vista del voto. Registriamo l’arrivo a Siena dell’ex portavoce di Potere al Popolo Giorgio Cremaschi a conclusione della campagna elettorale della lista.
Anche per il candidato di sinistra Alessandro Bisogni la strada del voto è tutta in salita, e non sarà facile sul mercato elettorale senese affollato di offerte intercettare un numero di voti sufficienti a far scattare il consigliere comunale, unico obiettivo dichiarato della lista.

Infine chiudiamo con la candidata Anna Ferretti, sostenuta da un insieme di liste, una civica progressista di “sinistra”, l'immancabile del sindaco, e quella del PD. Anna Ferretti vanta passate esperienze: amministrativa quale assessore al sociale in precedenti giunte di centrosinistra della città; nel mondo della cooperazione sociale di matrice cattolica, quella, per intenderci, che indipendentemente dalla connotazione politica delle amministrazioni locali gestisce tramite appalti RSA, nidi e asili comunali; oltre a essere stata presidente della Caritas senese.
L'accettazione della candidatura è stata accolta dalla Ferretti alla seconda richiesta da parte dei vertici locali del PD, che erano nell'impasse di non trovare un candidato sindaco da proporre, ed è stata accettata con la benedizione dell'uomo inviato a Siena da Papa Francesco, il cardinale Augusto Paolo Lojudice, membro della Commissione episcopale per le migrazioni della CEI.
Anna Ferretti ha vinto le primarie di coalizione in competizione con un ex consigliere comunale di una lista civica di sinistra; primarie dove si è agevolmente affermata dando una patina di democraticità e partecipazione alla sua candidatura.

Una candidata sindaco “democristiana”, a cui il PD senese ha affidato la salvifica missione di riconquista del comune, operazione molto difficile visto il ruolo di opposizione a cui è stato relegato dalla tornata amministrativa locale del 2018. Un ambito, quello dell'opposizione locale, inesplorato per il partito senese, abituato fin dai tempi del PCI a governare localmente con una classe politica e un sistema di potere funzionale al governo del territorio, un partito che rappresenta un ceto medio vagamente progressista che ha visto negli ultimi anni intaccate le proprie certezze e il proprio tenore di vita. Un partito che ha perso l'appeal certificato anche nell'ultima tornata politica di settembre scorso, a giudicare dai risultati elettorali dei collegi senesi che hanno visto l'agevole affermazione dei candidati di destra, inimmaginabile solo alcuni anni fa.

La concorrenza al mercato del voto è agguerrita, con molti ex esponenti del PD che si presentano sotto le bandiere del civismo.
La campagna elettorale è improntata dalla Ferretti verso il sociale, ambito che la candidata conosce molto bene, mettendo in luce la disastrosa azione amministrativa della giunta civica di destra a guida De Mossi. Poi i temi è bene che rimangano generici e nell'ambito comunale: accoglienza, riorganizzazione soste in centro storico, ecc., per non investire temi che possano sconfinare nell'ambito regionale interferendo con le politiche regionali che tracimano di tagli feroci: basta vedere quello che avviene nella sanità Toscana sotto la guida dell'onnipresente Presidente Giani e del senese Assessore regionale alla Sanità. Registriamo l’arrivo a Siena della neosegretaria del PD a sostegno della candidata in ben due occasioni.

Da osservatori politici abbiamo notato che i grandi temi internazionali, che hanno ricadute inevitabili sui territori, sono trascurati, per non dire assenti, dall’agenda politica delle varie formazioni che si presentano alla tornata elettorale amministrativa, che preferiscono trattare questioni locali e di spicciolo pragmatismo.

Da parte nostra ribadiamo l’assoluta necessità di un partito della classe lavoratrice che si batta per i suoi interessi indipendenti e per un’alternativa di società. Una società in cui a comandare non sia una piccola minoranza di capitalisti, grandi azionisti e banchieri, come sotto il capitalismo, ma chi produce la ricchezza, che è la maggioranza della società stessa. Solo un governo dei lavoratori e delle lavoratrici può assicurare una democrazia vera.
Il Partito Comunista dei Lavoratori si batte per questa prospettiva.

Partito Comunista dei Lavoratori - nucleo di Siena

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