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20 Aprile 2023
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Lenin elenca tre sintomi di una situazione rivoluzionaria, che possono essere parafrasati come segue: 1) le classi superiori sono in crisi e non possono vivere alla vecchia maniera; 2) le classi inferiori soffrono e non sono disposte a vivere alla vecchia maniera; e 3) di conseguenza, le masse sono trascinate in un’azione storica indipendente. La rivoluzione nasce solo da una situazione in cui i suddetti cambiamenti oggettivi sono accompagnati da un cambiamento soggettivo. Un elemento chiave del cambiamento soggettivo necessario per il successo di una rivoluzione è l’esistenza di un partito rivoluzionario di massa (Lenin, 1915).

Costruire questo partito rivoluzionario in Italia è l’impegno quotidiano del Partito Comunista dei Lavoratori e dell’organizzazione internazionale in cui si riconosce, l’Opposizione Trotskista Internazionale (OTI).

I capitalisti dominano il mondo, quasi senza eccezioni. Tuttavia la classe borghese nel suo complesso manifesta a ogni latitudine la propria difficolta a governare la società, attraversata da pulsioni reazionarie, di carattere populista, o fondamentalista religioso, o nazionalista, da un lato, dall’altro terremotata da scoppi potenti di contestazione di massa sul terreno delle rivendicazioni democratiche quando non dal riesplodere della lotta di classe.

Le contraddizioni tra le potenze imperialistiche, le maggiori – USA, UE, Cina, Russia – stanno trascinando la civiltà umana verso il baratro di un nuovo conflitto mondiale.
La NATO si espande a Est, gli USA vogliono rafforzare il proprio predominio rinforzando il fronte asiatico, gli imperialismi europei cercano di rafforzare la propria influenza in Africa, l’imperialismo russo, che ha restaurato il capitalismo e ha ereditato la potenza militare e diplomatica della disciolta URSS, aggredisce l’Ucraina, la Cina cerca nuovi e remunerativi spazi commerciali (la Via della Seta), sviluppa un potente esercito e minaccia Taiwan. Tutte le potenze aumentano le spese militari e procedono ad un massiccio riarmo.

La stagione della globalizzazione “pacifica” del capitalismo è finita: le classi superiori sono in crisi e non possono vivere alla vecchia maniera.
Le condizioni materiali del proletariato, della classe lavoratrice, in Italia e nel mondo sono gravemente minacciate, e con esse lo stesso futuro dell’umanità. In Italia e nel mondo la povertà è tornata a salire vertiginosamente, mentre nei paesi imperialisti l’inflazione falcidia i salari.
Le stesse misure di salvaguardia della salute pubblica sono messe a repentaglio dall’erosione dei servizi sanitari su scala mondiale, dovuta alla rapina capitalista, come hanno dimostrato due anni di pandemia che ha ucciso milioni di persone in tutto il mondo.

La crisi ambientale, provocata da decenni di sfruttamento selvaggio delle risorse naturali e di discarica di materiali inquinanti, a vantaggio del profitto dei capitalisti, è arrivata al punto di minacciare il cambiamento climatico e una crisi globale catastrofica.

Non basta chiedere ai potenti di cambiare. Bisogna rimuovere gli stessi potenti, cioè i capitalisti.
I diritti sindacali, di sciopero e di rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori sono schiacciati da una rinnovata arroganza padronale che può contare su leggi e decreti restrittivi emanati dai governi compiacenti di ogni colore politico.

Governi come quello italiano, a guida postfascista, hanno in programma di far retrocedere i diritti democratici e di tutti i settori oppressi della società.
La questione femminile e le lotte delle donne si fermano sulla soglia della formalità giuridica, e senza crescere insieme alla lotta di classe non riescono a sviluppare una reale emancipazione, senza la quale lo stesso socialismo è impensabile. I diritti LGBT+*, delle e dei migranti, delle minoranze etniche, sono attaccati e rischiano di rimanere nell’ambito delle sole buone intenzioni.

In altre parole: le classi inferiori soffrono e non sono disposte a vivere alla vecchia maniera.

Purtroppo però le masse, pur con enormi eccezioni come le lotte in Iran, in Francia, in Gran Bretagna, negli USA, stentano ancora a sviluppare un’azione storica indipendente. Dopo essersi sentite tradite dai riformisti, che hanno finito ovunque per sostenere governi e condividere la responsabilità del varo di politiche economiche e sociali capitaliste (Italia, Spagna, Grecia...), e dalle burocrazie sindacali che hanno svenduto le loro ragioni per collaborare con i padroni, esse finiscono spesso per essere ingannate da movimenti reazionari, oppure si rifugiano in un illusorio rifiuto della politica, di quella politica che però disgraziatamente porta loro guerra, malattia disoccupazione e distruzione ambientale.

Come rimediare a questa situazione. Cosa manca? Manca ancora l’elemento soggettivo: il partito di massa della rivoluzione mondiale.
In Italia c’è un solo partito che dedica ogni sua forza a questo scopo. Che dichiara la necessità dell’opposizione intransigente alle classi dominanti e a tutti i loro governi di qualsiasi colore politico, e che persegue la costruzione del fronte unico della classe lavoratrice contro l’arroganza padronale, basato su un programma di rivendicazioni anticapitaliste. L’unico partito che ha nel suo programma politico la rivendicazione del governo delle lavoratrici e dei lavoratori. L’unico partito che lavora per il raggruppamento rivoluzionario a livello internazionale, nella prospettiva della costruzione del partito della rivoluzione mondiale, e per questo promuove con le compagne e i compagni di altri paesi lo sviluppo dell’Opposizione Trotskista Internazionale.

Questo partito è il Partito Comunista dei Lavoratori.
Care compagne e cari compagni, è necessario il vostro aiuto. Per questo chiamiamo le comuniste e i comunisti, le lavoratrici e i lavoratori, gli studenti, i giovani, tutte e tutti coloro che rivendicano il diritto vivere la propria diversità fuori dalle convenzioni e dalla morale borghese, ad aderire e a militare nel Partito Comunista dei Lavoratori.

Fuori da questa soffocante società capitalista e dal suo declino mortale, apriamoci insieme una strada verso la rivoluzione.
Lottate con noi, iscrivetevi al PCL.

Partito Comunista dei Lavoratori

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