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La solidarietà è un crimine

20 Marzo 2018
hkgmg


Due fatti vergognosi macchiano nuovamente la condotta delle autorità giudiziarie di Italia e Francia, e per l'ennesima volta il gioco si consuma sulle vite di migranti e profughi alla ricerca di una vita dignitosa e in fuga dalla barbarie e dalla miseria imposte dagli stessi governi e dalle stesse multinazionali imperialiste che depredano e devastano l'Africa e il Medio Oriente.


Il sequestro della nave dell'ONG Proactiva Open Arms

Di nuovo il protagonista dei fatti è il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, che l'anno scorso tentò l'attacco diffamatorio e falsificatore per costruire il paradigma secondo cui le ONG impegnate nei salvataggi dei migranti in mare fossero colluse con gli scafisti e quindi corresponsabili della tanto temuta "immigrazione clandestina". Questa volta il cacciatore di streghe avvia il sequestro della nave dell'ONG Proactiva Open Arms con l'accusa di "associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina". Il movente sarebbe stato il rifiuto dell'equipaggio di consegnare alla Guardia Costiera Libica i migranti salvati al largo della Libia per portarli in salvo in terra italiana.

Di conseguenza, per Zuccaro, che cerca di farsi forza del vuoto di potere in Italia e del generale clima d'odio verso i migranti per tornare alla ribalta dei giornali, non contano le collusioni reali tra guardia costiera libica, scafisti, trafficanti d'esseri umani, schiavisti e milizie settarie nel caos libico alla continua ricerca di nuovi schiavi da spremere in ogni modo. Non conta il fatto che la consegna di quei migranti alla Guardia costiera libica avrebbe significato condannarli ad un futuro certo di internamento nei lager libici. Quel che conta è cercare di costruire un paradigma di accusa che, giocando sul filo delle assurde e corresponsabili regole d'ingaggio tra autorità italiane e libiche, individui nel rifiuto di consegnare quei migranti sotto la minaccia di morte – in base a quanto dichiarato dallo stesso equipaggio – significhi essere paragonabili a trafficanti d'essere umani e non di essere autori di un salvataggio di 218 disperati dal naufragio -come è stato per gli oltre 3000 morti in mare del 2017 - e dalle torture – come è per gli oltre 700.000 migranti censiti nei lager libici.


Salva una donna in travaglio nella neve e rischia cinque anni di carcere

Questo secondo fatto si consuma al confine tra Italia e Francia, nell'alta Val di Susa, a 1900 metri di quota sul Monginevro, nella neve e nel gelo. Una famiglia di migranti nigeriani che, come molti altri in questi mesi, cerca di raggiungere la nazione responsabile di massacri e devastazioni in mezza Africa: un uomo, due bambini di 2 e 4 anni, una donna in gravidanza all'ottavo mese inoltrato in preda alle doglie. Benoit Duclos è una guida alpina e attivista di "Refuge Solidaiere", un gruppo come tanti che cerca di fornire soccorso e aiuto ai migranti che, respinti al confine, cercano di passare il confine inerpicandosi per montagne a loro sconosciute, privi di equipaggiamento e armandosi di speranza e forza di volontà, affrontando condizioni climatiche estreme rischiando la vita e, come spesso accade, perdendola nei dirupi, assiderati o stremati. Benoit intercetta questa famiglia e subito si accorge delle condizioni gravissime della donna che è ormai in preda alle doglie. Riesce così a portarla fino al fuoristrada dando il via ad una corsa disperata per portarla al primo ospedale, interrotta al primo posto di blocco della Gendarmerie francese. I coraggiosi tutori dell'ordine non si sono fermati di fronte al pericolo di 4 clandestini e due francesi in loro soccorso e, ligi al loro dovere e senza far una piega, hanno trattenuto per oltre un'ora l'auto impedendo alla donna di raggiungere l'ospedale: prima di tutto bisogna formalizzare il fatto che Benoit e sua moglie stanno aiutando dei migranti ad entrare in Francia; il resto, anche la vita degli esseri umani, viene dopo. Solo l'arrivo dei vigili del fuoco e quindi di un'ambulanza permetterà alla donna di partorire in emergenza con un taglio cesareo. Benoit, nei fatti e nonostante le forze dell'ordine, è riuscito a salvare la vita alla donna, al neonato e probabilmente anche ai due figli di 2 e 4 anni.

Ma tutto ciò non conta. Gli è stata notificata l'accusa di violazione delle leggi sull'immigrazione e rischia fino a 5 anni di carcere. La solidarietà e l'umanità sono un crimine, punito più del falso in bilancio e della bancarotta fraudolenta.


Il generale attacco alla solidarietà e al mutualismo. La necessità di una risposta di classe

Tutto ciò si unisce al clima generale di criminalizzazione della condizione di migrante, di rifugiato, di immigrato, di clandestino. L'Italia in tutto questo è all'avanguardia con le sue leggi anti-immigrazione che culminano con i decreti Minniti-Orlando, un combinato disposto di creazione di un sistema giuridico parallelo e discriminante per i richiedenti asilo, lavoro gratuito e schiavistico per gli internati nei centri di accoglienza, lager per i clandestini e poteri al di fuori di ogni immaginazione per i nuovi sindaci-sceriffi in termini di decoro, controllo sociale e repressione.
In questo ampio ventaglio di opzioni si inseriscono così le ordinanze disumane e criminali già note: il divieto di fornire acqua, viveri e beni di prima necessità ai profughi a Ventimiglia sancito dal sindaco del PD Enrico Ioculano; la chiusura della galleria di Cona (Gorizia) e la guerra ai volontari che portavano viveri e coperte ai circa 100 richiedenti asilo che li si rifugiavano per fuggire dal freddo voluta dal sindaco Zindona di Forza Italia; il divieto di fornire colazioni e generi di conforto ai clochard a Como voluto dal sindaco Landriscina – indipendente a capo della coalizione di centrodestra; l'ordinanza voluta dal sindaco di Trieste, Dipiazza (Forza Italia), e dal suo vicesindaco, Roberti (Lega Nord), che dichiarano guerra ai clochard con sequestri di coperte e cartoni, e a chi chiede l'elemosina e fa il parcheggiatore "abusivo" con multe e sequestri; l'ordinanza anti-barboni del sindaco Bucci di Genova che multa e annuncia i daspo a chi osa rovistare nei cassonetti.
Guerra alla povertà e ai migranti, criminalizzazione della solidarietà: queste le parole d'ordine del 2018. Per ripondere a tutto questo è necessario invertire la rotta, rimettere al centro le coordinate di una lotta generale alla barbarie di un sistema che criminalizza in maniera ridicola e assurda chi è emarginato e oppresso, che utilizza il migrante come spauracchio per alimentare una tragica guerra tra poveri per poi utilizzarli come carne da macello con il lavoro nero, il caporalato bracciantile ed edile, il lavoro gratuito, l'internamento e il ricatto eterno, lo sfruttamento sfrenato nei luoghi di lavoro. Solo ricostruendo una coscienza di classe che rimetta al centro le rivendicazioni del movimento dei lavoratori e della lavoratrici contro l'aggressione frontale delle classi padronali sarà possibile ricostruire una vera solidarietà e una prospettiva in grado di affrontare la piaga della povertà e della miseria, unendo migranti e italiani per rivendicare lavoro dignitoso, lavorando meno e lavorando tutti introducendo un salario minimo intercategoriale, ponendo al centro la costruzione di un fronte unico di massa e di classe nella prospettiva del rovesciamento del sistema capitalistico e borghese per l'edificazione del governo dei lavoratori e delle lavoratrici.
Solo con questa prospettiva e solo tornando ad armare gli sfruttati e gli oppressi nella lotta di classe sarà possibile affrontare la miseria di queste politiche e di questi affronti all'umanità!

Partito Comunista dei Lavoratori

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