Dalle sezioni del PCL

La forte risposta degli antifascisti di Savona

17 Ottobre 2017

Corteo antifascista, in mille in piazza per protestare contro le politiche sull'immigrazione

savona 1

savona 2

savona 3

savona 4

Più di mille persone hanno aderito al corteo organizzato dal Coordinamento antifascista savonese di sabato pomeriggio 14 ottobre partito e ritornato, dopo aver raggiunto Villapiana, in piazza Sisto IV.
I militanti della sezione del PCL di Savona hanno contribuito alla piena riuscita della manifestazione.

Non saranno Fiano e Minniti a mettere fuori legge CasaPound e Forza Nuova, come non furono i governi democristiani a mettere fuori legge i partiti fascisti della Prima Repubblica. Ogni rafforzamento giuridico della macchina repressiva di questo Stato, quand'anche evocato contro i fascisti, sarà utilizzato un domani sul versante opposto, contro le lotte e le organizzazioni classiste e rivoluzionarie. Il fatto che Salvini e La Russa propongano oggi di “completare” la legge Fiano, aggiungendo il reato di comunismo a quello di fascismo, anticipa e chiarisce, al di là di ogni esito, le potenzialità reazionarie delle cosiddette leggi “democratiche”. Il fatto che la legge Mancino contro la xenofobia inizi ad essere usata come arma d'attacco contro l'antisionismo, e che ogni posizione alternativa sulla questione foibe venga criminalizzata come “offesa alla Nazione”, disegna la nuova frontiera dei cosiddetti reati d'opinione: inoffensivi verso i fascisti, e strumento d'attacco contro i comunisti e i diritti democratici di una battaglia controcorrente.

L'antifascismo deve porsi sul terreno della diretta azione di massa. Di fronte al moltiplicarsi di azioni squadriste va posta politicamente la necessità e legittimità dell'autodifesa. Se una fabbrica occupata, un centro sociale, una associazione di migranti, un qualsiasi presidio di lotta, diventa bersaglio di minacce fasciste, va posta la questione della sua autodifesa collettiva, con i mezzi necessari allo scopo. Non si tratta di invocare la fiducia nello Stato, ma di sviluppare l'autonomia degli sfruttati, della loro azione, coscienza, organizzazione. Se i fascisti usano la forza, la forza può essere usata contro i fascisti. Così nei confronti delle manifestazioni fasciste. Non si tratta di promuovere azioni avventuriste di piccoli gruppi. Si tratta di porre apertamente nel movimento operaio e sindacale, nelle sue organizzazioni, e in tutti i movimenti sociali del territorio interessato, la necessità di una mobilitazione ampia, unitaria, di massa che punti apertamente a bloccare le manifestazioni fasciste, con la forza collettiva della mobilitazione diretta.

È la politica del fronte unico antifascista: lavoro, immigrazione, diritti sociali.
Non c'è rilancio dell'antifascismo fuori dal recupero, innanzitutto, di una politica di classe e anticapitalista. Liberare i lavoratori dai veleni populisti è un compito centrale di questa politica. Fu l'esercizio della mobilitazione di massa a limitare negli anni Settanta gli spazi legali di azione del MSI e di altre organizzazioni fasciste, non certo la legge Scelba. Così non sarà la legge Fiano a impensierire i fascisti, che semmai ne trarranno un utile di immagine (in chiave vittimistica e “antisistema”); può essere solo il rilancio di una azione di classe e di massa del movimento dei lavoratori, in piena autonomia dallo Stato.

Corteo antifascista a Savona

Partito Comunista dei Lavoratori
Savona

CONDIVIDI

FONTE