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Via Temer! Organizzare lo sciopero generale!

Dopo il golpe parlamentare in Brasile

24 Settembre 2016

da Tribuna Classista

Temer

È impossibile analizzare la crisi economica e politica del Brasile senza considerare che il grande sfondo in cui si proietta il film della storia recentissima del paese è quello di una crisi mondiale del capitalismo che colpisce pesantemente tutto il pianeta e in particolar modo, nell’ultimo periodo, il nostro continente.

Con la conclusione del processo d'impeachment in Senato, il golpe parlamentare giunge al suo ultimo e definitivo capitolo. Il PT [1], che per tredici anni ha governato il paese in un fronte di collaborazione di classe con un settore significativo della borghesia locale, un fronte popolare, è stato rovesciato dalla stessa borghesia (organizzata dentro PMDB [2], PSD [3] e accoliti), che ora si è riarticolata insieme all’opposizione borghese (PSDB, DEM e partiti minori [4]) per mettere fine ad un governo che ha tentato in tutte le maniere di superare le proprie contraddizioni interne e di realizzare una politica che ha sempre posto in primo piano i profitti delle grandi imprese, delle grandi banche e delle grandi società a detrimento delle esigenze fondamentali della popolazione. Non possiamo ora far finta di niente e ignorare che per tutto il tempo in cui governavano, creavano gradualmente le condizioni per lo stato di collasso a cui siamo giunti. Non è cosa da poco il fatto che tutte le misure di “ristrutturazione” e le riforme che il governo golpista di Michel Temer discute e vuole attuare, hanno avuto il loro inizio, in germe, nel governo del PT.

L'impossibilità e l'incapacità del PT di realizzare queste stesse “ristrutturazioni”, favorevoli al grande capitale, per via dell’aperta opposizione della sua base politica, ha portato alla caduta del ministro Joaquim Levy, e ha finito poi con l’accentuare la tendenza golpista dentro e fuori del governo; dopotutto Temer e il PMDB, che oggi sono un’espressione dei traditori golpisti, erano, fino a poco tempo fa, i complici e gli alleati principali del PT, e se il Congresso è considerato uno dei più reazionari della storia, buona parte dei suoi deputati furono eletti nell’alleanza con lo stesso PT, con il suo avvallo e utilizzando il suo capitale politico, come nel caso del famigerato Eduardo Cunha, vecchio alleato del PT, che si è trasformato nel suo “grande nemico”.

Con la conclusione del processo d’impeachment, la borghesia ha unificato le sue forze per prendere il potere attraverso una manovra, un golpe parlamentare, che non mira in alcun modo a eliminare o ridurre la corruzione (caratteristica storica della borghesia nel suo parassitismo statale) o a sostituire un governo che non ha amministrato in maniera “efficiente” la macchina dello Stato; lungi da ciò, il golpe mira a garantire la continuità della corruzione come modus operandi della borghesia e della politica borghese, e all’approfondimento delle “ristrutturazioni” e delle riforme (del lavoro, previdenziale, aumento delle tasse, ecc.), facendo in modo che l’onere della crisi ricada solo ed esclusivamente sulle spalle della classe lavoratrice, e della stragrande maggioranza della popolazione, approfondendo così la recessione e la conseguente depressione economica, aumentando la disoccupazione e la deindustrializzazione del paese. Lo Stato verrà sempre più smantellato (tagli dei servizi sociali, della sanità, dell’educazione, ecc.), il che porterà sicuramente ad un collasso di tutto il sistema (che già possiamo vedere anticipatamente in alcuni stati come RJ [5] e RGS [6], nei quali attualmente non si riesce nemmeno a provvedere all’effettivo pagamento dei salari dei dipendenti pubblici, e ancor meno agli esosi pagamenti necessari al funzionamento dello Stato).

Le manifestazioni del 2013 hanno aperto una lotta politica contro un regime oppressore che lasciava gran parte della popolazione al margine della società per garantire i grandi profitti della borghesia. Questa stessa borghesia, sferzata dalla crisi mondiale, è entrata in campo anche per garantire un governo che gli potesse garantire questi stessi profitti, ma con l’esecuzione di una programma che gli desse ancora più privilegi, di fronte ad una crisi senza precedenti che colpisce direttamente tutte le classi sociali. Così, il 2013 si è aperto con una lotta per il potere, in cui la borghesia è riuscita, dopo lunghi scontri e manovre, a concludere il proprio golpe per tentare di ristrutturare il potere dello Stato. L'impeachment conclude il golpe e la battaglia per il potere dello Stato, ma inizia solo un ulteriore capitolo, più profondo e viscerale, nella guerra della lotta di classe.

A golpe concluso, viene meno all'interno di un vasto settore delle masse che si oppone al governo - ma che non appoggiava il golpe - la contraddizione del fatto che “Via Temer!” significasse allo stesso tempo un “Torni Dilma!. Il carattere del “Via Temer!” assume adesso una proiezione e un’eco mai vista sinora, e neppure prevista, che separa nettamente quelli che sono a favore del governo e del regime politico e quelli che sono contro.

Il PT, il PCdB [7] e i loro satelliti hanno dimostrato la propria capitolazione di fronte al golpe, non hanno avuto coraggio e hanno strangolato le organizzazioni di massa che controllano perché non ci fosse una lotta massiccia contro il golpe. La loro paura è che le masse abbiano un intervento indipendente riguardo la crisi attuale.

La classe media di destra che è scesa in strada a fare da portavoce della borghesia e delle sua impresa golpista ora smette di fare il franco tiratore, e si trasforma, insieme al suo governo, in una enorme e fragile vetrata.

È ora di dare inizio ad una vasta organizzazione delle masse, di preparare e organizzare uno sciopero generale per lottare contro il regime politico e contro le ristrutturazioni, di lanciare un appello ad organizzare un congresso della classe lavoratrice, per dare un punto di riferimento ed un programma a questa lotta e approfondire ed estendere a tutto il Brasile il “Fuori Temer!”, come espressione della lotta dei settori sfruttati e della maggioranza della popolazione. Perché la sconfitta di questo governo si esprima nella lotta per il governo degli sfruttati, dei lavoratori e delle lavoratrici della città e della campagna, e per il socialismo.



(1) PT: Partido do Trabalhadores (Partito dei Lavoratori), il partito di Roussef e Lula

(2) PMDB: Partido do Movimento Democrático Brasileiro (Partito del Movimento Democratico Brasiliano), il partito di Michel Temer

(3) PSD: Partido Social Democrático (Partito Social Democratico)

(4) PSDB: Partido da Social Democracia Brasileira (Partito della Socialdemocrazia Brasiliana); DEM: Democratas (Democratici)

(5) Stato di Rio de Janeiro

(6) Stato di Rio Grande do Sul

(7) PCdoB: Partido comunista do Brasil (Partito Comunista del Brasile)

Tribuna Classista - Brasile

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