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Volantino settembre 2016

NO alla riforma costituzionale che piace ai capitalisti

20 Settembre 2016

La riforma costituzionale promossa da Renzi ha un solo obiettivo: rafforzare il potere di chi già lo detiene.

Dal punto di vista democratico è un insulto. Nel suo incastro con la legge elettorale, può regalare a chi prende il 20% dei voti ,o poco più, il 55% dei parlamentari dell'unica Camera su cui si appoggia il governo. Mentre il Senato ( che resta) non verrebbe neppure eletto pur avendo poteri costituzionali. Sarebbe questa la “democrazia”? Saremmo di fronte alla massima concentrazione dei poteri nelle mani dell'uomo solo al comando. Non “la riforma istituzionale finalmente realizzata che gli italiani attendono” come recita la propaganda di Renzi. Ma l'opposto: il peggiore completamento di quel corso istituzionale controriformatore che negli ultimi 25 anni ha rafforzato il potere di chi governa, ad ogni livello, nel nome della cosiddetta “governabilità”.


Ma cosa significa concretamente “governabilità”? Significa rendere ancora più forti e più “stabili” i governi che demoliscono i diritti del lavoro, tagliano sanità e istruzione, alzano l'età pensionabile...

È un caso se Confindustria, le banche, il capitale finanziario europeo, sostengono entusiasti le ragioni del Sì, proprio nel nome della “governabilità”? Perchè i lavoratori, i precari, i disoccupati, dovrebbero sostenere e addirittura rafforzare una “governabilità” diretta contro di loro?

È necessario che la classe lavoratrice e le sue organizzazioni promuovano una propria autonoma campagna unitaria per il NO al disegno di Renzi, Confindustria e banche. Non basta il NO sussurrato e imbarazzato della direzione CGIL al solo scopo di salvare l'immagine. Occorre al contrario una battaglia vera che parta dalla denuncia della verità: un governo nemico dei lavoratori e del sindacato vuol dare traduzione istituzionale al proprio corso reazionario con una riforma costituzionale “bonapartista” a uso e consumo dei poteri forti . Per questo è necessaria una campagna capillare a sostegno del NO, che rilanci la battaglia democratica a partire dalla rivendicazione più elementare: una legge elettorale interamente proporzionale, ad ogni livello, che sancisca l'uguaglianza reale di ogni voto, e rappresentanze determinate dal consenso, senza trucchi “maggioritari”di alcun genere.

Ma una campagna chiara a sostegno del NO deve congiungersi al rilancio di una mobilitazione sociale di massa in tutto il paese. Ci sono 12 milioni di lavoratori in attesa di contratto, nel momento stesso in cui Federmeccanica rifiuta di firmare il contratto, e il governo destina spiccioli ai contratti pubblici. Non solo: siamo alla vigilia di una Legge di Stabilità che ancora una volta taglia le tasse ai profitti padronali ( IRES), nel mentre continua la stretta su sanità e pensioni. Cosa deve ancora accadere perchè si prepari finalmente uno sciopero generale vero, attorno ad una piattaforma di rivendicazioni unificanti che risponda unicamente alle ragioni del lavoro?


Ma c'è bisogno di definire una prospettiva politica indipendente del movimento operaio . Apertamente contrapposta al disegno bonapartista di Renzi, come al progetto lepenista di Salvini, come alla Repubblica plebiscitaria del milionario Grillo. Tutti progetti che in forme diverse mirano a dirottare la rabbia dei lavoratori contro “nemici” immaginari, per impedire che si rivolga contro il padronato.

Solo un governo dei lavoratori, basato sulla loro forza e sulla loro organizzazione, può realizzare una vera “repubblica fondata sul lavoro”: rovesciando il potere dei capitalisti e concentrando nelle mani dei lavoratori le leve della produzione della ricchezza.

Il PCL si batte in ogni lotta per questa prospettiva. L'unica vera alternativa.

Partito Comunista dei Lavoratori

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