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La natura produce i terremoti ma le catastrofi sono opera del capitalismo

25 Agosto 2016

Dopo le centinaia di morti nei territori di Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto, è partita la retorica interessata e meschina del governo Renzi

amatrice

Lo avevamo detto per i tragici terremoti dell’Aquila e dell’Emilia e lo ribadiamo con forza anche oggi riprendendo le nostre stesse parole di allora: la criminalità della borghesia italiana è perseverante di fronte all’assoluta prevedibilità degli effetti sociali dei terremoti, in assenza di ogni misura reale di sicurezza degli edifici pubblici e privati. Ciò che si voleva e si vuole nascondere, dietro il velo retorico della solidarietà alle vittime, è ormai dimostrato.
I costruttori hanno eretto edifici con materiali di cartapesta. Le aste di appalto al massimo ribasso, commissionate da tutti i governi regionali e locali, e consentite dalla normativa nazionale, hanno coperto le pratiche criminali dei costruttori. I controlli istituzionali sulle opere commissionate sono stati nulli o complici (come nel caso dell’ospedale e la scuola di Amatrice dove gli edifici erano stati messi "in sicurezza" con i fondi stanziati dopo il precedente terremoto dell'Aquila). Il taglio alle spese sui monitoraggi tellurici, le proroghe sistematiche delle norme tecniche antisismiche sono state messe in atto dai governi nazionali di centrosinistra e centrodestra.

ll PCL ha sempre seguito e segue un’altra via: quella dell’indipendenza dalla borghesia italiana. E per questo oggi collega la denuncia del crimine nelle zone terremotate con una proposta programmatica e di mobilitazione radicalmente alternativa ai piani dominanti. Una proposta che parte dall’emergenza sociale prodottasi per ricondurre alla necessità di un’alternativa politica e sociale.
La prima emergenza è data dall’assistenza sociale alle decine di migliaia di sfollati, che non possono vivere nelle tende e nel fango.
Respingiamo con forza la retorica inconcludente del governo Renzi, uguale nei fatti a tutti i governi del capitale.
Il nostro è un programma semplice, che indica alle popolazioni e ai lavoratori le sole possibili e indispensabili misure sociali da attuarsi in questi casi:

1. Immediata requisizione e recupero delle case sfitte e la loro assegnazione alle popolazioni terremotate;

2. Pagamento dell'intera retribuzione per quei lavoratori residenti nelle zone terremotate e che erano in regime di cassa integrazione;

3. Corresponsione di un salario minimo garantito per i disoccupati di almeno 1000 euro;

4. Piano di ricostruzione in tempi certi con lo stanziamento dei fondi necessari da parte del governo, fondi gestiti da organismi territoriali trasparenti che vedano la partecipazione diretta dei lavoratori;

5. Ricostruzione delle aziende colpite dal sisma, ma solo a partire dalla loro nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio.


LA BORGHESIA DISTRUGGE. SOLO I LAVORATORI POSSONO RICOSTRUIRE

Ancora una volta la prospettiva del governo dei lavoratori è la risultante generale di tutta questa battaglia. Queste catastrofi ci dicono che le classi dominanti distruggono. Solo i lavoratori possono ricostruire: non solo le case, ma un’altra società. Una società dove a comandare sia la classe lavoratrice, non i costruttori e i loro amici. La battaglia può e deve diventare la metafora di una lotta generale per l’alternativa anticapitalistica e il potere dei lavoratori.

Partito Comunista dei Lavoratori

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