Interventi

Il proletariato sadrista assalta il parlamento di Baghdad

2 Maggio 2016

Il governo Abadi non è più tollerato. Il calo del prezzo del petrolio riduce le entrate e l’imperialismo USA chiede al governo fantoccio più risorse nella “guerra all’ISIS”.

Fra le masse dell’immenso quartiere di Sadr city, Baghdad, il governo Abadi non è più tollerato. Il calo del prezzo del petrolio riduce le entrate e l’imperialismo USA chiede al governo fantoccio più risorse nella “guerra all’ISIS”. Con la parola d’ordine “tutti i ministri devono essere cambiati” i sadristi hanno sfondato le fortificazioni della Zona Verde e hanno invaso il parlamento.

Le masse sadriste di Baghdad sono maestre nelle battaglie di strada. I sadristi, nonostante la loro direzione borghese legata ai vertici iraniani, sono dei combattenti coerenti contro l’occupazione imperialista.
A Najaf, circondata da 2000 marines, il 23 aprile 2004, il capo dei sadristi, Moqtada al Sadr, lancia un avvertimento agli assedianti: “abbiamo sufficienti armi e un gran numero di combattenti pronti al martirio: finora abbiamo rifiutato questa pratica, ma se saremo costretti a farlo lo faremo”. Ali al-Sistani, massima autorità dello sciismo duodecimano non aveva intimato alle truppe imperialiste di non entrare a Najaf. Il 26 aprile gli imperialisti entrano a Kufa, periferia di Najaf. Inizia una battaglia di strada a Najaf che si concluderà alla fine di giugno. Nello stesso periodo nella sunnita Fallujia, la resistenza armata all’imperialismo era eroica. Durante la battaglia di Najaf, Al Sadr lanciò appelli antisettari per l’unità contro l’occupante.

A Sadr City, Baghdad, e a Bassora negli ultimi giorni di aprile del 2008 il proletariato sadrista ingaggiò una nuova battaglia di strada contro le truppe collaborazioniste del governo Al Maliki e contro i marines e i soldati inglesi. Nella provincia di Bassora si trova il 70% delle risorse petrolifere dell’Iraq e in quest’area l’Armata del Madhi, i sadristi, avevano una base di massa tale che il governo fantoccio non poteva tollerare questa situazione, data la centralità economica della provincia. Con l’operazione militare “Carica dei cavalieri”, guidata dallo stesso Al Maliki, alla fine del marzo 2008 gli imperialisti volevano regolare definitivamente i conti con i sadristi. Il 19 aprile i militari inglesi utilizzarono l’aviazione e l’artiglieria contro un ‘caserma’ dell’Armata del Mhadi, la notte a Sadr city esplose la rivolta in solidarietà con quella di Bassora. Agli inizi della insurrezione nella città del sud, alcuni parlamentari sadristi lanciarono un appello alle unità di polizia e dell’esercito iracheno “a non essere strumenti di morte della dittatura”. Durante i combattimenti 1300 poliziotti e soldati iracheni (tra i quali un centinaio di ufficiali) disertarono e fraternizzarono con i proletari sadristi. Gli ufficiali americani e inglesi si consolarono dicendo che erano tutte reclute. Agli inizi del 2008 erano stati inviati in Iraq trentamila marines per pacificare il paese. Un fiasco.

Nonostante il terrore che sparge sangue del fratricidio, poi, c’è una ripresa degli scioperi in Egitto: il 20 aprile scorso è finito lo sciopero di tre giorni dei lavoratori petroliferi del Kuwait che ha dimezzato la produzione a 1 milione e mezzo di barili al giorno.

La classe operaia di tutto il mondo risponde alla barbarie capitalista. Ma è divisa su linee nazionali e ideologiche. Nella lotta mettere fine a queste divisioni e per dissolvere i fumi dell’ideologia si costruirà il partito della rivoluzione socialista mondiale.

Gian Franco Camboni

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