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Le unioni civili: un diritto, per andare oltre

26 Gennaio 2016
unioni civili

Ultimo tra gli ultimi, il governo italiano ha deciso di mettere all'ordine del giorno una legge sulle unioni civili. Il Governo Renzi, con lo stesso piglio decisionista con cui ha portato avanti la sua azione su tutte le questioni, ha buttato al voto una legge, anzi un decreto, che contiene il minimo sindacale in materia.
Il testo del decreto Cirinnà, sotto le spoglie dell'azione innovatrice e democratica, sancisce famiglie di serie B e C, matrimoni per finta e unioni di fatto che garantiscono al massimo di poter assistere i propri famigliari e accudire i propri figli. Soprattutto sancisce che l'unico modo in cui si può vivere in comune è quello normato dall'ideologia borghese, ossia la relazione di coppia.

Nemmeno questi minimi diritti civili, sociali sono garantiti sino in fondo, in quanto la battaglia dei reazionari, dei bigotti, sta minando più parti di questa legge, anzi mirerebbe a non farla passare affatto.
L'affondo della Chiesa cattolica portato attraverso le parole di Bagnasco, la decisione di far ripartire un movimento familista, seguono l'onda nera e bigotta di tutta una stagione di campagne irrazionali contro il “gender”, contro gli omosessuali, contro la libertà di decidere di sé e della propria vita affettiva e sessuale, che ha avuto tra i suoi scherani migliori i fascisti e le sentinelle in piedi; queste ultime rappresentano la parte peggiore di una società, coloro che stanno nel mondo senza riflettere (tanto da leggere libri al contrario), senza ascoltare le parole di chi non si adegua alla norma, che fanno esattamente quello che fa uno scherano, servono il padrone anche a costo della violenza. Una violenza che non ha bisogno di essere fisica per mettere in discussione la vita di tanta gente.

Noi vogliamo una società dove menti libere stiano in corpi liberi. Crediamo che limitare le forme di affettività e comunanza ad un modello preconfezionato serva solo a garantire lo status quo e il controllo sociale. Crediamo che sia indispensabile togliere humus alle visioni antiscientifiche e oscurantiste che assegnano posti preordinati alle donne e agli uomini in questa società, posti che per coloro che non godono di privilegi di classe diventano gabbie senza porte. Rivendichiamo il diritto alla libera costruzione di sé, il diritto a immaginarsi, a sognarsi, a farsi e disfarsi, a unirsi e a perdersi senza essere imbrigliati e condannati a un destino e a un ruolo già scritto dalla morale borghese.

Le nostre rivendicazioni:

1) lavorare meno lavorare tutti! la famiglia dev'essere una libera unione di due o più soggetti che si aggregano per affinità affettive o di intenti e non la soluzione estrema alla crisi del capitale (chi oggi giorno può permettersi il lusso di stare da solo?). La libertà dei membri della famiglia deve essere tanto nell'unione quanto nella disunione e scioglimento del vincolo familiare. Ciò è possibile solo se le persone sono economicamente autonome e indipendenti, pertanto la rivendicazione che il lavoro esistente venga redistribuito fra tutti e tutte a parità di salario è il primo passo per permettere che appunto la famiglia si realizzi come libera unione. Questa rivendicazione da una parte è rivolta alla necessaria trasformazione economico sociale della società, dall'altra vuole riconoscere la legittimità del poliamore.

2) Dal Decreto Cirinnà vengono escluse tutte quelle identità di genere e sessuali più fluide e sfuggenti alle rigide categorie dicotomiche "uomo" e "donna" e che però hanno tutto il diritto ad esistere e ad essere riconosciute: transgender, queer, intersex.

3) Matrimonio civile per tutti e tutte e dunque anche per le coppie omosessuali.

4) Divorzio gratuito per tutti e tutte, dove è sufficiente per sciogliere il vincolo matrimoniale il consenso di uno solo dei partner.

5) Possibilità di adozione per tutte e tutti: dai singoli individui alle famiglie omosessuali.

6) Libero aborto in libero stato e divieto di quella bestemmia misogina e clericale chiamata "obiezione di coscienza".

7) Contraccezione a prezzi popolari: l'unico modo per combattere la diffusione di malattie come l'Aids non è la castità o la repressione della sessualità ma la prevenzione e l'educazione al rispetto dell'altro/altra.

Partito Comunista dei Lavoratori - Commissione Oppressioni

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