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COMUNICATO STAMPA PCL 28 NOVEMBRE 2011

ENNESIMA MORTE OPERAIA IN FABBRICA

28 Novembre 2011

Per i morti sul lavoro non basta il lutto: i responsabili dovranno pagare tutto!

COMUNICATO STAMPA PCL 28 NOVEMBRE 2011

Alle 6.20 del mattino l'esplosione di una pompa di calore andata in fiamme toglie la vita a Berardo Massaro, operaio della cartiera Burgo di Avezzano. Originario di Luco dei Marsi, lascia una moglie e due figlie, all'età di 50 anni.

Berardo è il ventisettesimo operaio morto in Abruzzo dall'inizio dell'anno: cresce del 20% in più rispetto al 2010 la tragica media abruzzese (stima dell'Osservatorio dei morti sul lavoro di Bologna).

Giorno dopo giorno aumenta la lista degli omicidi sul lavoro: operai uccisi dalla logica del profitto sfacciatamente imperante nei periodi di crisi. Risale a soli due giorni fa la lista nera degli ultimi morti sul lavoro: Rosario Spampinato, 50 anni, vittima di un'esplosione nella cartiera Ca-Ma di Lallio; Ioan Tohanenan, 53 anni, schiacciato da pannelli di legno per il getto di calcestruzzo nei pressi di Roma; Maria Cristina Allegretti, 36 anni, uccisa da da un bidone di detersivi durante lo scarico e carico merci.


I lavoratori dellla Burgo di Avezzano - dopo le tre settimane ottobrine - stanno affrontando una cassa integrazione di due settimane; sono ottanta gli operai lasciati a casa per “fronteggiare la crisi del settore”. Eppure i vertici del gruppo della cellulosa all'inizio dell'anno hanno dichiarato, non solo di aver coperto l'indebitamento di 12,5 milioni, contratto nel 2009, ma di aver ottenuto un profitto di 2,1 milioni nel corso del 2010. “Si tratta”, spiega l'amministratore delegato Marchi, “di un utile modesto, ma cercheremo di fare meglio nel 2011. [...] Sara' quindi, necessario puntare su tre fattori: l'efficienza produttiva, il controllo dei costi e un'accorta politica commerciale.” (Fonte: «Burgo: Marchi, torna al profitto e punta a est Europa» Il Sole 24 Ore, martedì 3 maggio 2011)

Mentre Marchi e i suoi sodali (Mediobanca, Generali ed Unicredit) puntano all'est e al controllo dei costi per aumentare i profitti, ai 133 ex operai della Burgo di Chieti - di cui non rimangono che tracce perimetrali - scade la cassa integrazione e agli 80 operai di Avezzano vengono riaperte le porte di una fabbrica in lutto, con meno sicurezza per i lavoratori e più profitto per i padroni.
Per i morti sul lavoro non basta il lutto: i responsabili dovranno pagare tutto!


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