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CONTRO LA MANOVRA BERLUSCONI-TREMONTI

29 Giugno 2011


Il governo Berlusconi-Scilipoti, sfiduciato dal voto popolare, annuncia una pesante manovra economica contro lavoratori, disoccupati, pensionati. Tickets sanitari, elevamento dell'età pensionabile delle donne, blocco di turnover e contratti nel pubblico impiego, rispondono a una sola ragione sociale: pagare i banchieri europei e liberare risorse per gli industriali italiani.
Per di più lo stesso governo di centrodestra “scrive” di fatto il programma del futuro (possibile) governo di centrosinistra: un salasso devastante di 40 miliardi di tagli sociali entro il 2014.
 
Non stupisce che PD e UDC, ligi a Confindustria e a Bruxelles, siano preoccupati del grosso del “lavoro sporco” loro commissionato. Ma proprio per questo, paradossalmente, non solo non contrastano la manovra Tremonti dal versante sociale ( al di là di qualche parola di circostanza), ma  ne criticano l'“insufficiente rigore”. In ogni caso sono pronti al “dialogo responsabile” col governo, in compagnia del trasformista Di Pietro e sotto la pressione tricolore di Napolitano. Così, proprio la complicità dell'”opposizione” liberale consente a un governo reazionario, delegittimato, e in crisi, di realizzare autentiche provocazioni contro i lavoratori e i movimenti ( No Tav).
 
Colpisce, tanto più in questo quadro, che le sinistre cosiddette “radicali” continuino a inseguire, come se nulla fosse, l'accordo di governo col centrosinistra. E che Susanna Camusso, proprio oggi, ricomponga un gravissimo patto con Confindustria, già pensando al governo futuro, e senza far nulla contro il governo presente.
 
Il PCL fa appello a tutte le sinistre -politiche, sindacali, di movimento – perchè promuovano una vera mobilitazione generale contro la manovra del governo e i “sacrifici” comandati dalla finanza europea. In Grecia e in Gran Bretagna sono in corso lotte di massa “indignate” contro l'austerità di Papandreu e Cameron. E' ora di mobilitare anche il fronte sociale italiano, contro Berlusconi e le classi dirigenti del Paese: raccogliendo la rabbia sociale, organizzandola su basi indipendenti, dandole una prospettiva anticapitalista.

MARCO FERRANDO

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