Interventi

Foibe e revisionismo storico

11 Febbraio 2019
salvini_Xmas

Salvini rende omaggio ai reduci e ai gagliardetti della X Mas, Basovizza, 10 febbraio


Da anni è in atto un processo di revisionismo storico sulla Resistenza. Ai vecchi intellettuali fascisti si sono affiancati i “nuovi”, passati armi e bagagli dall’altra parte per ragione di opportunità.
Come succede con le rivoluzioni e con i grandi rivoluzionari che, una volta morti, vengono trasformati in icone inoffensive, si cerca di reinterpretare la Resistenza snaturando il suo lato rivoluzionario e di classe, snaturando il progetto di chi si batteva contro il capitalismo e l’imperialismo cosciente degli antagonismi inconciliabili di classe.
Il revisionismo storico ha avuto una funzione importantissima in questi ultimi anni nel determinare il cambiamento di orientamento dell'opinione pubblica rispetto ai valori della Resistenza italiana.
Con il revisionismo storico si è cercato di trasformare vittime del fascismo e del nazismo in carnefici, di far passare come guerra per bande la lotta di liberazione, nascondendo o oscurando che essa invece è stata il punto più alto di capacità egemonica raggiunta dal movimento operaio italiano ed europeo.
Per fare questo si è scelta soprattutto la zona del confine orientale d'Italia, che è stata storicamente una zona molto difficile per i rapporti fra italiani, sloveni e croati, perché il fascismo in queste terre è stato una dittatura molto più violenta rispetto a quello che è stato nel resto d'Italia.
Un fascismo specificamente razzista, antislavo, che ha portato alla italianizzazione forzata centinaia di migliaia di persone e una repressione etnica.
È stato usato il fatto che non si fosse parlato della storia del confine orientale in Italia, in questo dopoguerra, per introdurre, così, nel dibattito politico una questione come quella delle foibe, facendo credere alla gente che prima non fosse accaduto assolutamente nulla. Si è isolata questa vicenda del resto della storia del confine orientale, dimenticando ciò che è stata la seconda guerra mondiale nel territorio del Friuli Venezia.
Coloro, infatti, che combattevano con la Repubblica Sociale in quei territori erano a diretto servizio dei nazisti, dei battaglioni Mussolini, della milizia difesa territoriale, della Decima Mas e di altre formazioni come la guardia civica, e giuravano direttamente fedeltà ad Hitler nel nostro territorio.
Tutte queste cose sono state nascoste, sono state naturalmente dimenticate.
In questo modo si sono presentati i fascisti, che hanno combattuto durante la seconda guerra mondiale al fianco dei nazisti e hanno sterminato e massacrato intere popolazioni, come coloro che avevano salvato il confine orientale d'Italia dall'invadenza slava, dimenticando tra l'altro che, se avesse vinto il nazismo, quei territori non sarebbero mai più stati in Italia.
In questo tipo di visione, la destra è riuscita a coinvolgere, purtroppo, anche una buona parte della sinistra che, per dimostrare di essere nuova e buona, equipara e mette sullo stesso piano nazismo e comunismo, dimenticando e rovesciando la verità storica.
La funzione della propaganda revisionista è stata proprio quella di legittimare l'entrata dei fascisti nella scena politica e poi anche al governo.
Attraverso il revisionismo storico si è sempre più equiparato coloro che avevano combattuto con la Repubblica Sociale ai partigiani, passando attraverso il discorso che tutti i morti sono uguali, e che poi tutti, comunque, hanno combattuto per un ideale (indipendentemente da quale fosse, questo ideale).
Dobbiamo renderci conto che la Repubblica italiana non ha mai fatto veramente i conti con le responsabilità del fascismo.
Dietro al discorso delle foibe c'è proprio l'interesse di continuare a nascondere queste responsabilità.
Il fascismo non è un incidente della storia. È lo strumento che la borghesia capitalista usa per opprimere e schiacciare la classe operaia e le masse popolari quando non è più in grado di mantenere il proprio potere col sistema democratico-borghese.

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Pavia

CONDIVIDI

FONTE